http://www.repubblica.it 8/05/2000

"Montalbano in tv mi fa commuovere"
Andrea Camilleri parla del rapporto con i film tratti dai suoi libri

ROMA - Solo in pochi gli chiedono quando si sposeranno, perché Livia, la fidanzata del commissario Salvo Montalbano, tra i lettori di Andrea Camilleri non riscuote grande successo. "La odiano soprattutto le donne" racconta lo scrittore "Onestamente non è simpatica neanche a me, fa benissimo Montalbano a tenerla a distanza, una donna così - che ti dice cosa fare e non fare - mi fa un po' paura. Si può sopportare per un weekend, non di più". Seduto nel salotto della sua casa romana, la sigaretta sempre accesa nonostante una fastidiosa tosse, Andrea Camilleri, 75 anni, con impareggiabile ironia racconta come il commissario di Vigàta, eroe dei suoi racconti - quattro, contemporanemente nella classifica dei libri più venduti - sia diventato ancora più "reale" dopo che è arrivato in tv con la faccia di Luca Zingaretti. Domani su RaiDue va in onda Il cane di terracotta (con una grande interpretazione di Leopoldo Trieste), e il produttore Carlo degli Esposti sta già preparando i prossimi due film, sempre sceneggiati da Francesco Bruno con lo scrittore: La gita a Tindari e un racconto tratto dal libro Un mese con Montalbano. Il telefono squilla in continuazione: Camilleri è l' uomo più invitato d'Italia; la Disney gli ha chiesto di scrivere una storia ("La più esaltante offerta di collaborazione"), per smistare la corrispondenza ha dovuto ricorrere a un aiutante. "La mia vita, sostanzialmente, non è cambiata, perché mi difendo bene. Ma ho degli incontri singolari con la gente. Così, di punto in bianco, senze dire buongiorno o buonasera, mi dicono: "Lui non doveva piangere", "Lei è odiosa". Battute in codice, sappiamo di chi stiamo parlando. Fino a quando discutono dei libri va bene, quello che mi preoccupa sono altri tipi di manifestazioni. La ragazza che mi chiede: "Le posso accarezzare le sopracciglia?", o il giovanotto che a Campo de Fiori si fa fare l'autografo sul braccio". Confessa di guardare poco la tv ("Seguo la Formula Uno, non avendo neanche la patente la cosa mi entusiasma"), ma i film di Alberto Sironi gli sono piaciuti molto "perché rispecchiano l'atmosfera dei miei romanzi, e Luca è un attore bravissimo, che è andato sempre più affinandosi. Vigàta non esiste ma sullo schermo è vera, la casa di Montalbano, soprattutto: lo scenografo Luciano Ricceri ha fatto un lavoro di ricerca strepitoso. Ma lo sa che mi sono veramente commosso, nella Forma dell'acqua, a vedere la scena del funerale? Il che, se ci pensi bene, è surreale, avendola scritta io". Davanti alla tv diventa solo spettatore. "Sì, guardo i film con tranquillità, come se l'autore non fossi io. In ogni sceneggiato c'è un attore fuori tono, fuori registro; qui invece c'è una recitazione curata a livello di paranoia. Anche chi appare solo per un minuto, lascia il segno". Tornando a Livia... "Guardi, Livia può apprezzarla solo Montalbano, è la sola persona da cui accetta le critiche. Livia, per me, è l'ampio bacino di Venere: amante, amica, confidente, la madre che non ha avuto. C'è una scena nella Forma dell'acqua, che ha colpito tutti: quella in cui vanno a letto, dopo il funerale del padre di Montalbano. Una funzione consolatoria... Poi, certo, averla sempre addosso potrebbe essere pesante, capisco perfettamente che Montalbano tenga le distanze". Non sarà un po' misogino? "No. Il fatto è che Salvo è un uomo selvatico. Pensiamo al rapporto con Mimì Augello: quando entra un po' in confidenza, lui lo attacca. Ma ci tiene. Solo che ha pudore dei sentimenti. E' un uomo solo, che può essere facilmente ferito, e gli piace stare da solo". Ogni lettore si è immaginato il "suo" Montalbano. "Non ho mai avuto dubbi sul "fisico del ruolo" di Zingaretti, all'inizio ho detto solo che forse era troppo giovane. Ma sapevo che era bravissimo, non è stato una scoperta per me. Sapevo che ha talento, l'ho visto recitare a teatro, era strepitoso. Insomma, conoscevo il valore dell'attore, e ogni volta pensavo: "Deve avere un'occasione migliore". Luca è cresciuto insieme al personaggio, ormai è Montalbano". Ma lei, Montalbano, l'ha mai incontrato? "Una volta l'ho visto all'aeroporto di Cagliari: è stato divertente. Il professor Giuseppe Marci dell'Università di Cagliari aveva organizzato un corso sul Birraio di Preston. Mi invitò. C'era un problema: come avremmo fatto a riconoscerci? "La conosco", mi ripose "comunque verrò a prenderla con una copia del Birraio". Arrivato all'aeroporto vidi Montalbano con il libro sotto il braccio".

di SILVIA FUMAROLA