Cartasicilia 13.10.2001
Il re delle classifiche è tornato.
Orgoglio siculo. Come per Schillaci ai mondiali di calcio. Per Franco
Franchi e Ciccio Ingrassia, maestri di comicità. Per Bufalino, Sciascia,
Consolo. Per tutti i siciliani illustri che abbiamo dimenticato perché
è impossibile ricordarli tutti. Il re delle classifiche è
tornato. Con una storia sepolta dalla polvere del tempo e dei ricordi,
travolgente come una saga sudamericana, appassionante come un "cunto" che
passa di bocca in bocca, che potrebbe anche non essere scritta, tanta è
la sua forza immaginifica. Una storia tutta siciliana, anzi agrigentina,
della provincia dove Andrea Camilleri è nato. Sette anni ha impiegato
per mettere alla luce "Il re di Girgenti", ispirato a un episodio oscuro
avvenuto nel 1718. Chi aveva mai saputo che, in piena dominazione sabauda,
un contadino di nome Zosimo, avvezzo a bere vino miscelato con polvere
da sparo, un anarchico che oggi non sfigurerebbe al confronto con il subcomandante
Marcos, ebbene chi aveva mai sospettato che costui avesse guidato il popolo
agrigentino alla rivolta autoproclamandosi re? La fantasia è sempre
al potere nei romanzi di Camilleri. E' bastato il ronzio per suscitare
uno sciame, ovvero un romanzo lungo più di seicento pagine, il più
lungo dello scrittore siciliano, il più compiuto, che sta alla pari
e probabilmente supera nel respiro "Il birraio di Preston", che fino a
questo momento restava il nostro preferito. L'italo-siculo di Camilleri
ha fatto strada da allora, le invenzioni storiche e linguistiche dell'autore
di Porto Empedocle hanno richiamato al godimento di leggere, al piacere
del testo direbbe Roland Barthes, centinaia di persone che alla letteratura
guardavano con diffidenza, come si osserva dal basso una cattedrale dalle
guglie inaccessibili. Per non parlare delle indagini del commissario Montalbano,
ambientate nella molto verosimile cittadina di Vigata e finite ben presto
sul piccolo schermo. Manco a dirlo, con il record di audience. Dal 1996
a oggi è stato un continuo passaparola, da Belluno a Palermo. Prima
un sussurro, poi un discorso tra amici, alla fine un trionfo con oltre
tre milioni di copie vendute in Italia. E pensare che non troppi anni fa
l'editore Garzanti aveva rifiutato il "visto si stampi" a "Un filo di fumo",
ritenendolo interessante ma non tale da superare il valico della provincia.
Camilleri oggi è addirittura tradotto all'estero (i nostri complimenti
e auguri ai coraggiosi che hanno intrapreso la titanica impresa di volgere
in un'altra lingua la lingua "strammata" di Camilleri). Sui suoi romanzi
sta fiorendo adesso l'intellighenzia dell'italica critica letteraria: recentissimo
prodotto il volume edito Rizzoli "I colori della letteratura", scritto
da una giovane e acuta studiosa. Tra qualche anno Camilleri si studierà
nei licei, a dispetto dei puristi e degli snob. Forse servirà a
qualche insegnante aperto agli esperimenti didattici a facilitare e introdurre
lo studio dei virtuosismi linguistici di un Teofilo Folengo o di un Carlo
Emilio Gadda. Ben venga Camilleri, dunque, se come sta accadendo in libreria
diminuisce il fatturato per autori immersi fino al collo nella melassa (Coelho, Tamaro, Casati
Modignani, Steel...) e scrittori di romanzi fin
troppo perfetti, studiati al computer (l'ultimo King, Follett, Grisham, Cornwell) e all'inverso fa un balzo in avanti il made in
Sicily, ruspante
e pieno di fantasia. E chissà che da Camilleri non si passi poi
ad Antonio Pizzuto, a Carmine Abate, ad Antonio Moresco e agli altri autori
italiani (e non) che scrivono senza puntare esclusivamente alla classifica
e ai budget editoriali, ma alla qualità del lavoro e alla proposta
di linguaggi nuovi, veramente di esordio, di incominciamento. Allora speriamo
che le centomila copie de "Il re di Girgenti" sparse per le librerie italiane
vadano presto esaurite, che Sellerio programmi infinite ristampe. Se Camilleri
ci ascolta, sappia che siamo felici per lui e per i lettori. Anzi, parli
più spesso in pubblico, diffonda il suo gusto per la letteratura
e consigli gli scrittori che ama. Magari verrà ascoltato, oltre
che letto. Macari...
Fabrizio Piazza