La Stampa 23.06.2001
CAMILLERI assassinio filosofo

Il nuovo giallo della serie Montalbano: un’indagine nelle truffe finanziarie, con una citazione di Bobbio

IL ragioniere Emanuele Gargano, quarantenne alto, elegante, bello che pareva l’eroe di una pillicola miricana, sempre cotto dal sole al punto giusto, apparteneva a quella razza di corta vita aziendale che era detta dei manager rampanti, corta vita in quanto a cinquant’anni erano già accussì usurati da doversi rottamare, tanto per usare un verbo che a loro piaceva assà. Il ragioniere Gargano, a suo dire, era nato in Sicilia ma aveva a lungo travagliato a Milano dove, in breve e sempre a suo dire, si era fatto conoscere come una specie di mago della speculazione finanziaria. Poi, stimando di avere acquistato la fama necessaria, aveva addeciso di mettersi in proprio a Bologna dove, siamo ancora a suo dire, aveva fatto la fortuna e la filicità di decine e decine di risparmiatori. Si era appresentato a Vigàta poco più di due anni avanti per promuovere, diceva, «il risveglio economico di questa nostra amata e sventurata terra» e in pochi giorni aveva rapruto agenzie in quattro grossi paìsi della provincia di Montelusa. (...). Cinquantina, tozza e sgraziata, Mariastella aveva presentato domanda d’assunzione per l’agenzia di Vigàta e, dopo un breve quanto intenso colloquio col ragioniere in pirsona, era stata pigliata. Accusì si diceva. Breve il colloquio, ma abbastevole pirchì la fìmmina pirdutamente s’innamorasse del principale. E quello, era sì il secondo impiego per Mariastella, ch’era stata per tanti anni casaligna dopo il diploma di ragiunera per aiutare prima il patre e la matre e po’ il solo patre sempre più pritinzioso fino alla morte, però era macari il primo amore. Perché, in cuscenza, Mariastella fino dalla nascita era stata promissa dalla famiglia e mai accanosciuto di pirsona pirchì morto picciotto di una malatia scognita. Ma ora la facenna era diversa, dato che Mariastella stavolta il suo amore aveva potuto vidirlo vivo e parlanti in più occasioni e accussì vicino, una matina, da sentire perfino il sciauro del suo dopobarba. Si era spinta allora a fare una cosa tanto audace che mai e po’ mai pinsava che ne sarebbe stata capace: pigliato l’autobus, era andata a Fiacca da una parente che aveva una profumeria e, sciaurando bottigliette una appresso all’altra fino a farsi venire il malo di testa, aveva ritrovato il dopobarba usato dal suo amore. Se ne era accattata una bottiglietta che teneva nel cascione del comodino. Quando certe notti s’arrisbigliava sola nel suo letto, sola nella grande casa deserta e l’assugliava una botta di sconforto, allora la stappava, aspirava il profumo e arrinisciva accussì a ripigliare sonno murmuriando: «Bonanotti, amuri mè». Mariastella si era fatta capace che il ragioniere Emanuele Gargano non era scappato portandosi appresso tutti i soldi depositati e tantomeno era stato ammazzato dalla mafia per qualche sgarro. Interrogata da Mimì Augello (Montalbano non si era voluto interessare di quell’indagine perché sosteneva che lui di storie di soldi non ci capiva una minchia), la signorina Cosentino aveva affermato che, a parer suo, il ragioniere era stato colpito da momentanea amnesia e che un giorno o l’altro sarebbe ricomparso mettendo a tacere le malelingue. E aveva detto quelle parole con tanto lucido fervore che lo stesso Augello aveva rischiato di farsene convinto macari lui. Forte della sua fede nell’onestà del ragioniere, ogni matina Mariastella rapriva l’ufficio e si metteva ad aspittare il ritorno del suo amore. Tutti, in paìsi, ridevano di lei. Tutti quelli che non avevano avuto chiffari col ragioniere, si capisce, perché gli altri, quelli che ci avevano perso i soldi, ancora non erano capaci di ridere. Il giorno avanti Montalbano aveva saputo da Gallo che la signorina Cosentino era andata in banca a pagare, di sacchetta propria, l’affitto dell’ufficio. E allora che gli era venuto a mente, a quello che stava amminazzandola col revorbaro, di pigliarsela con lei, povirazza, che in tutta la facenna non ci trasiva il resto di nenti? E poi, pirchì il creditore aveva avuto questa bella alzata d’ingegno tardiva, una trentina di giorni appresso la scomparsa, vale a dire quando tutte le vittime del ragionier Gargano si erano messe l’animo in pace? A Montalbano, che apparteneva alla prima scuola di pensiero, quella che sosteneva che il ragioniere se n’era fujuto dopo aver fottuto tutti, Mariastella Cosentino faceva pena. Ogni volta che si trovava a passare davanti all’agenzia e la vedeva, compostamente assittata darrè lo sportello, al di là del vetro divisorio, gli veniva uno stringimento di core che non lo lasciava più per il resto della giornata. Uscirà il 28 giugno da Sellerio L’odore della notte, il nuovo romanzo di Andrea CAMILLERI che ha per protagonista il commissario Montalbano. Anticipiamo uno stralcio del primo capitolo