La stampa 30.03.2001
CAMILLERI~FERILLI

CAMILLERI: Cominciamo da un terreno comune, che è il passato. Sia pure con l'enorme differenza di età tra Sabrina e me, ricordare il primo amore mi sembra la cosa più giusta per avviare questa chiacchierata. Al di fuori della diversità e del tempo, credo che le reazioni siamo sempre le stesse: per Dante Alighieri, per Turgenev, per chiunque. FERILLI: Come no. CAMILLERI: Il ricordo del primo amore è la compagna di classe. Era già una conquista frequentare, a scuola, una classe mista. Quando facevo il primo, il secondo ginnasio, le classi in Sicilia erano assolutamente separate. Quindi c'è stata anzitutto 'sta novità inebriante delle compagnucce. Ed è cominciato un gioco di sguardi, di bigliettini. Potevo avere 14 anni. Lei si chiamava Egle. FERILLI: È vero: si ha la curiosità di seguire il primo amore e di non abbandonarlo più. Non credo che il primo bacio sia il più bello; a me piace ricordare il primo bacio di ogni storia. CAMILLERI: È curioso: a quel primo amore, nella memoria, rimani assolutamente legato. Continui a seguire la vicenda umana. FERILLI: Proprio così. Io avevo 15-16 anni e, nonostante ne siano passati altrettanti, continuo a seguire Mauro, che è stato anche il primo amante. Quando ho saputo che ha avuto dei figli un po' di dispiacere l'ho provato... se lo legge la moglie non le farà tanto piacere... Ma è così, perché un pochino rimane tuo. CAMILLERI: E nel mio caso non si è spinto al di là di un bacio, che è stato il primo per lei e per me. Ebbe anche un divertente corollario. Eravamo in periodo fascista; c'erano le adunate del sabato: lei in divisa, io in divisa; trovammo un momento per poterci dare questo primo bacio, che uno se lo ricorda e se lo scorda, perché è uno dei più insapori, in fondo. FERILLI: Ti affezioni al ricordo. CAMILLERI: Quella ragazzina si truccava: mi sporcai un po' di rossetto e col fazzoletto mi pulii. Avveniva ad Agrigento. Mio padre mi venne a prendere per riportarmi al paese e mi vide un po' stravolto. Siccome avevo con lui una confidenza straordinaria, glielo raccontai e, con orgoglio virile, gli dissi, da uomo a uomo: «Guarda il fazzoletto». «Madonna», mi rispose, «se tua madre ti scopre con un fazzoletto sporco di rossetto fa il diavolo a quattro. Dàllo a me: a me non dice niente». E se lo mise in tasca. Essendo figlio unico, aveva ragione: la gelosia materna, scherziamo... Quel gesto era anche indicativo del costume dell'epoca e di una cultura maschilista terribile. FERILLI: Io con Mauro feci anche l'amore, per la prima volta. Assolutamente insapore. Non me lo ricordo neanche. CAMILLERI: A me accadde più tardi. Non c'era questa possibilità di incontri sessuali, nel primo dopoguerra. A Porto Empedocle arrivò una bellissima ragazza triestina, quindi con una mentalità completamente diversa, per lavorare da barista. Il mio amico Ciccio Burgio e io immaginammo, intuimmo, scoprimmo che d'estate sotto il camice bianco indossava soltanto gli indumenti intimi. Già la cosa era sconvolgente. Facendole la posta, ci accorgemmo che, prima di tornarsene a casa, abbassava la saracinesca, andava nel retrobottega, si spogliava, si dava una lavata e si rivestiva. Un sera ci nascondemmo dietro i sacchi del caffè, per vedere questa operazione di Mariuccia. FERILLI: Vorrei farti una domanda anch'io. Che cosa pensi del corteggiamento? A me piace breve. CAMILLERI: Anche qui: che cosa si intende per corteggiamento? È avere il cavalier servente? Quello è a lunga durata, naturalmente. Perché sai su chi puoi contare. Almeno credo sia così, no? FERILLI: Ma mica ci interessa, quello. Non ce ne frega niente. CAMILLERI: Il corteggiamento deve avere una violenza tale... FERILLI: Eeeh, certo. Deve acchiappa' al volo. È così che colpisci, che seduci. È chiaro che un invito all'opera mi può far piacere, ma non mi conquista, non cado. Mi piacerebbe uno che bussa alla porta e mi dice: «Io so' pazzo di lei. Mi dia una chance». Lo farei entrare e gli chiederei: «Da dove vorresti iniziare?». «Vorrei iniziare...». «Mi sembra un bel piano». CAMILLERI: Stai entrando in uno di quei tuoi meravigliosi... FERILLI: ...Viaggi... Non accade. Chi è così intelligente? Nessuno. Bisogna essere all'altezza (sorride). CAMILLERI: Noi siamo fuori gioco (rassegnato). Ma quello che Sabrina dice mi fa pensare, e mi fa ridere, a quando un uomo afferma: «Ti ho regalato 'sta camicia da notte, sarai più sexy». Una o è sexy o non lo è: la camicia da notte non cambia assolutamente niente. È vero o no? Tutto seduce. E nulla. Per me può essere una frazione di secondo in cui vedo una persona sotto una luce e una prospettiva diverse. FERILLI: Bravo. Un gesto, una posizione. Li preferisco all'indumento. CAMILLERI: O l'odore della pelle: quando la pelle è pulita, è il migliore profumo che possa esistere. FERILLI: Di fresco. E di carne: la carne delle persone ha un profumo eccezionale, quando sei sano, anche di testa, perché se sei disturbato anche con la testa, l'odore è diverso, penso. Con l'olfatto capisci che animale hai davanti. CAMILLERI: Un bellissimo preliminare è il bacio. Ma per me, in ogni gesto di rapporto amoroso, conta l'intenzione che c'è dietro: la capacità magnetica che abbiamo, attraverso il corpo, di esprimere un sentimento, non solo una sensazione. Per questo il bacio può essere un atto strepitosamente sessuale e, ahimé, non esserlo. FERILLI: Per me, che idealizzo così tanto i rapporti, il bacio, ma con la lingua, eh?, è il massimo: con un bacio posso stare bene mesi interi, mi procura un appagamento erotico incredibile, mamma mia... I primi baci, nelle storie più importanti che ho avuto, duravano ore... CAMILLERI: Altro che Notorius (ride). I preliminari li ritengo importanti e necessari: fondamentali. Credo che l'atto arrivi quando si sente istintivamente, e reciprocamente, che il loro tempo è finito. FERILLI: Questo è vero. Anche se sono legati a una ricerca e a una sessualità ancora non consumata più di tanto. Andando avanti in una storia, che magari è sempre la stessa, diventa difficile praticarli ogni volta, no? CAMILLERI: Sì. Diminuisce la durata e la loro intensità, perché c'è già un dato di conoscenza. Ed è un male. FERILLI: Purtroppo (sconsolata), perché sono un'altra colonna portante. I preliminari sono stupendi nei primi incontri, quando addirittura possono sostituire il rapporto: tant'è che alcune volte si raggiunge l'orgasmo prima della penetrazione. A mano a mano che ci si conosce diventano sbrigativi. Ecco allora la fantasia, di cui vivo (ride). Puoi abbandonarti anche al gioco erotico e immaginare una terza persona. Ma devi essere con il tuo compagno, con la famosa anima gemella: altrimenti i giochi rischiano di diventare rami di un albero pericoloso. Anche per questo certe esperienze non le ho mai vissute. Ho amiche che hanno fatto l'amore sull'albero di banano, in un taxi, a Cuba: morirei a sapere che sul sedile anteriore c'è qualcuno che guida e sente un mio gemito o intravede dallo specchietto... E quindi, sì: fantasie, con l'anima gemella, puoi averne; ma soltanto fantasie, perché se fai un passo sbagliato la mattina dopo non è che stai tanto bene. CAMILLERI: Sostanzialmente sono d'accordo. Accade che io abbia una compensazione. Tu hai detto: «Di fantasia ci vivo». Io devo dire: «Ci guadagno più che viverci». Le descrizioni erotiche, sessuali, che si trovano nei miei libri, anche nell'ultimo, sono sempre intrise di ironia e di divertimento. Sono stato molto felicemente libero nei rapporti col sesso. Le storie di fantasia mi hanno colpito poco nel campo strettamente sessuale. Mi è accaduto, invece, di avere amato due persone contemporaneamente. FERILLI: Anche a me. CAMILLERI: Ma usare il verbo amare è assurdo. Perché sta a significare due cose diverse. Se si amano due persone l'intensità dell'amore è medesimo, sono completamente diversi i modi. Credo che abbiamo una capacità infinita di amore. FERILLI: Di amare. CAMILLERI: Le donne potrebbero amare 30 uomini e viceversa. Il problema è che certe volte sono addirittura compensativi questi tipi di rapporti. Siamo un organetto che si può allargare, vero? FERILLI: Sì, soprattutto a livello di sentimenti. È difficile che una persona soltanto possa appagarti, emozionalmente e sentimentalmente. Quando mi è accaduto di vivere due storie contemporaneamente non le ho vissute con disagio o con sensi di colpa, manco un po'. Anzi. CAMILLERI: Mai, neanch'io. Il tradimento è indispensabile. FERILLI: Sempre prima di avere un compagno o di sposarsi (ride, divertita). CAMILLERI: Sempre prima... Quante pagine sono state scritte sul tradimento che rafforza un rapporto precostituito? Non è solo finzione: è verità... Il tradimento più bello è quello che non si saprà mai perché si è svolto dentro il tuo cervello. FERILLI: Bravo. E viene a dormire con te la notte. E non lo devi dire a nessuno. E sei padrona di qualcosa che nessuno può cogliere. Ti fa prudere la pelle, per come ti eccita. Serve per appagare il sogno, il privato. Non credo che abbia soltanto una cifra erotica. CAMILLERI: L'unico tradimento che mi dà fastidio è quello consumato per ripicca. FERILLI: Quelli non so' poeti: so' porci e basta. Fanno soltanto del sesso. L'amore vero deve essere tranquillo, mi deve dare lucidità, stabilità. E sessualmente deve essere consumato al letto. Massimo su un divano. CAMILLERI: Io sono un comodista. Massimo sul divano. 

A cura di Luigi Vaccari