Oliver Sacks a Medicina, Moni Ovadia a Ingegneria: il Teatro della Tosse
ha inventato un nuovo gioco, «Facoltà e Teatro». Ateneo
e Sant'Agostino hanno stabilito le regole, a giocare, in verità,
saranno gli studenti, che potranno contare su ottimi coach. Oltre al neurologo
bestseller e al musicista — attore — scrittore, anche Giorgio Albertazzi
e Vincenzo Cerami, Carlo Freccero e Biljana Srbljanovic, Rossana Rossanda
e Andrea Camilleri. Più che un gioco, tra Università e Tosse,
si tratta di una vera e propria scommessa: l'ha lanciata il caravanserraglio
di Tonino Conte e Lele Luzzati, l'ha raccolta Sandro Pontremoli con dieci
Facoltà. Troppe sedie vuote agli spettacoli, non per numero, ma
per età: la generazione che va dai venti ai trentacinque, l'arte
drammatica proprio non se la fila. E poi, basta con le porte stagne, sigillate,
tra indirizzi umanistici e scientifici: la realtà (perché
sul palco s'incontra quasi sempre lei, anche in una tragedia di Sofocle)
va smontata in tanti modi, meglio se ognuno porta le sue tecniche e meglio
se lo si fa insieme. E allora Maometto va alla montagna e la montagna,
l'Università, è molto contenta della visita. E mentre Lele
Luzzati dirigerà i lavori di travestimento di Palazzo Belimbau in
teatro per l'«Oreste» di Vittorio Alfieri e Tonino Conte lavorerà
a resuscitare Calderon de la Barca nell'ex chiesa di Sant'Agostino, la
scommessa si giocherà sul tavolo delle conferenze e delle esperienze.
Come quella di quaranta studenti di Medicina, bendati e guidati in un'esperienza
tutta «sensoriale», da alcuni ipovedenti dell'Istituto David
Chiossone.