La GAZZETTA DI PARMA 15.06.2001
La nostra letteratura? Comincia da Freud
«Il secolo plurale» secondo Massimo Onofri

Difficile trovare un titolo migliore, per un testo scolastico dedicato alla cultura e alla letteratura del Novecento: «Il secolo plurale», il «profilo di storia letteraria» curato da Massimo Onofri per Zanichelli, colpisce in positivo già da qui, dalla riconosciuta molteplicità di un arco di tempo dalle mille facce e dagl'infiniti possibili «itinerari» d'esplorazione. Scavalcata la copertina e avviata la consultazione, il giudizio favorevole non solo rimane ma si rafforza: per l'organicità dell'opera, per alcune scelte non convenzionali, per l'accuratezza del ritratto che il critico fa dell'ultimo secolo del millennio. Un secolo che Onofri ha l'enorme pregio di far iniziare con Freud, attestando così il ruolo fondamentale dell'approdo al «pianeta dell'inconscio» nella stessa definizione e nell'inquadramento generale del periodo: gli anni dell'incertezza, del dubbio, della relatività, della scoperta - paurosa, disarmante, ma stimolante - di un infinito spazio da sondare non solo fuori dall'io ma anche dentro di esso. E con Freud - a fianco di Freud - Schnitzler, Proust, Joyce, Musil, Kafka e così via, in una «ricognizione europea» davvero necessaria per avere un'idea compiuta e corretta del ventesimo secolo e per arrivare poi allo scenario italiano: ai suoi nomi, alle sue particolarità. Semplice, chiaro, preciso e dotato di un'apprezzabile capacità di sintesi, Massimo Onofri propone agli studenti (e naturalmente ai loro professori) uno strumento agile e ricco di stimoli interessanti: soprattutto, li abitua a non leggere autori e correnti «col paraocchi» offrendo invece gli spunti per collegamenti extra-italiani e anche extra-letterari, in pieno ossequio non solo ai dettami del Ministero per il nuovo Esame di Stato ma anche al modo più giusto e più «intelligente» di leggere (in senso lato) e di apprendere. Una macro-suddivisione chiara e ben memorizzabile («Quando inizia il Novecento»; «Alle radici della modernità novecentesca»; «La cultura dagli inizi del secolo all'avvento del fascismo»; «Nel nome dei padri: Pirandello, Svevo, Tozzi»; «La ruota degli ''ismi'': lo sperimentalismo primonovecentesco»; «Tempo di edificare: il ritorno del romanzo»; «Gli anni Trenta: ''Solaria'' e dintorni»; «Due modi del narrare: Moravia e Gadda»; «Le tre corone: Ungaretti, Montale e Saba»; «Ermetici, antiemetici, dialettali»; «Il Neorealismo: nascita, sviluppo, dissoluzione»; «Tra realismo critico e sperimentalismo»; «Dopo la fine: dagli anni '70 a oggi») e l'attenzione costante del curatore a riportare a chi legge i pareri della critica - da quella più lontana ai nomi più recenti - i pregi maggiori del volume, che illumina con i riflettori dedicati ai protagonisti figure lasciate di solito in secondo piano nei testi scolastici (in primis De Roberto, di cui si sottolinea la modernità) e si spinge in pratica fino all'oggi: le ultime righe sono riservate ad Andrea Camilleri, la cui Sicilia - scrive, severo, Onofri - «non sembra aggiungere nulla a ciò che si sa, toglie semmai molto. È una Sicilia rassicurante: la terribilità di certi suoi mafiosi è quasi d'avanspettacolo». Senz'altro utili per gli studenti, infine, le pagine dell'ultima parte del libro: bio-bibliografie degli autori, schede «operative» sui diversi modelli di scrittura previsti per l'Esame di Stato (analisi e commento di un testo poetico e narrativo, articolo di giornale, analisi e commento di un testo non letterario, saggio, cui si aggiunge la recensione letteraria) e tavole relative alle date del secolo divise per argomenti.
Lisa Oppici