La Repubblica (ed. di Palermo) 16.10.2001
Montalbano indaga alla Tonnara di Scopello
Il commissario Montalbano, stavolta, indaga a Scopello. Fuori dalle
pagine di Camilleri la faccia del poliziotto di Vigàta è
sempre quella di Luca Zingaretti, con pelata e barbetta incolta d'ordinanza
ancora una volta protagonista della nuova serie televisiva "Il commissario
Montalbano". Ieri alla Tonnara è stato battuto il primo ciak della
lavorazione dei due nuovi episodi, "Il senso del tatto" e "Gli arancini
di Montalbano". Dietro la cinepresa c'è sempre Alberto Sironi, regista
di tutti gli episodi mandati in onda finora da Raidue; sul set, con Luca
Zingaretti, l'attrice tedesca Katherina Bohm, l'interprete di Livia, l'eterna
fidanzata genovese del commissario siciliano. In copione, secondo la sceneggiatura
di Francesco Bruni e dello stesso Camilleri, una scena di relax, una gita
in riva al mare dei due protagonisti nell'ambito della trama de "Il senso
del tatto". Siamo circa a metà del racconto.
Invariato il resto del cast, a cominciare dagli interpreti della squadra
di poliziotti di Montalbano, da Fazio ad Augello, da Gallo all'impagabile
centralinista Catarella. Dopo Scopello le riprese proseguiranno come di
consueto a Marina di Ragusa, dove Sironi ha ambientato la Vigàta
di Camilleri e la casa del commissario affacciata sulla spiaggia.
È il quarto anno consecutivo che la Palomar e la Rai producono
la serie televisiva ispirata al personaggio di Camilleri. Un
personaggio, come ha confessato lo stesso autore, figlio legittimo
di un altro celebre commissario.
«Quando scrivo un romanzo poliziesco, il modello a cui mi ispiro
è quello del commissario Maigret - ha detto Camilleri alla rivista
letteraria francese "Lire" - Il mio poliziotto siciliano è un uomo
libero che ama la vita come Maigret, è una persona normale, non
un superuomo, proprio come lo è il Maigret di Simenon. In alcuni
romanzi - continua Camilleri - Maigret arriva a conclusioni differenti
da quelle a cui l'inchiesta doveva portarlo. Questa libertà dell'indagatore
mi ha sempre affascinato. Io credo che è questo aspetto della libertà
che mi ha più influenzato e che io ho preso in particolare in prestito
da Simenon quando ho cominciato a creare il personaggio di Salvo Montalbano».