Giornale di Sicilia 15.08.2000

Andrea Camilleri: Io maestro di scalate 

Dovete sapere che io ho una grande avversione per la montagna. Chi legge i miei libri sa che io amo il mare, ne parlo a lungo, ma non spendo neanche una parola sulle montagne. Omissione che molti lettori mi rimproverano. Ma non ci posso fare niente, e' più forte di me. Una volta andai in vacanza sulle Dolomiti e la sera stessa dell'arrivo scoppiai a piangere come un bambino, fui preso da una malinconia sconfinata. Senonchè capitò che mia figlia, ancora prima che io diventassi cosi' famoso, parti' per una settimana bianca. Il titolare dell'albergo dove alloggiava guardò i documenti ed esclamo': Camilleri! Lei per caso e' la figlia di Andrea Camilleri? Si, rispose lei. E quello continuo': Mi deve salutare caramente suo padre che fu il mio primo maestro di roccia. Lei, conoscendo la mia idiosincrasia per la montagna, si sbellico' dalle risate. Questo mio omonimo, che mi dicono abbia due anni piu' di me e mi piacerebbe incontrare, venni a sapere che e' un importante rocciatore, quello che per primo uso' nelle scalate i chiodi a espansione. In questi giorni ho ricevuto una lettera del Club alpino di Bolzano. Mi invitano a passare qualche giorno da loro. Sarebbe un modo, mi dicono, per riscattare l'assenza di montagna nei miei racconti. E sapete che cosa ho intenzione di fare? Ci andro'. anche a costo di improvvisare un'arrampicata rischiando l'osso del collo. E chissa' che non abbia la fortuna di incontrare il famoso Andrea Camilleri.