Corriere della sera 09.02.2001

E ora di Camilleri si stampano le copie pirata

I primi libri pirata li hanno trovati a Napoli, sulle bancarelle vicino alla stazione. Accanto alle borse di marca, alle magliette firmate, agli immancabili orologi, stavano le copie di Gita a Tindari. False, come gli status symbol che le affiancavano. Il nome di Andrea Camilleri spiccava sulla copertina riquadrata in blu, vicino al marchio Sellerio, l’editore del romanzo, che lo scorso anno ha venduto quasi 500 mila copie. Mancavano, naturalmente, il copyright e il nome dello stampatore. Ma anche a un non esperto di leggi sulla stampa, pur distratto dal freddo di fine dicembre, al punto di non accorgersi della scadentissima scannerizzazione dell’immagine in copertina e della pessima qualità della carta, qualche sospetto sarebbe sorto: il libro costava 3.000 lire. La solita truffa alla napoletana, da accogliere nel folklore mediterraneo come le T-shirt con la cintura di sicurezza disegnata, visto che le denunce contro ignoti, come quella sporta da Sellerio, si rivelano alla fine poco più che un atto dovuto. Senza conseguenze. Ne sa qualche cosa Adelphi che da anni rincorre le copie pirata di Siddharta , il libro che in Italia «vanta» più falsificazioni. E quel «vanta» non è messo a caso. Tornando a Camilleri, il fatto di ritrovarlo contraffatto, ci informa che da scrittore di straordinario successo, è diventato un autore di culto, una specie di oggetto del desiderio. La malavita organizzata sa giocar bene le sue scommesse. Tanto che l’apparizione della tiratura pirata di Gita a Tindari è coincisa con l’uscita del bel cd-rom tratto dal Cane di terracotta di Camilleri (lo presenteranno a Milano da Fnac il 14 febbraio). Insomma, ci sarebbe stato da sentirsi quasi lusingati, visto che le copie in circolazione non sembravano essere moltissime. Peccato che qualche giorno dopo a Palermo, gli stessi libri contraffatti sono stati messi in vendita in un negozio di remainders. Prezzo: 15.000 lire, lo stesso dell’edizione autentica; e ambiente, una libreria, tale da trarre in inganno, con conseguente danno d’immagine per la casa editrice, che sembra stampare libri scadenti. Speriamo che il caso passi al commissario Montalbano .

Cinzia Fiori