Andrea Camilleri. Il rosso dell'uovo
Intervista a cura di Maurizio Rossi
"Mi sono voluto confrontare anche con quel genere di romanzo che lo stesso
Sciascia riconosceva come l'unico in grado di ricondurre lo
scrittore ad una rigida ingabbiatura logico-temporale: il
romanzo giallo. E' stata dunque una scommessa con me stesso, cominciare a
scrivere La forma dell'acqua, il mio primo romanzo
giallo".
"Quando mi trovo a scrivere una storia che trova il suo pretesto in
una fatto di cronaca, la mia scrittura procede in modo singolare:
l'episodio che mi ha colpito e da cui parto, è come il rosso dell'uovo,
la zona centrale attorno alla quale per cerchi concentrici costruisco l'intero
romanzo".
"Ecco, la mia ambizione e' assolutamente questa: essere un moderno
contastorie, cioe' colui che racconta una storia, e la racconta
pubblicamente, come era al mio paese. In effetti c'e' dentro di me prima di
scrivere, una sorta di racconto orale, che precede e determina la struttura di
quanto andra' a scrivere."
"Se di una data cosa il dialetto ne esprime il sentimento e
l'emozione, la lingua italiana della medesima cosa ne esprime la ragione e
il concetto. Da questa idea io mi sono mosso, dilatandola. Ma nelle ultime
pagine del romanzo, ho voluto inserire un mio divertito, e spero anche
divertente, modo di concludere la storia, come a dire: attenzione figli miei,
stiamo dibattendo tra formiche, perche' esiste una comunicazione superiore che
trascende questo problema, quella dei grandi scrittori di ogni tempo e di ogni
luogo, quella che cito e di cui faccio manbassa nell'ultimo capitolo, il
Catalogo dei Sogni."
"La lingua dello scrittore deve attingere da fonti autentiche,
essere una lingua viva, continuamente rinnovata."
Nota Bene. I linguaggi della comunicazione
N.1, Anno I - Lupetti Editori di
Comunicazione
Dic. 1999/Marzo 2000 L. 12.000
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