Quando s'è trovato tra le mani due novelle e una commedia di
Pirandello in swahili, Stefano Milioto, direttore del Centro studi pirandelliani,
è rimasto di sasso. Le opere del premio Nobel agrigentino tradotte
nella lingua dell'Africa centroorientale? Milioto non credeva ai suoi occhi:
il volume di duecentosessantacinque pagine, che conteneva "La giara", "Lumie
di Sicilia" e "Cosi è se vi pare" arrivava dal Canada, dove si era
trasferito dopo gli anni Settanta il professore palermitano Giovanni Battaglia,
già direttore dell'Istituto italiano di cultura ad Addis Abeba.
Lì, in Somalia, nel 1968, Battaglia aveva fatto tradurre nella lingua
parlata in Kenya e in Tanzania tre opere del famoso drammaturgo. Per non
parlare della recentissima traduzione in giapponese, a cura di Taiu Ampo,
del saggio dedicato a Pirandello da Gaspare Giudice. Siamo già,
in questo caso, di fronte a una traduzione di secondo grado, e questo la
dice lunga sulla penetrazione e notorietà della produzione pirandelliana
all'estero. Nemmeno la Cina scherza: infatti, oltre a vantare numerose
traduzioni dei drammi teatrali e delle novelle dell'autore de "I sei personaggi",
una compagnia di attori con gli occhi a mandorla, detta dei "Carbonari
di Pechino", in occasione di un convegno ad Agrigento, ha rappresentato
in cinese "I giganti della montagna". Pirandello, stando ai dati più
recenti, è l'autore teatrale più rappresentato nel mondo,
dopo Shakespeare.
Ma gli altri autori siciliani quale fortuna conoscono oltre i confini
d'Italia? Il primato spetta certamente al romanzo di Tomasi di Lampedusa,
"Il Gattopardo", che in Italia conta settantuno edizioni e un milione e
centomila copie vendute, e che all'estero vanta ben ventisette traduzioni
in lingue diverse, tra cui il cinese e l'olandese. A tallonare Pirandello,
secondo in classifica dopo Tomasi, troviamo Leonardo Sciascia con un bottino
di ventidue traduzioni, tra le quali spiccano la castigliana, la turca,
quella russa e la giapponese, curata, quest'ultima, dalla brava Naomi Takeya.
Mentre è già pronta, per i tipi di Fayard, l'opera omnia
dell'illuminista siciliano in francese, che verrà presentata domani
a Racalmuto presso la Fondazione a lui intitolata.
In questo viaggio nell'universo delle traduzioni delle opere siciliane
non mancano le sorprese: Verga, ad esempio, non è mai riuscito ad
imporsi in Francia, come ha reso noto l'italianista Mario Fusco, benché
i suoi libri siano stati tradotti da tempo e anzi ritradotti più
recentemente. Stessa sorte per Vitaliano Brancati e per Gesualdo Bufalino,
che hanno conosciuto una fortuna brillante ma breve: di Bufalino, in particolare,
sono state tradotto in spagnolo "Diceria dell'untore", "Cere perse", "Argo
il cieco", e "Le menzogne della notte". Chi invece recentemente si è
imposto in Francia non solo all'attenzione dei critici ma anche dei comuni
lettori, è Giuseppe Bonaviri, con alle spalle Vincenzo Consolo,
pubblicato dalle edizioni Du Seuil. A godere poi di un duraturo favore
in terra di Francia è Luigi Natoli, col famoso romanzo "Beati Paoli",
tradotto anche in spagnolo negli anni Settanta e recentemente in tedesco.
Se invece guardiamo alla Spagna, le posizioni in classifica si rimescolano,
a favore di Sciascia, cui spetta il primato, seguito rispettivamente da
Bufalino, Consolo, Camilleri, Dacia Maraini, Pirandello, De Roberto e Verga.
Cambiamo ancora fronte e spostiamoci in America, dove ci imbattiamo
nella traduzione di "Conversazione in Sicilia" di Vittorini, pubblicata
da "New Direction" col nuovo titolo In Sicily e la prefazione di Hemingway.
Ma da una lettera dello stesso Vittorini, apprendiamo che l'edizione americana
vendette poco, col rammarico dell'autore. Nel 1890 usciva invece l'edizione
americana de "I Malavoglia", sotto il titolo The House by the MedlarTree,
con l'acuta introduzione di William Dean Howells.
E tra breve a stelle e a strisce avremo anche l'immancabile Andrea
Camilleri, reduce di felici traduzioni in tedesco, a cura di Monika Lustig,
in francese e in giapponese. Del prolifico scrittore di Porto Empedocle
verranno pubblicati i primi due libri della fortunatissima serie di Montalbano,
e cioè "La forma dell'acqua" e "Il cane di terracotta". Dal pastiche
di italiano e siciliano, cifra inconfondibile della scrittura di Camilleri,
si passerà dunque allo slang americano; ad intraprendere questa
faticosa impresa sarà uno dei migliori traduttori della piazza,
Stephen Sartelli, per conto della catena editoriale angloamericana Penguin.
"La forma dell'acqua" sarà in libreria nell'estate del 2002, mentre
per "Il cane di terracotta" i lettori americani e inglesi dovranno aspettare
fino al 2003.
Sempre nell'ambito dei giallisti, "I delitti di via MedinaSidonia"
di Santo Piazzese è già stato tradotto in tedesco e in francese.
Il secondo romanzo, "La doppia vita di M. Laurent", verrà pubblicato
in edizione economica in Germania entro maggio 2002, per i tipi della più
importante casa editrice europea, mentre in Francia l'uscita è prevista
per febbraio.