La Repubblica, ed. di Palermo, 06.12.2001
"La giara" parla swahili e Montalbano dice oh yes
SALVATORE FERLITA

Quando s'è trovato tra le mani due novelle e una commedia di Pirandello in swahili, Stefano Milioto, direttore del Centro studi pirandelliani, è rimasto di sasso. Le opere del premio Nobel agrigentino tradotte nella lingua dell'Africa centroorientale? Milioto non credeva ai suoi occhi: il volume di duecentosessantacinque pagine, che conteneva "La giara", "Lumie di Sicilia" e "Cosi è se vi pare" arrivava dal Canada, dove si era trasferito dopo gli anni Settanta il professore palermitano Giovanni Battaglia, già direttore dell'Istituto italiano di cultura ad Addis Abeba. Lì, in Somalia, nel 1968, Battaglia aveva fatto tradurre nella lingua parlata in Kenya e in Tanzania tre opere del famoso drammaturgo. Per non parlare della recentissima traduzione in giapponese, a cura di Taiu Ampo, del saggio dedicato a Pirandello da Gaspare Giudice. Siamo già, in questo caso, di fronte a una traduzione di secondo grado, e questo la dice lunga sulla penetrazione e notorietà della produzione pirandelliana all'estero. Nemmeno la Cina scherza: infatti, oltre a vantare numerose traduzioni dei drammi teatrali e delle novelle dell'autore de "I sei personaggi", una compagnia di attori con gli occhi a mandorla, detta dei "Carbonari di Pechino", in occasione di un convegno ad Agrigento, ha rappresentato in cinese "I giganti della montagna". Pirandello, stando ai dati più recenti, è l'autore teatrale più rappresentato nel mondo, dopo Shakespeare.
Ma gli altri autori siciliani quale fortuna conoscono oltre i confini d'Italia? Il primato spetta certamente al romanzo di Tomasi di Lampedusa, "Il Gattopardo", che in Italia conta settantuno edizioni e un milione e centomila copie vendute, e che all'estero vanta ben ventisette traduzioni in lingue diverse, tra cui il cinese e l'olandese. A tallonare Pirandello, secondo in classifica dopo Tomasi, troviamo Leonardo Sciascia con un bottino di ventidue traduzioni, tra le quali spiccano la castigliana, la turca, quella russa e la giapponese, curata, quest'ultima, dalla brava Naomi Takeya. Mentre è già pronta, per i tipi di Fayard, l'opera omnia dell'illuminista siciliano in francese, che verrà presentata domani a Racalmuto presso la Fondazione a lui intitolata.
In questo viaggio nell'universo delle traduzioni delle opere siciliane non mancano le sorprese: Verga, ad esempio, non è mai riuscito ad imporsi in Francia, come ha reso noto l'italianista Mario Fusco, benché i suoi libri siano stati tradotti da tempo e anzi ritradotti più recentemente. Stessa sorte per Vitaliano Brancati e per Gesualdo Bufalino, che hanno conosciuto una fortuna brillante ma breve: di Bufalino, in particolare, sono state tradotto in spagnolo "Diceria dell'untore", "Cere perse", "Argo il cieco", e "Le menzogne della notte". Chi invece recentemente si è imposto in Francia non solo all'attenzione dei critici ma anche dei comuni lettori, è Giuseppe Bonaviri, con alle spalle Vincenzo Consolo, pubblicato dalle edizioni Du Seuil. A godere poi di un duraturo favore in terra di Francia è Luigi Natoli, col famoso romanzo "Beati Paoli", tradotto anche in spagnolo negli anni Settanta e recentemente in tedesco.
Se invece guardiamo alla Spagna, le posizioni in classifica si rimescolano, a favore di Sciascia, cui spetta il primato, seguito rispettivamente da Bufalino, Consolo, Camilleri, Dacia Maraini, Pirandello, De Roberto e Verga.
Cambiamo ancora fronte e spostiamoci in America, dove ci imbattiamo nella traduzione di "Conversazione in Sicilia" di Vittorini, pubblicata da "New Direction" col nuovo titolo In Sicily e la prefazione di Hemingway. Ma da una lettera dello stesso Vittorini, apprendiamo che l'edizione americana vendette poco, col rammarico dell'autore. Nel 1890 usciva invece l'edizione americana de "I Malavoglia", sotto il titolo The House by the MedlarTree, con l'acuta introduzione di William Dean Howells.
E tra breve a stelle e a strisce avremo anche l'immancabile Andrea Camilleri, reduce di felici traduzioni in tedesco, a cura di Monika Lustig, in francese e in giapponese. Del prolifico scrittore di Porto Empedocle verranno pubblicati i primi due libri della fortunatissima serie di Montalbano, e cioè "La forma dell'acqua" e "Il cane di terracotta". Dal pastiche di italiano e siciliano, cifra inconfondibile della scrittura di Camilleri, si passerà dunque allo slang americano; ad intraprendere questa faticosa impresa sarà uno dei migliori traduttori della piazza, Stephen Sartelli, per conto della catena editoriale angloamericana Penguin. "La forma dell'acqua" sarà in libreria nell'estate del 2002, mentre per "Il cane di terracotta" i lettori americani e inglesi dovranno aspettare fino al 2003.
Sempre nell'ambito dei giallisti, "I delitti di via MedinaSidonia" di Santo Piazzese è già stato tradotto in tedesco e in francese. Il secondo romanzo, "La doppia vita di M. Laurent", verrà pubblicato in edizione economica in Germania entro maggio 2002, per i tipi della più importante casa editrice europea, mentre in Francia l'uscita è prevista per febbraio.