La Sicilia 10.12.2000
Marcello Sorgi racconta Camilleri «Così è nata un'improvvisa amicizia»

Si compone finalmente - grazie al Premio Martoglio - l'interminabile «querelle» scaturita da un articolo di Buttafuoco in occasione dell'uscita del libro-intervista ad Andrea Camilleri intitolato «La testa ci fa dire», di cui è autore Marcello Sorgi, direttore de «La Stampa». In quell'occasione Buttafuoco, facendo onore al suo nome, si produsse in un lancio di lapilli di eccezionale gittata che avrebbero dovuto incenerire Palermo, città a suo dire inferiore a Catania in tutto: dai letterati ai giornalisti, dai politici ai santi, dai teatri all'opera dei pupi. Financo la cassata e la pasta con le sarde risultarono indigeribili e immeritevoli del confronto con il sublime piatto di pasta alla Norma. Successe un putiferio a cui parteciparono tutti, palermitani e catanesi, chiamati in causa o no, per ribattere, precisare, distinguere e controbattere. Se poi effettivamente la pasta con le sarde sia davvero un intruglio abominevole non è stato chiarito, ma il premio che il Circolo Athena di Belpasso offre a Palermo, premiando proprio per «La testa ci fa dire» il palermitano Marcello Sorgi, è senz'altro un invito a deporre le forchette. E di questo Premio infatti, che segue di qualche mese la «disputa camurriusa», Marcello Sorgi si dichiara giustamente orgoglioso e vuole dirlo subito: «Sono davvero felice che proprio da Catania, dopo quella polemica che fu scherzosa ma non troppo, mi giunga un premio e per giunta importante come il "Martoglio"». L'idea del libro nasce per caso, dall'incontro con Camilleri che Sorge ancora non conosce: qualcosa scatta, una simpatia, una somiglianza, il riconoscimento di una comune sicilitudine. «Pensavo di non avere neppure la confidenza di chiederlo personalmente a Camilleri, perciò girai al largo e mi rivolsi ad Elvira Sellerio: ma Camilleri addivenne subito, anzi ne fu contento». Lunghe conversazioni che si intuiscono amichevoli fra l'anziano scrittore sull'onda di un successo travolgente e il direttore di un prestigioso quotidiano. Si parla di tante cose ma tutto incessantemente ruota attorno alla Sicilia, al nodo del lasciarla, del tornarci, dell'essere comunque siciliani. «Abbiamo analizzato un caso che non soltanto letterario: si tratta di un signore anziano che scrive in dialetto siciliano e che con ciò diventa lo scrittore italiano più letto, più tradotto, più comprato e più venduto. Da qui poi sono venute mille diramazioni esistenziali». E' l'anatomia di un successo che diventa il pretesto per confrontare le esperienze di due siciliani che, con trent'anni di differenza d'età, hanno entrambi sentito la necessità di lasciare l'isola per realizzarsi. Ma bisogna proprio scappare dalla Sicilia, che d'altronde sembra premiare chi l'abbandona? «Mah, non è detto. Il senso del libro si trova nel capitolo dove si definiscono i siciliani come di scoglio, quelli che non riescono ad allontanarsene o come di mare aperto, quelli che se ne vanno e si portano la Sicilia dentro». Molto spazio viene dato al senso dell'amicizia, molto forte in Sicilia. Anzi Camilleri ricorda proprio di avere recensito il carteggio fra Pirandello e Martoglio - curato da Sarah Zappulla Muscarà - che erano grandi amici. «E aggiunse che questo carteggio rappresentava un prontuario dell'amicizia: perché, in Sicilia, quando l'amicizia c'è, è veramente tale, con un certo particolare modo di intendere i rapporti». Un'amicizia e una complicità che, si sente, è nata anche fra Sorgi e Camilleri. Ma con quale sentimento un siciliano che è andato via guarda a noi che siamo rimasti? Marcello Sorgi ride, e poi: «Ma uguali a voi, certamente!». Uguali a noi, sì. Camilleri addirittura dice che oggi in Sicilia ci sarebbe rimasto. E lei, un palermitano che dirige il quotidiano torinese, tornerebbe? Sorge ride di nuovo, si diverte: «Tornarci? Beh, con un mestiere e con un'età come la mia...Forse in astratto lo potrei dire, ma la realtà è che il mio mestiere mi ha portato lontano...» Tanto, anche se mai l'avesse detto, non ci avremmo creduto!
Finetta Guerrera