Il Nuovo 06.12.2000
Italiani, scrittori a "fior di pelle"
Al decimo festival del 'noir' di Courmayeur, accanto al cinema quest'anno la presenza dei narratori è rilevante. Oltre a Camilleri anche Lucarelli e Gori. Parlano i protagonisti.

COURMAYEUR - E' partito il decimo appuntamento con il "Noir in Festival" di Courmayeur, una delle tradizionali occasioni di incontro per gli appassionati del cinema e della letteratura di genere. E particolarmente interessante, in questa "edizione del decennale" si annuncia, accanto alla rassegna cinematografica (che propone quindici inediti in anteprima assoluta, a partire da The Umbreakable, l'ultima opera di M. Night Shyamalan, che darà il via alle proiezioni) la presenza del noir scritto, specialmente italiano. Questi ultimi dieci anni hanno visto uno straordinario sviluppo di questo tipo di letteratura nel nostro paese: autori come Carlo Lucarelli e Andrea G. Pinketts (che hanno debuttato, rispettivamente, nel '90 e nel '92) hanno volto un ruolo fondamentale per far uscire il giallo dal ghetto della letteratura di puro consumo, per farne conoscere e riconoscere le straordinarie potenzialità come strumento di conoscenza e di critica. E il successo straordinario di Andrea Camilleri, a fine decennio, ha rappresentato - in un certo senso - la sanzione a livello di massa di questo nuovo status.

Ma tra questi due estremi, naturalmente, va posta l'attività di tutta una nuova generazione di scrittori: Marcello Fois, Nicoletta Vallorani, Sandro Ossola, Andrea Carlo Cappi, Barbara Garlaschelli, Santo Piazzese e quanti altri hanno saputo riprendere e sviluppare con originalità la lezione dei maestri (primi fra tutti Gadda e Sciascia...) e di due precursori fondamentali quali Giorgio Scerbanenco e Loriano Macchiavelli. Di questo processo il "Noir" di Courmayeur è sempre stato parte importante. A Courmayeur si assegna il "Premio Scerbanenco", destinato a un autore italiano edito nel corso dell'anno, e i cinque finalisti vengono presentati in altrettante serate, di solito in coppia con qualche importante collega straniero. La preselezione, quest'anno, comprende, oltre a scrittori già noti (Camilleri stesso, Massimo Carlotto, Giampiero Rigosi) parecchi nomi di esordienti (Leonardo Gori, Goffredo Buccini, Giampaolo Simi), a testimonianza del fatto che l'onda lunga del noir italiano non si è affatto esaurita. "Lo specifico del giallo italiano - dice Carlo Lucarelli, in una intervista ripresa anche all'interno del catalogo del 'noir' - è raccontare i misteri di casa nostra con la dovuta rabbia. Raccontare le nostre vicende tenendo presente che sono storie importanti anche per tutta l'Europa e il resto del mondo e quindi per nulla provinciali. E farlo sempre in un modo che è comunque un po' politico".

È un programma, questo, che tra i nuovi giallisti italiani è largamente condiviso. Ma che non significa, naturalmente, dimenticare la dimensione specificamente letteraria del proprio lavoro. "Una volta - aggiunge Nicoletta Vallorani, che al Premio Scerbanenco è stata spesso finalista - si pensava che scrivere letteratura di massa coincidesse con scrivere male. Quello che è successo nel giallo italiano in anni recenti è che non lo si pensa più. Si scrive per tanti e nella maggior parte dei casi si cerca di scrivere bene, di aver rispetto per il lettore, di non essere banali e magari di dire qualcosa di sensato. Quanta letteratura oggi è riuscita a raggiungere questi risultati?"

Senza dimenticare, fra le iniziative, per così dire, collaterali, la presentazione dell'ultimo numero di M - la rivista del mistero, che celebra il primo anno di vita. "M" è l'unica rivista italiana dedicata espressamente alle problematiche della narrativa di genere: pubblica saggi, interviste, una "storia sociale del giallo" dalle origini ai tempi nostri, racconti sconosciuti di autori famosi (ha riproposto ai lettori un quasi inedito di Ian Fleming e un Dashiell Hammett praticamente perduto) e, naturalmente, le prime prove di scrittori sconosciuti di belle speranze.

"Questo numero - dice Andrea Carlo Cappi, che della rivista, con Pinketts, è condirettore - è particolarmente importante. Abbiamo realizzato una sorta di omaggio a Carlo Jacono, che per quarant'anni ha illustrato le copertine del "Giallo Mondadori" e di "Segretissimo". Diciotto scrittori italiani hanno preso spunto da altrettante sue vecchie tavole per scrivere ciascuno un nuovo racconto. Ne è uscita un'antologia straordinaria, in cui sono rispecchiate tutte le molteplici tendenze del noir italiano di oggi". Le tavoli originali, naturalmente, saranno esposte a Courmayeur nei giorni del "Noir in Festival".
Carlo Oliva