Da Il Nuovo 30.04.2001

MILANO - Un giallo dentro un giallo, una serie di delitti che si incastrano tra di loro come in un puzzle. Oppure un endiadi, più esattamente L'endiadi del dottor Agrò, il nuovo romanzo di Domenico Càcopardo. Una storia alla siciliana, ambientata ora nella realtà isolana moderna, ora in quel 1965 fatto di corruzione e criminalità mafiosa. In un groviglio di personaggi e fatti che creano la famosa endiadi del titolo.
"Che cos'è l'endiadi?", chiede Scuto, un personaggio del libro. E' un concetto che si scompone di due cose, che perdono la loro identità nell'entità unitaria."Oppure, secondo una spiegazione meno dotta: "è come il sandwich con dentro la fettina di prosciutto", risponde il protagonista, Italo Agrò, a mistero risolto.
Ecco la storia in sintesi: il magistrato Rovini, dopo aver scrittoil romanzo La strana storia di Catènio La Strada, viene brutalmente ucciso. Sull'assassinio è chiamato ad indagare il dottor Agrò  che deve trovare l'invisilibile filo che lo porterebbe dritto al colpevole. E l'unico indizio è proprio il libro di Rovini. Da lì bisogna partire per arrivare alla verità.

Lei  è magistrato del Consiglio di Stato, ma quando trova il tempo di scrivere?
La notte, naturalmente, altrimenti quando...

Ha pubblicato tre raccolte di poesie,  molto apprezzate. Non è una scelta anomala passare al genere giallo?
In realtà, il mio romanzo non è un giallo. Ci sono, invece, molte annotazioni di costume, descrivo la realtà siciliana... Anzi, narro qualcosa che è accaduto in Sicilia, accade e potrebbe accadere nel futuro.

E le poesie ?
Ho sempre trovato più facile comunicare attraverso la poesia. Al romanzo ci sono arrivato per caso: mio genero stava armeggiando con il mio computer, ha trovato la mia bozza  ed ha esclamato (qui il magistrato si ferma, rimane incerto un momento, e poi conclude) "cacchio, ma questo è un libro da pubblicare". E io gli ho dato retta
 
Descrive molto la Sicilia, scelta obbligata perchè è siciliano?
Lo sò, nel risvolto di copertina del mio romanzo c'è scritto che sono di Letojanni, in provincia di Messina. In realtà sono nato a Torino, papà siciliano, mamma emiliana con origini ungheresi, e ho vissuto in Sicilia solo fino ai 12 anni... Quando ci stavo io Letojanni era identica ai paesi descritti da Verga. Erano in tutto otto famiglie. Si beveva direttamente dagli orci di terracotta. E poi c'erano gli sciabbacoti (i pescatori), i villani (i contadini) e i carretteri, insomma i camionisti dell'epoca.

Eppure sembra conoscere molto le usanze, i cibi, certi personaggi  diciamo così tipici...
Perchè sono sempre tornato in Sicilia e ho passato molte estati laggiù.

La definiscono L'Anti-Camilleri... non si ha neanche il tempo di completare la domanda. Càcopardo quasi si inalbera, interrompe e di fretta esclama: non mi chiami l'Anti- Camilleri. Le sembra che i miei romanzi assomigliano ai suoi? Lui ha inventato un dialetto che non esiste davvero, turististico adatto solo al resto d'Italia. E nelle sue storie, la mafia non esiste, non se ne parla davvero. Invece è il vero grande problema della Sicilia.

Ma com'è la mafia oggi?  Come quella che racconta nel suo romanzo?
Diciamo che dopo l'attentato a Falcone e Borsellino, la coscienza civile è diventata forte in Sicilia. E molti professori nelle scuole oggi insegnano ai ragazzi cosa significa davvero la parola mafia.  

A proposito del messinese, dove è ambientato il suo romanzo ( in realtà  le vicende accadono tra la Sicilia e Roma) come vede questa città, famosa per i  suoi Baroni
E' sufficiente rispondere, e lo può benissimo scrivere, che gli eredi del potente Nino Gullotti hanno piazzato un loro uomo a sinistra e un'altro a destra. Mi sembra  che questo esempio chiarisca tutto. Sicuramente l'università, come avviene in molti altre città, è "vittima" dei  baroni. Solo che a Messina c'è stata una sublimazione. Adesso, però, la situazione potrebbe molto cambiare, il nuovo rettore, Gaetano Silvestri, è una persona davvero eccezionale. 

Domanda canonica. In programma un nuovo libro?
Già finito. Si intitola Cadenze  d'inganno, in realtà è una figura musicale. E' una nuova inchiesta del dottor Agrò, ma non è ambientata in Sicilia. Si svolge tra Roma e Budapest e stavolta si tratta di un vero giallo.

Il titolo del suo libro, l'endiadi, cos'è  uno specchietto per allodole? Un titolo stuzzica- lettori?
A dire il vero ho molto insistito per questo titolo. Secondo la  casa editrice era rischioso. Ma tutto sommato mi sembra di aver avuto un  successo con questa scelta. Beh che dire... sono contento.

Domenico Càcopardo
L'endiadi del dottor Agrò
Marsilio editore (25.000 lire)