Repubblica 26.02.2001

Fiaba siciliana
di Camilleri
con Caruso

In scena domani a Ravenna

LANDA KETOFF

ROMA — È con una fiaba del romanziere siciliano Andrea Camilleri musicata dal siciliano Marco Betta che domani (Martedì grasso) l’Associazione musicale Mariani di Ravenna festeggia il Carnevale nel Teatro Alighieri.
Una favola gustosa che s’intitola La Magaria (La Magia) e trova in un altro siciliano, Pino Caruso, voce recitante, l’interprete perfetto per sottolinearne la vis comica. Si tratta di una bambina, Lullina, che per magia, pronunciando alcune parole, può scomparire e, con altre, ricomparire.
Il nonno la mette alla prova e lei in effetti scompare. Purtroppo il nonno non conosce le parole magiche per farla riapparire e viene condannato per il suo presunto assassinio e occultamento di cadavere.
Ma, ha spiegato Camilleri «per il teatro non potevo lasciare un finale così drammatico e ingiusto, e l’ho modificato, anche perché dalle fiabe ci si aspetta che finiscano col solito "e vissero felici e contenti"».
Andrea Camilleri, uno dei nostri scrittori più fantasiosi e dotati, come spesso i siciliani, di un senso dell’umorismo lieve ed elegante di tipo anglosassone, ama la fiaba anche perché gli permette voli della fantasia che in altro contesto apparirebbero anacronistici.
Contento che una sua fiaba sia messa in musica? «Certo, anzi trovo che sia il suo sviluppo naturale», risponde, «tanto più che il dialetto di Girgenti che uso è, come già ha detto Pirandello, il più musicale fra i dialetti siciliani».
Una musicalità che il giovane compositore Marco Betta, i cui lavori sono stati eseguiti ovunque nel mondo, riesce a cogliere perfettamente: «Nel racconto, dice, ho ascoltato anche le emozioni della punteggiatura, quel che rimane nella mente di situazioni già vissute, ricordi, momenti felici, malinconici». Il lavoro, in prima assoluta, è affidato all’Orchestra Giovanile dell’Accademia A. Mariani di Ravenna guidata da Bruno Aprea, direttore acuto, capace di coglierne ogni sottigliezza.