Lettere dal futuro
(ovvero dall'Italia berlusconiana)
da la primavera
di MicroMega, n. -1, 10/05/2001
Perchè
si è dimesso il commissario Montalbano
Roma,
21 dicembre 2001
Caro amico,
ti scrivo da
Vigàta dove mi sono trasferito, sia perchè, come ogni anno,
vengo a trascorrervi le vacanze di Natale, e sia perchè tutto il
romano quartiere Prati, dove ho casa, è stato dichiarato inagibile
e fatto sgombrare. Il Tevere ha straripato ed è arrivato ai primi
piani, sommergendo negozi e portoni. Il problema non è tanto l'acqua,
quanto piuttosto le cloache che sono scoppiate, tutto inondando di liquami.
In parole povere e crude, rischiamo di annegare nella merda. Il nostro
Presidente del Consiglio ha tenuto qualche giorno fa, dal balcone di Palazzo
Venezia restituito ai suoi antichi splendori, un vibrante discorso nel
quale ha accusato di complotto il giudoscalfarcomunismo europeo, tuttora
vivo e operante ancorché tenti di spacciarsi per democratico e riformista.
Un comunista rimane tale per sempre - ha dichiarato, rifacendosi a un dotto
articolo di don Gadget-Bozzo a proposito di Giuliano Ferrara. Secondo il
Cavaliere, sarebbero state scavate nelle Alpi dai nemici innumerevoli gallerie
in modo da far confluire in Italia tutte le acque dei fiumi europei, piano
accuratamente preparato dalle cellule eversive dell'Economist capeggiate
dal tristo giudice spagnolo Garzòn.
Volevo dirti
che, andando a pranzo nella trattoria «San Calogero», vi ho
incontrato naturalmente il commissario Salvo Montalbano. L'ho trovato dimagrito
e di umore nìvuro. «M'è passato il pititto»,
ha detto al trattore e si è fatto portare solo una piccola triglia
di scoglio che ha mangiato svogliatamente. «Fa accussì da
metà maggio», mi ha confidato il proprietario preoccupato.
Ti sceneggio fedelmente il nostro dialogo avvenuto mentre ci pigliavamo
il caffè perché, come certamente saprai, il commissario non
ama parlare durante il pasto (anche se magro).
Io: Allora,
come hai pigliato questa decisione di dimetterti?
Montalbano:
Mi hanno rotto i cabasisi. E non avevo scelta.
Io: Non potresti
essere più chiaro?
Montalbano:
Più chiaro d'accussì? In primisi: mi hanno proposto di dirigere
l'OVRA di Montelusa, in caso di rifiuto sarei stato trasferito. Non potevo
accettare né una cosa né l'altra e quindi... Sono furbi assà.
Io: (asciugandomi
il sudore freddo dalla fronte) Ma non era stata abolita con la caduta
del fascismo?
Montalbano:
L'hanno ripristinata. Ora significa Organizzazione Volontaria Repressione
Antiberlusconismo. In secundis: non puoi più cataminarti.
Io: Perché?
Montalbano:
Ora vengo e mi spiego. Ti ricordi quello che disse qualche tempo addietro
il senatore sardo Lepre- Marzolina?
Io: Ne dice
tante!
Montalbano:
Disse accussì che era giusto arrestare chi doveva essere arrestato,
ma che non bisognava farlo in periodo elettorale perché poteva far
nascere il dubbio di una giustizia di parte. L'hanno pigliato in parola
e hanno fatto la legge. In periodo elettorale non si può arrestare
a nessuno.
Io: Ebbè?
Tu aspetti che passino le elezioni e...
Montalbano:
(interrompendo) E il Governo non si è inventato le elezioni
permanenti? Al grido di «Democrazia! Democrazia!» ora si vota
per eleggere il capo caseggiato, il capo rione, il capo quartiere, il capo
comunità, il capo assemblea, il capo circoscrizione, il Sindaco,
il Presidente della Provincia e il Presidente della Regione. Poi il capo
condominio, il capo consiglio di classe, altri capi varii, una media di
200 referendum al mese. Si vota per 360 giorni all'anno e tu per 360 giorni
non puoi arrestare nessuno. Non c'è chi ha detto di candidarsi per
legittima difesa? E questi hanno inventato il voto per legittima difesa!
Io: Beh, cinque
giorni a disposizione ti restano. Anche se mi rendo conto che arrestare
a uno come Provenzano in cinque giorni non sia...
Montalbano:
(interrompendo di nuovo) Chi tocca a Provenzano è un omo
morto, finito, consumato.
Io: Capisco.
La vendetta della mafia.
Montalbano:
(interrompendo per la terza volta) Ma quale vendetta e vendetta!
Che minchiate mi conti? A quello chi l'arresta si è fottuto la carriera.
A Bernardo Provenzano lo tengono addirittura apposta, come i carretti,
il marranzano, i pupi, i templi di Agrigento, la cassata e i cannoli. Fa
folclore, la leggenda della lupara, richiama turisti. E poi è comodo.
Io: Comodo?
A chi?
Montalbano:
Ti faccio il primo esempio che mi passa per la testa. E' comodo a certi
industriali del Nord che dicono, non mi sto inventando niente, che la Sicilia
è un Far-West, che chi impianta nell'isola una fabbrica, che so
io, di fischietti di canna, rischia la vita e deve camminare sempre col
revorbaro a portata di mano. Non si può - dicono - perché
quello è il regno di Provenzano, l'inafferrabile, l'uomo senza volto.
E vanno a fare gli affarucci loro nei paesi dove c'è la schiavitù
minorile legalizzata e il travaglio (con la «t» minuscola),
la manodopera non costa niente. E' ragionato?
Io: Beh, sotto
questo aspetto...
Montalbano:
E poi l'onorevole Zini, il vicepresidente del Consiglio, ha parlato chiaro:
capace che Provenzano, ha detto, come altri mafiosi una volta arrestato
faccia delle rivelazioni destabilizzanti.
Io: E allora?
Montalbano:
E allora è meglio non fargliele fare. Scommessa?
Io: Su che?
Montalbano:
Scommessa che appena Provenzano è in carzaro gli offrono un cafè
all'italiana, càvudo, càvudo, come a Pisciotta o a Sindona?
Io: Non mi piace
perdere le scommesse. Quindi qua non arrestate più nessuno?
Montalbano:
Ma che fai, vuoi babbiare? Decine e decine di arresti ci sono. Algerini,
tunisini, curdi, albanesi, senegalesi.
Io: Perciò
te ne vai perché non puoi più fare il tuo mestiere.
Montalbano:
Non solo. Il fatto è che io appartengo a quelli che non vedono una
minchia dentro la cornice.
Io: Stai parlando
cifrato.
Montalbano:
Allora ti conto una storia, accussì capisci meglio. Dunque, un giorno
(siamo verso il '500) alcuni imbroglioni arrivano in un paìsi con
un'enorme cornice coperta da un linzolo. Chiamano la gente a raccolta e
spiegano che loro posseggono il quadro delle meraviglie dintra il quale
tutti potranno assistere a eventi straordinari come il passaggio del mar
Rosso, Davide che abbatte Golìa, la creazione del mondo. Insomma
una specie di proiezione di film storici tipo Ben Hur.
Io: Ma questo
è Cervantes! Te lo seguito io, il racconto. C'è però
una condizione, dicono gli imbroglioni: chiunque potrà vedere, pagando
si capisce, quella rappresentazione a patto che sia sicuro che suo padre
sia veramente suo padre. Che non sia, diciamo così, il frutto di
una colpa materna. In questo caso, il figlio di buona donna, dico così
per semplificare, non vedrà niente. La gente accetta, paga, e gli
imbroglioni tirano su il lenzuolo: la cornice è vuota, non c'è
tela, non c'è dipinto, ma tutti dicono di vedere quello che non
c'è e fingono di entusiasmarsi a uno spettacolo inesistente pur
di non mettere in dubbio l'onorabilità della madre. Essere figlio
illegittimo non piace a nessuno. Ma che c'entra?
Montalbano:
Eccome se c'entra! Se sostituisci «figlio di buona donna»,
come hai detto tu, con «comunista», capisci tutto. Che fai,
a questo punto? Ti metti a gridare? «Guardate che la cornice è
vacante! Guardate che vi stanno imbrogliando! Vogliono convincervi a vedere
cose che non ci sono!». Tu fallo, e gli imbroglioni gridano alla
gente: «Non ve l'avevamo detto noi? Quest'uomo non vede niente, al
contrario di voi che vedete e ve la godete, perché è uno
sporco comunista!». E la gente, torno torno, comincia a murmuriare:
«E' vero, è uno sporco comunista! Ci sta rovinando la festa!
Cacciatelo via!». Bene, non so che farci, amico mio: quella, comunista
o non comunista, è una cornice vacante. Lo griderò finché
avrò voce.
Io: Cosa conti
di fare dopo le dimissioni?
Montalbano:
Che devo fare? Me ne vado in pensione e mi marito con Livia. (con un
sospiro) Lo vedi, macari a questo m'hanno costretto! A maritarmi!
Io: Non temi
ritorsioni per il tuo passato?
Montalbano:
Io? E che sugnu, fissa? Io mi candido.
Io: (sbalordito)
A che?
Montalbano:
A capo caseggiato della mia casa di Marinella.
Io: Ma lì
abiti tu solo!
Montalbano:
Appunto. Non avrò oppositori.
Io: Ma a che
ti serve?
Montalbano:
(alzandosi e andandosene) Non lo sai che pure ai capi caseggiato
è stata estesa l'immunità parlamentare?
Qui termino.
Con molta tristezza ti abbraccia il tuo
Andrea
Camilleri