Giornale di Sicilia 10.05.2001

Lucarelli: "Il noir? Ecco perch‚ trionfa E dalla realtà rubo solo le emozioni"
Carlo Lucarelli a Palermo ripercorre il passato, il primo romanzo pubblicato da Sellerio, ed anticipa il futuro, il prossimo romanzo, con il ritorno del Commissario De Luca, l'antieroe di Carta Bianca. In Sicilia per partecipare al laboratorio di scrittura "Io scrivo giallo", il maestro emiliano del noir presenterà oggi a Palermo (18,30 alla libreria Modus Vivendi) il suo ultimo libro, Un giorno dopo l'altro, seguito del fortunato Almost Blue, dal quale lo scorso anno è stato tratto anche un film. Lucarelli è uno dei pionieri del nuovo giallo italiano, genere vissuto per decenni ai margini della nostra letteratura, con pochi nomi di successo (Scerbanenco e Olivieri, tra gli altri), per poi fiorire alla fine degli anni '80, grazie a un gruppo di autori bolognesi, tra i quali anche un giovanissimo Lucarelli, coi suoi romanzi ambientati nel ventennio fascista e i suoi noir bolognesi con l'ispettore Coliandro. Pare che il baricentro della letteratura italiana gialla si sia spostato negli ultimi anni verso la Sicilia. Come mai? "Prima il noir era appannaggio di Milano. Poi abbiamo cominciato noi a Bologna. Adesso stanno venendo fuori autori interessanti a Palermo, Napoli, Roma. Abbiamo capito che si potevano raccontare le nostre città anche con un noir. I siciliani mi piacciono molto, Piazzese in particolare". E Camilleri? "Mi piace. La prima volta che ho letto un suo romanzo, alla terza riga volevo scrivere alla Sellerio e protestare, perchè non capivo niente. Poi dopo un po' ci ho preso gusto ed ero convinto che sarei potuto venire a Palermo e parlare con tutti in dialetto". Ha detto più di una volta che tra gli autori che più ti hanno influenzato c'è Sciascia. "Certo. Fu lui a definire il giallo un romanzo d'inquietudine, il suo stile, i suoi eroi sconfitti, il suo arrivare a un punto nel quale la verità si conosce ma non c'è niente da fare, sono tutte cose che mi appartengono. E poi con Sciascia ho un legame emotivo in un certo senso, che risale ai miei inizi..." In che senso? "Ricordo quando pubblicai il mio primo libro, con Sellerio, che era anche la sua casa editrice. So che ricevette il mio manoscritto, ma morì in quei giorni, forse non lo lesse mai". Per anni i consumatori di gialli italiani hanno fatto scorpacciate dela Christie. Il giallo era una sorta di puzzle. Oggi quel genere è stato soppiantato dagli scrittori alla Simenon, come lei. Perchè? "Eravamo indietro coi gusti. Poi si è capito che lo scrittore, anche quello di noir, è uno che racconta la realtà e non può limitarsi a condurre un gioco coi lettori. Quando io ho cominciato erano quelli i miei riferimenti, ma noi volevamo fare qualcosa di diverso, volevamo raccontare la realtà". Già, la realtà. Nel suo programma televisivo "Blu Notte" parla dei delitti rimasti irrisolti. Quanto ha tratto dalla cronaca per i suoi libri? "Dalla realtà ho rubato soprattutto le emozioni. Non avevo mai visto una donna a cui avevano ucciso una figlia. Adesso so descriverla". Nella prossima edizione di "Blu Notte" parlerà anche del delitto del cronista Mauro De Mauro... "Sì, una storia molto misteriosa e affascinante. Ci stiamo lavorando". Nel suo ultimo libro c'è anche un po' di Sicilia? "Sì, doveva essere tutto ambientato a Palermo, in origine. Ma poi, non conoscendo abbastanza bene la città, ho spostato la storia a Bologna. Ma da Palermo ho tratto delle suggestioni, certi luoghi, come il Castello dell'Emiro". E il prossimo? Tornerà al periodo del fascismo? "Tornerà il commissario De Luca, il personaggio dei miei primi romanzi. Sarà una storia ambientata nel 1950. Lui, ex poliziotto, transiterà nei servizi segreti e dovrà vedersela con un caso complicato e clamoroso, come il caso Wilma Montesi". 

Salvo Toscano