Il Nuovo, 22.12.2001
Scrittori italiani, boom in Francia
Eco, Camilleri, Ballestra e Tabucchi. Le terre d'Oltralpe impazziscono per i nostri scrittori, che inonderanno le librerie a partire dall'anno prossimo. Vediamo perché
di Simone P. Barillari

MILANO - Saranno 176 i romanzi stranieri pubblicati in Francia nei prossimi due mesi, e andare a sfogliare dentro questa lista i nomi italiani può rappresentare un buon checkup della nostra letteratura al cospetto di un mercato tradizionalmente esigente come quello transalpino. Quali sono dunque i nostri autori da esportazione?
Spicca subito, naturalmente, il nome di Umberto Eco: a fine gennaio Baudolino sarà nelle librerie francesi per i tipi dell'editore Grasset, un binomio che si ripete dai tempi del Nome della rosa. Seguono poi Erri De Luca e Antonio Tabucchi, entrambi molto amati e ampiamente tradotti in Francia: Montedidio uscirà il 16 gennaio per la prestigiosa Gallimard, cui sembra ormai definitivamente approdato l'autore dopo il successo di Tre cavalli lo scorso anno, mentre Si sta facendo sempre più tardi verrà proposto dall'editore Christian Bourgeois, che ha già in catalogo alcuni dei titoli più noti di Tabucchi, da La testa perduta di Damasceno Montero a Sostiene Pereira.
Le Seuil, altro marchio di vaste tirature, sta invece per lanciare Silvia Ballestra con due suoi romanzi, confermando il buon riscontro di vendite della giovane autrice bolognese che era stata tradotta la prima volta due anni fa. La casa editrice Anne-Marie Métailé proporrà invece altri romanzi di Andrea Camilleri, forte anche della serie televisiva del commissario Montalbano trasmessa recentemente in Francia. E il grande consenso che queste storie di impasto e sapore così inconfondibilmente siciliano stanno riscuotendo oltralpe è dovuto in parte proprio al raffinato progetto editoriale di Métailé: fin da La stagione della caccia, infatti, per restituire la specificità linguistica dello stile di Camilleri, la versione francese ha fatto ricorso ai termini più coloriti del dialetto di Lione, corredando il romanzo anche con un ricco glossario e una postfazione storico-linguistica della traduttrice.
Completa il drappello dei nostri autori in Francia Giorgio Manganelli, di cui verrà proposto un saggio nelle edizioni Le Promeneur. A giudicare da questo campione, dunque, esportiamo libri dei generi più disparati, dall'inchiesta poliziesca al romanzo storico, da quello epistolare alla saggistica, e autori che spaziano per età e geografia: una scrittrice appena trentenne come Silvia Ballestra e romanzieri di consolidate stature e carriere internazionali come Umberto Eco e Antonio Tabucchi, ma anche la Sicilia e Bologna, Napoli e l'Alessandria medievale di Baudolino. Quasi tutti, da De Luca alla Ballestra, da Eco a Manganelli, hanno lungamente flirtato, come traduttori o come appassionati studiosi, con la cultura francese. E tutti, senza eccezione, hanno già oltralpe un fedele gruzzolo di lettori.
Proprio quest'ultima constatazione, però, porta a interrogarsi sull'effettiva capacità di penetrazione della nostra letteratura nel mercato francese. Al di là di pochi nomi anche commercialmente affermati in patria, capaci di coniugare qualità narrative e alte tirature, quello che sembra mancare dal panorama editoriale francese è un'autentica curiosità per la nostra letteratura e la volontà di scommettere sulla sua vitalità e varietà anche attraverso autori emergenti.
"Il numero di traduzioni italiane pubblicate da qualche anno a questa parte è certamente esiguo rispetto alla ricchezza letteraria del vostro Paese - commenta Jean-Yves Masson, uno dei maggiori conoscitori e traduttori francesi della nostra cultura - Ai tempi della 'moda italiana' degli anni Ottanta, sono stati tradotti senza dubbio fin troppi titoli, alcuni certo non indipensabili. Il pubblico e la critica ne sono rimasti disorientati, e si sconta oggi questa vecchia disaffezione. Ma di certo si avverte anche l'assenza di una politica coerente di sostegno alla traduzione da parte dell'Italia", conclude Masson, portando poi per contro come esempio l'eccellente promozione della letteratura fiamminga da parte di un istituto quale l'SFB 93, presente con numerose inizative anche all'ultimo Salone del Libro di Torino.
La scoperta di giovani talenti italiani resta così troppo spesso confinata in Francia a scommesse editoriali tanto sporadiche quanto meritorie, come quella di Serge Quadruppani, direttore delle edizioni Métailé, che ha dedicato una Séries Italies ai giovani romanzieri ben ancorati, per temi e linguaggi, a una precisa regione della nostra pensiola. Ogni anno prevede l'esplorazione di una nuova geografia, e nel 2002 sarà la volta di Napoli, con i libri di Giuseppe Montesano, Maurizio Braucci e Michele Serio. Qualcosa insomma comincia a muoversi, aspettando anche il Salon du Livre di Parigi dove l'Italia, questa primavera, avrà l'oneroso ruolo dell'ospite d'onore.