La Repubblica 13.05.2001

Camilleri editorialista
 

«Così è se vi pare, direbbe Pirandello. E io umilmente mi associo». Questa frase lapidaria di Camilleri, tirata fuori da uno dei suoi ventuno pezzi che compongono il libro recentemente pubblicato dalla Libreria dell'Orso e curato da Giovanni Capecchi, potrebbe fungere da epigrafe alle diverse operazioni di scrittura messe in atto dallo scrittore agrigentino. In questa raccolta di riflessioni, cronache e racconti (si tratta di pezzi usciti su "Il Messaggero" , "La Stampa" o sull'edizione siciliana di "Repubblica" , scritti tra il 1997 e il 1999), lo scrittore con grazia e con la consueta leggerezza, prendendo spunto da una notizia, un sondaggio, un rilevamento atmosferico, riesce a tracimare dall'occasione specifica per offrire una riflessione, un gustoso accenno autobiografico, o la solita battuta di spirito.
Si accennava all'inizio a Pirandello, per il fatto che Camilleri sa come grattare via la patina che copre gli accadimenti, e, dal suo angolo di visuale, considerare le cose, per rilevarne l'assurdità o coglierne la vera natura. Il tutto, condito da un'ironia aerea, che avvolge persone, parole, fatti. Di notevole rilievo poi, le indicazioni che ci vengono dalle sue preferenze letterarie, l'ammirazione per Simenon ad esempio, o dalle prese di distanza dalla natura dei detective americani, troppo ruvidi, duri e cattivi per i gusti di Camilleri. E allora ben venga «l'europoliziotto», che non va in giro con un impermeabile zozzo e stropicciato, incapace di premere il grilletto, e che all'immersione nel whisky preferisce un bel piatto di pasta con le sarde, come Dio comanda.

Silvia Fumarola