Donna Moderna, 29/11/2000

Un Camilleri tutto da scoprire

Lo scrittore ha pubblicato un giallo strano. Basato su documenti d'epoca. E spiega qui come decifrarlo

Davvero insolito il nuovo romanzo di Andrea Camilleri, lo scrittore campione d'incassi con un record di due milioni di copie vendute. Si intitola La scomparsa di Patò (Mondadori) e racconta come, oltre cent’anni fa, durante la rappresentazione della Passione di Cristo, tal ragioniere Antonio Patò sarebbe precipitato dentro una botola scomparendo per sempre. Inghiottito dal nulla.
Questa volta Camilleri ha proprio voluto sorprenderci. Perché il libro, che potremmo definire un giallo d'epoca, è fatto esclusivamente di documenti, allineati uno dopo l'altro. Articoli di giornale, lettere ufficiali, missive anonime, verbali di polizia, perfino scritte murali. Che raccontano, da diversi punti di vista, la scomparsa di Patò e la successiva indagine. Ogni testo è riprodotto pari pari, con tanto di grafia e caratteri tipografici originali. Ed è da guardare come si può guardare un vecchio film, in grado di farci tornare indietro nel tempo. Come mai un giallo così? "Ho proprio voluto divertirmi" dice lo scrittore. "Più passano gli anni, più scopro di avere dentro di me la vena del falsario. Perché, a parte il nome del protagonista e la leggenda che lo riguarda, ho inventato tutto. Con un obiettivo: far rivivere il passato, con la sua atmosfera". Ne è uscito un libro rompicapo, un labirinto in cui dobbiamo cercare da noi la strada. Che consiglio dà l’autore ai lettori? "Di leggere attentamente ogni singolo documento cercando di immaginare il personaggio che ci sta dietro. Cioè il prefetto che manda una nota al suo sottoposto o l’uomo politico che esorta le autorità responsabili dell'indagine a non sollevare scandali. Perché in questo libro la descrizione di ogni personaggio è affidata esclusivamente al linguaggio, al modo di esprimersi". Infatti, come sempre nei libri di Camilleri, la lingua ha il posto d'onore. E qui non è quasi mai il dialetto siciliano, ma un italiano antiquato, fatto di termini provvisti di un notevole effetto comico come "putacaso", "immantinenti", "battibaleno" e così via. "Ho usato un dizionario dei termini in disuso che è stato per me una gran fonte di divertimento" dice Camilleri. "Perché certi linguaggi, come quello burocratico, sembrano fatti apposta per essere presi in giro. Insomma anche in questo libro un po' bizzarro, ritroviamo il Camilleri di sempre. Manca solo il commissario Montalbano. "Al suo posto ci sono due suoi antenati" dice. "Il delegato dì Pubblica Sicurezza Ernesto Bellavia e il maresciallo Paolo Giummaro". Ma cos’hanno in comune i due con Montalbano? "Un sano buon senso. L’unica differenza è che Montalbano è un po' più coraggioso".

Silvia Sereni