La stampa 31.05.2001
Domani a Città Studi i big del Bancarella
BIELLA Domani alle 17, all’auditorium di Città Studi, appuntamento
con i sei finalisti del premio Bancarella e con gli studenti delle superiori
biellesi, vercellesi e valsesiane e della facoltà di Lettere e filosofia
di Vercelli. Tra i ragazzi ci saranno i vincitori per le migliori recensioni.
Quest’anno toccherà al giornalista Jas Gawronski l’onore di introdurre
le opere dei finalisti, tutti italiani, del Bancarella 2001: Laura Laurenzi,
con Amori e furori, Corrado Augias, I segreti di New York, Sveva Casati
Modignani, Vaniglia e cioccolato, Andrea Camilleri, Gita a Tindari, Umberto
Eco, Baudolino, e Mario Rigoni Stern, Tra due guerre. Già annunciato
dagli organizzatori, i Librai pontremolesi, la Libreria Giovannacci e Biver,
con signorile onestà, il forfait di Eco, Stern e Camilleri, prontamente
sostituiti da «padrini» famosi: lo scrittore e giornalista
alessandrino Roberto Cotroneo, Nico Orengo e Raul Rossetti. Gli studenti
avranno l’occasione di «intervistare» gli autori, e i più
bravi di essere premiati da chi è già una stella nel firmamento
della letteratura internazionale. Per loro, come ogni anno, la Fondazione
metterà a disposizione gratuita un pullman. Una delle caratteristiche
dei bancarellai pontremolesi è il fiuto nell’individuare gli autori
doc. La storia del concorso, giunto alla 49ª edizione, racconta di
scrittori, Hemingway, Pasternak, Singer, riconosciuti prima dal Bancarella
e poi insigniti del Nobel della letteratura. E a conferma della politica
di scoperta di nuovi talenti e di promozione alla lettura dei librai pontremolesi,
in questi giorni è stato assegnato anche il Bancarellino al miglior
libro per ragazzi. Tra i sette minigiurati chiamati alla scelta finale
anche un bambino di Ronco, Matteo Gamba.
Avvenire 30.05.2001
Da Camilleri a Lodoli, capire le «scritture in corso»
La narrativa italiana tra gli anni Ottanta e i Novanta ha bisogno di
indagini critiche, di analisi delle opere dei narratori anche per destrutturare
i pregiudizi delle etichette giornalistiche che hanno in qualche modo bloccato
gli approfondimenti. Uno strumento utile in questo senso è la collana
«Scritture in corso», varata dalle Edizioni Cadmo di Firenze,
dedicata agli autori che scrivono oggi e presentata come «uno spazio
nuovo di riflessione critica per identificare le esperienze che più
contano nella narrativa contemporanea». I primi tre titoli sono dedicati
a Marco Lodoli, letto da Anna Nelli; a Tiziano Sclavi, letto da Daniele
Bertusi e ad Andrea Camilleri, indagato da Giovanni Capecchi. Seguiranno
monografie su Alessandro Baricco, Gianni Celati, Erri De Luca, Andrea De
Carlo. Ciascun volume si presenta quindi come una ricca monografia, introdotta
da un profilo critico sui temi dell'opera di ciascuno scrittore. Seguono
poi un'analisi dettagliata delle opere, un profilo biografico, una nota
bio-bibliografica - che è un po' il punto dolente di ciascun volumetto,
in quanto spesso dimentica interventi importanti e fa una selezione troppo
ristretta degli scritti su ciascun autore. Ciascun volume (che costa 18.000
lire) riporta inoltre, in chiusura, una conversazione con l'autore. Interessante
è l'indagine sulla narrativa di Sclavi che inquadra anche sociologicamente
temi dei romanzi e date di stesura, in un'analisi che privilegia il rapporto
tra la narrativa di Sclavi e il cinema, dove affonda le sue radici e soprattutto,
come scrive Bertusi, «nel cinema dell'ostentazione della mostruosità,
che va da Romero a Tobe Hooper al nuovo cinema americano pieno di effetti
speciali, nel cinema grottesco e parodico di Sam Raimi, Pupi Avati o John
Landis, ma forse ancor di più nel cinema di due registi che rovesciano
i termini classici di normalità e mostruosità, vedendo nel
mostro quasi una specie di stadio ulteriore dell'evoluzione umana: Tod
Browning e David Cronenberg». Giovanni Capecchi, con il primo studio
critico su Camilleri, aiuta a scoprire il fenomeno di questo best seller
improvviso, che da quattro anni domina le classifiche dei libri più
venduti. Infine assai utile è il saggio di Anna Nelli su Marco Lodoli,
la cui esperienza letteraria è tra le più importanti di questi
ultimi vent'anni, anche dal punto di vista morale, nel delineare parabole
contemporanee. Del resto lo stesso Lodoli dice nella conversazione: «Un
libro deve essere una cosa semplice, deve avere la potenza di un'immagine
diretta. In un certo senso mi sento scrittore di favole (anche se la parola
può sembrare riduttiva), ma non tanto per l'elemento ariostesco,
volatile, stupefacente: è invece l'idea di creare qualcosa che abbia
a che fare con il pensiero attraverso l'archetipo».
Fulvio Panzeri
Il Mattino di Padova 23.05.2001
«Amo l'opera multimediale che parla al grande pubblico»
Intervista al veneziano Paolo Furlani, fresco vincitore del Premio
Wiener Internationaler
Trentasette anni, veneziano, Paolo Furlani vive ormai un'ascesa artistica
all'insegna dell'opera lirica. Compositore in carriera, ma anche clarinettista
diplomato in pittura all'Accademia, ha scoperto nel teatro una via espressiva
peculiare: 5 opere all'attivo, vincitrici di concorsi o rappresentate da
importanti istituzioni, fra cui la Fenice ed Europa Festival. Ma con l'opera
da camera per bambini Albero dei violini accesi su testo del poeta e drammaturgo
padovano Giuliano Scabia, l'8 maggio scorso ha vinto a Vienna, all'unanimità,
il concorso «Wiener Internationaler» diretto da Claudio Abbado.
Oltre a un premio in denaro, l'opera verrà allestita in una delle
prossime edizioni del Festival Wien Modern. Furlani, per chi si scrive
musica oggi? «La musica contemporanea si identificherebbe in uno
stile "colto" con una certa tensione speculativa. Ma per farsi capire dalla
gente bisogna essere bravi, indipendentemente dal genere. Sono lontano
dai circuiti "ghettizzati" di certa musica contemporanea, concerti in cui
vanno sempre le stesse persone. Per me l'opera è un genere destinato
a un'ampia fetta di pubblico, ma cercando sempre di mantenere un interesse
dell'intelligenza, l'ascolto facile non porta da nessuna parte».
Quanto contano i maestri, le scuole, la formazione individuale? «Tutto
conta, i maestri giusti mi hanno dato molto, ma l'autoeducazione è
fondamentale, per studiare sempre il nuovo o per approfondire. Il bravo
maestro deve dare gli strumenti per andare avanti da soli e costruirsi
un proprio repertorio». Come organizza l'attività? «Faccio
fatica a scrivere musica "astratta", ma tendo ad associare più arti.
Mi piacciono i concorsi: c'è una scadenza, è una sfida. Ora
sto finendo l'opera Il birraio di Preston da Camilleri per la finale del
concorso promosso dal Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario
della morte di Verdi e mi accingo a comporre le musiche per Il viaggio
verso Venezia da Hoffmansthal, in collaborazione con l'Olimpico di Vicenza
per il Teatro Stabile del Veneto». Dove nasce il suo rapporto con
l'opera? «Studiando in Conservatorio mi sono appassionato a capire
le espressioni dei significati e della messa in scena, abbinandole ai corsi
all'Accademia di Belle Arti e alle mie letture di teatro, presupposti latenti
dei miei primi pezzi per voce, fino alla prima opera per un concorso a
Udine nel '95». Come dovrebbe essere l'opera del terzo millennio?
«Una commistione fra arti, multimediale, pur sempre raccontando una
storia anche se con nuove tecnologie, ma è il rapporto con la voce
il più difficile da risolvere per come essa debba diventare teatro,
non troppo impostata, ma duttile per potersi mettere in scena. Nella mia
ultima opera cerco di sfruttare tutte le varietà timbriche e i ruoli
possibili della voce». Ha una predilezione per le opere per ragazzi?
«E' il settore privilegiato in cui ci sono più possibilità.
Amo i libri per ragazzi, in una realtà che incarna anche aspetti
visivi, vicina ai modi del teatro italiano dove conta più ciò
che vedi e senti. Lo stile di Scabia è ricco di visioni, con una
prosa quasi poetica da cui scaturiscono immagini. Avevo letto il suo racconto
Nane Oca, che vorrei mettere in musica, mi rivolsi a lui, che aveva già
pronto il libretto per l'Albero dei violini accesi scritto negli anni '70
e mai utilizzato. Mi è piaciuto subito, soprattutto la funzionalità,
poche parole affinché la musica riesca anche a "divagare" senza
passare in secondo piano. Spero di poterla portare in Italia». Sente
di dover ringraziare qualcuno? «I miei maestri e tutti quelli che
mi hanno dato fiducia, offrendomi sempre nuove occasioni di lavoro, da
Messinis e Pinamonti della Fenice a De Fusco del Teatro Stabile del Veneto
e Massimo Contiero del Teatro Sociale di Rovigo. Ma anche quei musicisti
che con stima mi incoraggiano a continuare».
di Mirko Schipilliti
La Stampa 22.05.2001
GLI EDITORI
Piccoli e grandi accomunati nel raddoppio
Raddoppiano le vendite di libri: clamoroso risultato raggiunto da alcuni
editori, Einaudi in testa, che, già al terzo giorno di salone, aveva
superato l’incasso dello scorso anno. Ma a esultare non sono solo gli espositori
di maggiore visibilità. Anche nomi assai meno noti gongolano per
un 50% in più, tondo tondo, di vendite rispetto al 2000. Esempio,
Rubettino, editore calabrese che pubblica collane di economia, saggistica
e narrativa, ma che stampa pure le piantine topografiche dell’Atm. Il bilancio
con il segno più non è appannaggio di pochi, al Lingotto:
e anche chi non arriva a raddoppiare l’incasso, sfodera comunque un sorrisone
sincero, guardando la cassa. E se Garzanti segna un 30% in più,
Laterza si assesta sul 15%, con un best-seller a sorpresa: quell’«Italia
di oggi» che in Fiera ha contato su un padrino d’eccezione come Denis
Mack Smith. Da Feltrinelli, invece, l’incremento rispetto all’anno scorso
è del 40%. Soddisfazione anche allo stand di Utet, uno dei più
grandi e «arredati» della Fiera, dotato persino di un’agorà
per i dibattiti. «C’è chi arriva con un lunga lista di libri
da comperare, ma i più acquistano secondo l’impulso, come sempre,
qui in Fiera» commenta il direttore commerciale di Adelphi, dove
ha spopolato «Nudi e crudi» dell’inglese Alan Bennet. Camilleri
è, in cima alla lista degli autori più richiesti da Rcs,
seguito a ruota da Tamaro, Mieli, Elkann e dal comico Natalino Balasso.
Se non stupisce che la «Biografia del figlio cambiato» camilleriana
sia andata a ruba, su altri titoli proposti da piccoli editori, si accettavano
scommesse. Vedi «Un ventaglio di seta blu Savoia», che ha spopolato
allo stand dell’editrice napoletana Filema: «Abbiamo dovuto chiedere
rifornimenti ben 3 volte». Un record nello spazio sempre affollatissimo
di Stampalternativa (giro d’affari aumentato del 25%, per un incasso che
si aggira sui 40 milioni), dove si sono vendute tutte le 1200 copie di
«Mc Nudo» ovvero «100 buone ragioni per stare alla larga
dai McDonald’s» della collana Millelire. Esaurito anche «Quattro
sberle in padella», manuale per «difendersi dall’inquinamento
alimentare», e ottimi piazzamenti per «Guerra e pace porno»,
seguito hard del romanzo tolstoiano, e per la «Guida ai cimiteri
d’Europa». «Se l’intento era quello di concentrare l’attenzione
sul libro, l’obiettivo è stato raggiunto» dice il responsabile
commerciale Angelo Leone. Stessa impressione dal romano Castelvecchi: «Sempre
più, la Fiera si conferma come momento di massima visibilità».
Hanno fatto centro pure la narrativa targata e/o, le nuove collane della
torinese Daniela Piazza Editrice, «Gocce di Piemonte» e i «Libri
gastrosofici» e i «Grandi libri» della Priuli & Verlucca
che ha festeggiato al Lingotto i primi 30 anni di attività. Difficile
trovare una voce in controtendenza. «Per noi, l’obiettivo non è
quello di vendere, qui in Fiera, ma di stabilire contatti con lettori e
operatori, che possono vedere le novità», spiega Silvio Destefanis
responsabile commerciale di Allemandi.
SILVIA FRANCIA
La Sicilia 21.05.2001
Anche per Camilleri un conflitto d'interessi
di Finetta Guerrera
TORINO - Si respirano libri, quest'anno, a Torino. Ma ciò non
toglie che alcuni inquietanti venti soffino qua e là fra gli stands.
L'e-book, per esempio, il libro elettronico di cui, prima o poi, nessuno
potrà fare a meno. E fa discutere il ridottissimo stand di Mondadori
che è tornato sì, ma per portare soltanto un piccolo drappello
di computer incaricati di esaltare le prestazioni del libro virtuale, compreso
il fai-da-te. Anche il conflitto d'interessi fa discutere, considerando
il ruolo tutt'altro che marginale occupato dall'editoria nell'ambito degli
interessi economici del futuro presidente del consiglio, del quale si ventila,
o si paventa, l'arrivo in extremis. Nel frattempo, ci si preoccupa di allargare
il ventaglio del mercato merceologico: grande folla intorno agli stand
di videocassette, c'è chi vende penne biro, sali da bagno, gianduiotti,
agende di plastica e accendini, mentre uno degli stand più visitati
è quello che espone tarocchi.
In compenso nel grande bazar dell'editoria italiana si aggirano, in
mezzo ai nomi più ragguardevoli, anche quei personaggi mediatici
che la tv non consente di toccare e che invece sono qui, per il visibilio
dell'inclita, in carne ed ossa: il dispettoso Sgarbi, lo stucchevole Elkann
e l'onnipresente Crepet, ansioso di spiegare alle coppie con figli come
fare per rimanere in vita. Il vento della Fiera ha portato anche Camilleri
- lo stand della Sellerio traboccante dei suoi libri - a raccontarci di
Pirandello, cui lo lega un vecchio 'feeling'. Si tratta del libro "Biografia
del figlio cambiato", una narrazione che si dipana attorno al tema dell'identità,
fulcro della vita e dell'opera di Pirandello.
Ma ancora prima, a fianco di Cerami, Caselli e Freccero e davanti ad
una folla strabocchevole, Camilleri ha parlato, in quanto autore di alcuni
brillanti articoli su Micromega, della responsabilità dello scrittore
in quanto cittadino: "La verità è che noi siamo stati attaccati
perché siamo politicamente scorretti, cioè a dire che entriamo
come elefanti dentro il negozio di cristallerie. Non ci piacciono i minuetti,
non ci piacciono i giri di valzer… Questo urta un po' un certo 'stabilimento',
per dirla in lingua italiana. E' tutto qua! Da sinistra dicono che finiremo
col fare il gioco di Berlusconi! Ma come si combatte Berlusconi, se non
dicendo come la pensiamo su di lui? E siccome noi viviamo del nostro…E'
inutile che mi si dica che io mangio con la Mondadori e poi sputo…Calma,
calma: semmai è la Mondadori che guadagna miliardi con me! Ora io,
che sono nato sotto il segno del Littorio, non voglio morire sotto altri
segni, mi darebbe un certo fastidio!".
ltro evento della giornata di ieri la presentazione, da parte della
giuria - Mariarosa Cutrufelli, Antonio Di Grado, Massimo Onofri, Sergio
Pautasso, Carla Riccardi, Natale Tedesco - presieduta da Vincenzo Consolo,
dei vincitori il Premio Vittorini 2001: per la narrativa Niccolò
Ammaniti con 'Io non ho paura', Einaudi, Laura Pariani per 'La foto di
Orta', Rizzoli e Silvana La Spina per 'La creata Antonia', Mondadori. Inoltre
quest'anno si è voluto assegnare un premio ai supplementi letterari
di quotidiani e riviste e cioè a 'Stilos' del quotidiano La Sicilia,
diretto da Gianni Bonina e a 'Legendaria', supplemento, diventato rivista
autonoma dal 93, della rimpianta rivista 'Noi donne'.
[...]
Il Nuovo 21.05.2001
Quattro gocce d'acqua piovana
E' il titolo del giallo scritto a quattro mani da Piero Colaprico
e Pietro Valpreda. Ambientato nella Milano da bere, ha un'impostazione
classica con un occhio a Montalbàn e uno a Camilleri.
I crediti sono dichiarati fin dalla prima pagina: “sedotto dagli statunitensi
degli anni trenta, imbottito poi di europei e sudamericani.....sanno scrivere”.
E c’è anche Simenon, ma “la sua vecchia Parigi è così
diversa da questa nuova Milano”. Poi c’è Mozart con il Requiem.
La costruzione in crescendo del Dies irae, dies illa si addice a Quattro
gocce d’acqua piovana , il giallo scritto a quattro mani da Piero Colaprico
e Pietro Valpreda, (Marco Tropea Editore, 189 pag., 18 mila lire), affollato
di numeri e nomi che si ripetono. Si chiama Pietro (Binda) anche il protagonista
del libro, un maresciallo in pensione che dalle gocce d’acqua cadute sulle
pagine di un librone di storia, ha l’illuminazione per risolvere un caso,
l’ultimo della lunga carriera nell’arma. Non era riuscito a venirne a capo.
Trapuntato di vernacolo, ma non alla maniera di Camilleri, con un peso
che lascia piuttosto solo origliare il sound della “cotoletta”, il racconto
di un “omicidio con enigma in via Solforino”, rispolvera la Milano anni
’80. Ci sono tangentisti intoccabili e rapinatori vecchio stile, scuole
private e cortili con i gatti. C’è la città, riconoscibile.
C’è un cadavere, quello di un professore di liceo, collaboratore
di una rivista di enigmistica. Un uomo dalla vita normale, a un passo dalle
nozze con una ragazza normale. C'è un gioco di lettere e numeri
che intriga parecchio. L’intreccio si snoda sotto uno sguardo doppio, quello
dei due autori, l’uno cronista di nera e inviato di Repubblica, ballerino
anarchico l’altro, arrestato per la strage di piazza Fontana. Due modi
diversi di stare dietro le quinte dell’investigazione. Il finale è
affidato a un deus ex machina: una soluzione classicheggiante, per un giallo
impostato secondo canoni classici con una continua sopvrapposizione di
presente e passato. Strana la coppia d'autori, decisa a seguire la strada
del connubio. I due si sono incontrati nella libreria di Tecla Dozio, La
Scherlokiana, culla del giallo italiano. Uno aveva il plot, l’altro la
macchina per scrivere e un quarto di secolo in meno. Alle spalle, il vissuto
degli anni in cui Milano si diceva “da bere”. Gli autori, in modo diverso,
ne sono stati spettatori attenti: l’anarchico con l’occhio di chi non si
rassegnava a vedere la vecchia città trasformarsi, il giornalista
pronto a registrare splendori e, poco dopo, miserie di chi credeva di poter
comprare tutto coi danèe. Il giallo, assicurano, è scritto
davvero a quattro mani. Già pronto il prossimo titolo, La nevicata
dell'85, in uscita a giugno.
Olga Piscitelli
La Repubblica 21.05.2001
L'etica del disagio
Dopo gli spostamenti progressivi verso il centrodestra, magari all'insegna
della riconciliazione nazionale postelezioni, la Fiera del Libro riguadagna
ieri punti a sinistra. Più che di questo, però, in verità
bisognerebbe parlare di tre dibattiti in cui, per usare un'espressione
usata dal sociologo Marco Revelli all'incontro sul recente Ricordi tristi
e civili di Cesare Garboli, l'«etica del disagio» dei pochi,
per i tempi politici attuali, va contro «la maggioranza dell'etica
dell'autocompiacimento». In ogni caso, non è soltanto questione
di politica. Naturalmente le riflessioni sul libro di Garboli, condotte
in modo civilmente appassionato da Ezio Mauro, Revelli e Marco Belpoliti,
portano a oscillare tra i due famosi paradigmi gramsciani. Così
il pessimismo dell'intelligenza (però il critico letterario ridimensiona
il suo) altalena con quella speranza che il direttore di Repubblica individua
in «un'identità intatta», che sfugge all'«indistinto
democratico». Ma al dialogo fra il filosofo Fernando Savater e il
linguista Raffaele Simone, quel disagio si appunta su chi celebra le sorti
magnifiche e progressive di Internet e affini. È Savater ad affermarlo
con nettezza: «Nell'ultima campagna elettorale spagnola molti leader
politici hanno insistito sull'esigenza di dotare ogni studente di una connessione
a Internet. Credo invece che la prima cosa sia connettere l'allievo al
suo maestro, perché non vorrei che, dopo tanto navigare nella rete,
ci trovassimo come Robinson Crusoe: isolati su un'isola a implorare che
qualcuno ci venga a salvare». Mentre Garboli definisce il suo libro
di «esule in patria» come un «libro stoico», al
convegno organizzato da MicroMega su cultura e impegno, si ragiona sull'etica
del resistente. Nello spirito del «Non Mollare!» di Gaetano
Salvemini e dei fratelli Rosselli, ma ora indirizzato all'Italia di Silvio
Berlusconi, parlano Andrea Camilleri e Antonio Tabucchi (che parla per
telefono), Giancarlo Caselli e Vincenzo Cerami, Carlo Freccero, Paolo Flores
d'Arcais, Marco Travaglio. La sala è davvero strapiena, molti non
riescono a entrare. E il tema di fondo lo declina e lo sintetizza Tabucchi.
Lo scrittore toscano invita a non adattarsi all'aria che tira, rivolgendosi
anche ai giornalisti: «Siate più critici». Le preoccupazioni,
comunque, si leggono in tutti gli interventi. A cominciare da quelle manifestate
dal giudice Caselli sui programmi per la giustizia, e per il destino della
magistratura, del futuro governo Berlusconi.
Massimo Novelli
Corriere della sera 21.05.2001
C’era una volta l’impegno, l’intellettuale di sinistra «metabolizza»
la sconfitta
Alle sei della sera di domenica, dopo un incontro con Geronimo Stilton
e un faccia a faccia Claudio Magris-Cees Nooteboom, la politica è
tornata prepotentemente in scena alla Fiera del libro. In una sala affollata
di pubblico dove, per un gioco del destino o per una burla dei relatori,
il nome di Silvio Berlusconi è risuonato soltanto in rarissime occasioni.
Nonostante il suo fantasma e quello delle recenti elezioni sia stato evocato
in continuazione dai partecipanti, impegnati in un dibattito per la presentazione
dell’ultimo numero de «la primavera di Micromega» (intitolata
«Non mollare. L’Italia che non si piega e l’Italia del servo encomio»)
al quale hanno partecipato Andrea Camilleri, Vincenzo Cermani, Antonio
Tabucchi (presente soltanto via telefono), Giancarlo Caselli, Carlo Freccero,
Marco Travaglio, Paolo Flores d’Arcais. Pretesto dell’incontro è
stata la ricerca del filo più o meno sottile che lega scrittore
e politica. Un pretesto intrigante, che ha sollecitato Camilleri a definire
la stessa scrittura come «un continuo impegno civile», Tabucchi
«a invitare i giornalisti a difendere la libertà di critica»
e Cerami «a sperare che la sinistra riesca a metabolizzare al più
presto la sconfitta». Il tutto guardando anche con rammarico al 13
maggio appena passato. Eppure anche prima di Micromega , la domenica della
Fiera era stata una domenica vissuta intensamente. Tanto intensamente che,
per arginare l’afflusso di pubblico, fin dal primo mattino erano stati
aperti ai semplici visitatori persino gli accessi normalmente destinati
a editori, espositori e stampa. Colorata, vibrante e soprattutto numerosa.
Così si presentava ieri la città dei lettori, una città
che saliva (per citare Umberto Boccioni), una città in continuo
movimento che si è snodata tra comparse travestite da melanzane,
mostre «in progress» di fotografie e stand zeppi come un autobus
all’ora di punta. Mentre per chi fosse stato alla disperata ricerca di
tranquillità e di un’occasione di riflessione, non rimanevano che
i dibattiti: stavolta, forse più che nelle edizioni precedenti,
particolarmente votati all’approfondimento non soltanto politico ma anche
mistico. L’Associazione Sant’Anselmo, impegnata da tempo in un progetto
«di itinerari attraverso la cultura cristiana dell’Italia del Terzo
Millennio», ha così offerto in una sola giornata ben tre incontri
su donne e religione, libri e religione, scuola e religione. Portando alla
luce, oltre a un crescente interesse da parte degli organizzatori verso
Bibbie e testi sacri, anche una sempre maggiore fascinazione suscitata
da questi temi nel grande pubblico. Un interesse e una fascinazione che
partono da una serie di considerazioni: dalla ritrovata dignità
dell’editoria religiosa alla crescente attenzione suscitata anche nell’area
laica. Senza dimenticare nemmeno aspetti negativi ancora presenti, come
la confusione tra mercato religioso e cultura religiosa che continua spesso
a caratterizzare le scelte dei grandi gruppi editorial-finanziari.
Stefano Bucci
La Stampa 21.05.2001
L’applauso della Fiera a Bobbio
TORINO SEMBRAVA che ogni passione fosse spenta o almeno molto attutita,
ma infine la sinistra dei libri, quella che nelle passate edizioni della
Fiera aveva sempre giocato un ruolo da protagonista, è tornata a
ruggire. Il primo segnale si è avuto durante la presentazione di
Per amore della Patria , il saggio di Maurizio Viroli, edito da Laterza.
L’editore ha annunciato che Norberto Bobbio non poteva essere presente
per motivi di salute. Ha letto alcune righe d’un suo testo in uscita, Dialogo
intorno alla Repubblica , scritto con Viroli, poche parole sulla tolleranza
e i doveri di un governante, ed è stato subito applauso. Un applauso
interminabile, entusiasta, liberatorio e certamente polemico con i risultati
delle elezioni. Il secondo segnale è arrivato ieri, più che
un segnale una messa cantata nel fortilizio di MicroMega , la rivista degli
antiberlusconiani doc. Anche qui folla straripante: la «Sala Gialla»
che contiene 500 persone sedute, molte ne aveva in piedi, moltissime fuori
a far ressa sperando di entrare. Dietro il tavolo un Paolo Flores D’Arcais
pensoso ma non torvo, le star intellettuali della campagna elettorale appena
conclusa, da Marco Travaglio a Carlo Freccero (Tabucchi, bloccato a casa
dalla rottura del dito d’un piede, ha parlato per telefono), e poi un magistrato
come Giancarlo Caselli, lo scrittore e sceneggiatore Vincenzo Cerami e,
attesissimo, Andrea Camilleri, divertentissimo come sempre. «Montalbano
fino a qualche mese fa ha lavorato benissimo: perché ritorni a lavorare
allo stesso modo bisogna ripristinare la situazione precedente»,
ha scherzato a proposito delle dimissioni che il suo commissario aveva
annunciato su MicroMega . Ma l’investigatore, ha detto, resterà
al suo posto. «Fortunatamente per lui è un personaggio di
fantasia». Risate, entusiasmo, in fondo sollievo: ci sarà
ancora qualcosa da leggere. Si parlava di impegno civile, il clima sarebbe
potuto facilmente diventare penitenziale, ma grazie a Camilleri non lo
è stato quasi per nulla. Forse l’impegno declinato da quegli scrittori
che sanno essere anche grandi seduttori del loro pubblico è soprattutto
questo: saper pescare dal fondo dei lettori entusiasmi non consolatori,
ribellioni senza accidie. Il messaggio è passato, qui come nella
«Sala Azzurra» dove era protagonista Cesare Garboli, con il
suo libro einaudiano Ricordi tristi e civili . È una raccolta di
articoli non letterari, dal caso Moro al caso Tortora, preceduta da un’introduzione
dal franco sapore politico. Accanto al grande critico il direttore di Repubblica
Ezio Mauro, Marco Revelli e Marco Belpoliti. La conversazione gira su un
tema difficile, il «comunismo» di Garboli, termine che non
ha molto corso soprattutto in questi giorni, e che lui rivendica orgoglioso.
Ezio Mauro lo mette tra parentesi, chiedendosi se quella parola non sia
durata troppo in Italia, impedendo di recuperare le ragioni della sinistra
pre-comunista. E Garboli non gradisce. Belpoliti a sua volta fa del libro
una lettura piuttosto critica, e Garboli gradisce ancor meno. Così
dopo aver ripercorso la storia di questi anni ricorda provocando un brivido
di consenso in platea che per lui, cresciuto ragazzo nel mito di Stalingrado
- ma anche per ogni «cittadino italiano» - è difficile
dissociarsi da quanto ha fatto la sinistra al governo, e nello stesso tempo
altrettanto arduo approvarla. L’analisi trova nuove risposte in presentatori
sempre meno d’accordo. Sicché alla fine l’anziano critico esplode,
puntando il dito contro il direttore: «Sì, tu hai discusso
moltissimo della crisi della sinistra. Forse un po’ troppo». A giornata
conclusa il risultato è che, se ci fosse un auditel della Fiera,
la classifica vedrebbe in testa il futuro capo del governo, seguito com’è
ovvio da Massimo D’Alema. Nessuna simpatia per il primo, poca comprensione
per il secondo. Mentre tra il serio e il faceto Vincenzo Cerami si assume
l’incarico di consolarsi e consolare, pur con qualche arditezza statistica:
«La sconfitta elettorale va metabolizzata. In fondo in fondo solo
tre persone su dieci hanno votato per Berlusconi».
Mario Baudino
La Stampa 21.05.2001
Fiera dei libri, crescono pubblico e vendite
Nel dì di festa, anche il libro festeggia. Intorno alle 16 di
ieri, alla Fiera si respirava clima di vittoria, addirittura di trionfo.
«Complice anche il tempo incerto, abbiamo superato, di ben 2000 visitatori,
la quota raggiunta, alla stessa ora, nella giornata di domenica di tutte
le precedenti edizioni» esultava il segretario generale Rolando Picchioni.
E il direttore Ernesto Ferrero: «Segno che il vecchio caro libro
sta bene e che una politica culturale stimolante giova. Tanto che molti
editori hanno venduto in tre giorni più che lo scorso anno durante
l’intera manifestazione». Nonostante i mugugni di alcuni standisti
derubati (a Micromega, sabato sera è sparito l’incasso di 5 milioni
e mezzo), si è respirato un clima di euforia, nel penultimo giorno
di salone: giorno dedicato alle star, ai politici e soprattutto, al grande
pubblico. Quanto ai politici, par condicio rispettatissima, con i due candidati
sindaci in visita tra gli stand, in orari diversi: in tarda mattinata si
è materializzato Chiamparino, mentre nel pomeriggio è arrivato
Roberto Rosso, accompagnato dal presidente della Regione Ghigo. volantini
e bandiere di partito. Autentico mattatore Vittorio Sgarbi, con il consueto
accompagnamento femminile: ma questa volta si trattava della sorella del
critico, in disinvolta tenuta (giubbotto da motociclista e occhiale colorato).
E siamo alle star. Tra i più attesi, in senso letterale, Andrea
Camilleri che, causa ritardo del treno, è arrivato con un bel po’
di ritardo in Sala Gialla, dove la gente piantonava da ore i posti per
assistere all’affollatissimo dibattito proposto da Micromega sul tema «La
scrittura e l’impegno, ovvero scrittori e politica». Oltre al flemmatico
papà di Montalbano, hanno dato lustro alla «domenica del villaggio»
fieristico, bei nomi della cultura e dello spettacolo come Dacia Maraini,
Claudio Magris, Cesare Garboli, Pippo Franco (all’esordio come scrittore),
Giancarlo Caselli. In serata, a regalare un sorriso e qualche momento di
spettacolarità al Lingotto è arrivata la delegazione dei
comici. In testa, Antonio Albanese, Massimo Cavallaro e Michele Serra:
i tre hanno presentato il nuovo libro»cd «Ballata del nord»,
mix di testi di Albanese e musiche di Cavallari. «Un modo di dimostrare
l’importanza di una profonda interazione tra parole e colonna sonora»
ha spiegato un Albanese in insolita versione quasi seria. Ancora ironia,
con i cabarettisti Max Pisu e Natalino Balasso. Oltre alle celebrità,
non è mancata qualche celebrazione, come la festa di compleanno
dell’editrice Marsilio, che proprio in Fiera ha spento le sue prime 40
candeline. Fuor di ufficialità e di vipperia imperante, la gente
sembrava divertirsi anche solo facendo le solite «vasche» su
e giù per i padiglioni, tra il mega albero delle Regione, la «gabbia»
di Feltrinelli, l’«acquario» di Einuadi e quelle che qualcuno
definisce le «favelas della Fiera»: zona degli stand più
marginali e improbabili, eppure immancabili. Santoni new-age, cuochi che
offrono banane flambé, venditori di penne-piuma superleggere, di
poster di Zapata (al costo equo e solidale si 2mila lire), di orsetti di
peluche, di 2 libri al prezzo si 4. C’è di tutto, persino la maga
che, ad ogni previsione ti regala «il cappello della strega»,
in questo paese dei balocchi, che cresce come una fiera minore ma frequentatissima,
accanto alla più blasonata Fiera del Libro. Ma non di sola paccottiglia
si è accontentato il visitatore domenicale. In molti hanno affollato
convegni e presentazioni librarie, a tema anche specialistico.
Silvia Francia
La Repubblica 19.05.2001
Trecento invitati vip alla festa dello Struzzo
C'è un grande prato verde. Come nella canzone di Gianni Morandi.
Lì fiorivano «speranze che si chiamano ragazzi». A Villa
Chinet, invece, sulla collina torinese, fiorisce la solita festa dell'Einaudi
in occasione della Fiera del Libro. Florilegio di cicaleggi, discorsini,
saluti e baci, abbracci e moderati gossip all'ombra paterna dello Struzzo,
con merenda musicale a inviti e a colpi di Africa Unite. Il posto è
bello, il tramonto pure. La cucina è declinata come country: formaggi,
salametti, torte rustiche. E il pienone dovuto è assicurato. Tanto
che si potrebbe forse giocare il gioco di chi non c'è, piuttosto
che quello della caccia al vip o al professionista, al militante o al mister,
della cultura. Ma la cronaca impone le sue leggi. Così, tra i trecento
e passa, s'impone di dire che sfavilla Inge Feltrinelli. E non mancano
i titolari di altre case editrici e della casa madre: da Roberto Cerati
a Vittorio Bo, a Ernesto Franco. Si notano, tra la folla, ovviamente moltitudini
di autori, principalmente Einaudi: Ernesto Ferrero e Daniele Del Giudice,
Nico Orengo, Emilio Tadini e Vittorio Cerami, Paolo Crepet e Cesare Garboli,
Rosetta Loy e Alberto Asor Rosa. Ci sono poi Angelo Guglielmi, Niccolò
Ammaniti e Paolo Flores d'Arcais, che sta organizzando il maxiconvegno
di MicroMega di domenica, un convegnone su cultura e impegno che annovera
Andrea Camilleri, Cerami, Carlo Freccero, Giancarlo Caselli, Antonio Tabucchi,
Marco Travaglio. Si parlerà ovviamente del Cavaliere, ed è
scontato che se ne parlerà comme il faut. Dopo l'Einaudiscampagnata,
in serata, sul brumoso Po, il nome del Berlusconi è risuonato alla
vecchia Trattoria dei Goffi, sempre comme il faut, alla festa per Travaglio
e Veltri, e per il loro Odore dei soldi, organizzata dagli Editori Riuniti.
Mai, come ieri a Torino, si è forse chiacchierato tanto di Sua Emittenza
senza alcuna riverenza.
MASSIMO NOVELLI
La Stampa 19.05.2001
Tornano i big del «Bancarella» Attesi Eco ed Andrea Camilleri
Conto alla rovescia per i finalisti del «Bancarella». Anche
quest’anno, i sei autori scelti dalla giuria fanno tappa a Biella: l’appuntamento
è per venerdì 1° giugno alle 17, nell’auditorium di Città
Studi. Molto famosi i «big» in gara per la 49ª edizione
del premio: Andrea Camilleri con «La gita a Tindari» (Sellerio);
Umberto Eco con «Baudolino» (Bompiani); Mario Rigoni Stern
con «Tra due guerre» (Einaudi); Corrado Augias con «I
segreti di New York» (Mondadori); Laura Laurenzi con «Amori
e fuori» (Rizzoli) e Sveva Casati Modignani con «Vaniglia e
cioccolato» (Sperling & Kupfer)). Pure quest’anno ci sarà
il concorso per gli studenti delle superiori e della Facoltà di
Lettere, organizzato dalle Fondazioni Cassa di risparmio di Biella e di
Vercelli: saranno premiate le migliori recensioni ai libri dei finalisti.
La kermesse letteraria (organizzata come ogni anno da Biverbanca e dalla
libreria Vittorio Giovannacci) sarà presentata ai giornalisti venerdì
25. Intanto continuano gli appuntamenti di «Libromaggio». Sotto
il tendone di via Italia, oggi alle 11, arriva Marcello Fois, uno dei migliori
scrittori italiani di polizieschi e di «noir». Nel pomeriggio,
invece, torna il gioco «Indovina il romanzo e vinci» (alle
16). Lunedì alle 17 sarà presentata «Dada», una
rivista d’arte dedicata ai giovani e ai bambini. La fiera del libro biellese
è organizzata dall’assessorato comunale alla Cultura e dalla Biblioteca
civica
La Repubblica, 19/05/2001
LETTERE
di CORRADO AUGIAS
Noi, in difesa del ministro Bianco
Sergio Billè, Andrea Camilleri, Giuseppe Vita, Silvio Scaglia,
Franco Battiato, Luciano Modica, Nicola Piepoli, Aldo Palmeri
Forse neanche la fantasia di Daniel Pennac avrebbe saputo fare di meglio.
Il ministro dell'Interno è il nuovo «Signor Malaussèune»
d'Italia, visto il coro che si è alzato da tutte le parti per attribuirgli
il titolo di capro espiatorio di questa tornata elettorale. E' vero, lo
ha detto anche il ministro chiedendo scusa agli italiani, ci sono stati
disagi! In tre città, in particolare, troppe persone hanno atteso
ore troppo lunghe.
Ma, se non abbiamo capito male, la riduzione dei seggi elettorali fu
decisa nel 1997 e il ministero aveva dato indicazioni di mettere 4 cabine
in ogni seggio in cui era possibile; laddove questo è stato fatto
ed è la stragrande maggioranza del Paese i disagi sono stati assai
contenuti.
Oggi, invece, assistiamo ad un linciaggio nei suoi confronti che, a
volte, va oltre i limiti della decenza. Come si può augurare ad
una persona, non ad un ministro, di farsi trovare con il capo appoggiato
sul tavolo, in un bagno di sangue, con una pistola in mano.
Noi vogliamo capire perché tutto ciò è accaduto,
siamo fiduciosi che il ministro dell'Interno prenderà contromisure
per migliorare e rendere efficiente il sistema, come è nel suo stile.
In questi mesi di presenza al Viminale, ci ha dimostrato con i fatti
che anche i problemi più complessi, come quelli legati all'immigrazione
clandestina e alla sicurezza dei cittadini, possono essere affrontati in
modo moderno con risultati positivi, effettivi e concreti. Questo non lo
dimentichiamo e di ciò gli siamo grati.
La Repubblica 17.05.2001
E Taricone sceglie il guerriero di Coelho
Alla Fiera del Libro, che questa mattina viene aperta al Lingotto dopo
la serata di gala di ieri sera, alla presenza del presidente della Camera
Luciano Violante e del ministro della Pubblica Istruzione, Tullio De Mauro,
non poteva mancare anche Pietro Taricone, star, per così dire, del
Grande Fratello di Canale 5. Il nerboruto Taricone è infatti uno
dei testimonial della campagna Respirare libri. Forse per smentire chi
lo ha dipinto come tutto muscoli e poco cervello, il Grande Fratello Pietro
ha indicato come lettura preferita Il guerriero della luce del brasiliano
Paulo Coelho. La sua testimonianza di lettore sarà trasmessa in
video durante la Fiera assieme a quella di molti altri nomi famosi, come
il presentatore ed ex deputato Psi Gerry Scotti, che ha detto di amare
i romanzi con il commissario Montalbano protagonista, ovviamente di Andrea
Camilleri. Oppure come l'attore Paolo Calissano che predilige L'Italia
del Millennio di Mario Cervi e Indro Montanelli. L'iniziativa rientra nel
tema dominante della kermesse libraria: il rapporto tra uomo e natura.
In questo contesto il libro non è soltanto composto da pagine da
leggere, ma da «respirare». «Se per qualche tempo si
può vivere anche senza mangiare e bere - è il messaggio della
Fiera - non si può fare a meno di respirare. Respirare è
indispensabile per vivere, così come respirare libri è indispensabile
per la sopravvivenza e lo sviluppo di una società civile».
Il Mattino 15.05.2001
Convegni e dibattiti con i big della letteratura italiana, ospiti
stranieri come Dahrendorf.
Grandi ritorni: Mondadori & C.
«Leggere vuol dire dire spogliarsi di intenzione e di ogni partito
preso per essere pronti e pronte a cogliere una voce che si fa sentire
quando meno ci si aspetta... Dal non detto, da quello che il mondo non
ha ancora detto di se e non ha ancora le parole per dire»: accompagnati
dalle parole di Italo Calvino ci apprestiamo ad affrontare la Fiera del
Libro di Torino, ospitata al Lingotto dal 17 al 21 maggio. Lo slogan «Cinque
giorni lunghi un anno» vuole presentare la Fiera come osservatorio
sempre attivo per la promozione del libro e della lettura, ma l'impressione
è che questa XIV edizione sia un po' in tono minore, nonostante
il ritorno di Mondadori, Guanda, Ponte delle Grazie, Marsilio e la sorprendente
mancanza di polemiche sull'asse Torino-Milano. Il gran numero di convegni
e dibattiti maschera l'assenza di una proposta forte, malgrado la scelta
della «Natura» come tema-guida della manifestazione.
Comunque, al Lingotto sarà possibile ascoltare i «big»
della letteratura italiana: Giuseppe Pontiggia, Dacia Maraini, Susanna
Tamaro, Nico Orengo, Giuseppe Culicchia, Claudio Magris, Mario Rigoni Stern
e l'attesissimo Andrea Camilleri che domenica sera racconterà il
«suo» Pirandello. I momenti più «alti» vedranno
protagonisti lo storico Denis Mack Smith («L'Italia di ieri e di
oggi», venerdì alle 16.00), il politologo Ralf Dahrendorf
(«La democrazia è a rischio?», sabato alle 16.00), l'ex-consigliere
di Kennedy Arthur M. Schlesinger (sempre sabato, ma alle 18.00) e lo scrittore
spagnolo Fernando Savater (domenica alle 11.00). Da non perdere l'israeliano
David Grossman e l'antropologo francese Marc Augé, nonché
il folto gruppo di autori olandesi e fiamminghi, da Hugo Claus a Cees Nootebooom,
presenti a Torino grazie alla fondazione SFB, nata per promuovere la letteratura
dei Paesi Bassi nei saloni internazionali. Inevitabilmente si parlerà
molto di libro virtuale e di commercio elettronico, di Internet e di Megastores,
i supermercati dove si comprano libri anziché i surgelati. Secondo
il direttore Ernesto Ferrero «alle nuove tecnologie applicate al
libro si deve guardare con ottimismo, perché si tratta di nuove
opportunità e potenzialità, soprattutto per i piccoli editori,
senza compromettere la lettura vera e propria. Tra il libro di carta e
Internet si prefigura non una guerra, ma un'alleanza».
Nel fitto programma (che si può leggere integralmente sul sito
www.fieralibro.it) troviamo anche l'omaggio al poeta Mario Luzi e la serata
dedicata a Totò con Liliana De Curtis, Ricky Gianco e Michele Mirabella
(venerdì alle 21.00), mentre a chiudere la Fiera sarà il
cantautore-romanziere Francesco Guccini che lunedì parlerà
dei libri della sua vita. Infine, in una manifestazione dedicata alla natura
non poteva mancare un convegno sui giardini: «Di che giardino sei?
Dall'Eden ai Finzi Contini», tavola rotonda organizzata sabato pomeriggio
dal Premio Grinzane Cavour con Aldo Carotenuto e Duccio Demetrio. L'appuntamento
più curioso sembra però essere quello con un personaggio
uscito dalle pagine di Calvino, ma che esiste davvero: Libereso Guglielmi,
ovvero il giardiniere di casa Calvino, ora botanico di fama internazionale,
nonché pittore e disegnatore, un ottantenne dalla simpatia travolgente
e dall'affabulazione torrenziale (venerdì alle 18.30). Perché
i libri, ci insegnava proprio Italo Calvino, sono paragonabili ai celebri
giardini giapponesi di Kyoto: sono entrambi un modo per creare uno spazio
alternativo al caos, all'insensatezza della Storia, per creare un momento
di armonia in grado di annullare le servitù del tempo, della violenza
e della morte.
Emanuele Rebuffini
La Repubblica 13.05.2001
Gli eventi del Salone
La Fiera del Libro, che giovedì prossimo s'apre al Lingotto
di Torino, avrà come tema centrale il rapporto con l'ambiente, nelle
sue implicazioni estetiche, etiche e scientifiche. Affollato il parterre
degli intellettuali chiamati quest'anno dal curatore Ernesto Ferrero. L'elenco
include Mario Luzi, Roberto Calasso, Susanna Tamaro, Andrea Camilleri,
Luis Sepulveda, Fernando Savater, gli israeliani David Grossman e Meir
Shalev, l'antropologo francese Marc Augé, il fisico Marcello Cini,
Claudio Magris e Cesare Garboli. Tra gli ospiti stranieri, Klaus Wagenbach,
l'editore tedesco più attento alla letteratura italiana. La Fiera
festeggerà un pioniere dell'editoria per bambini come Rosellina
Archinto. Non mancheranno momenti di intrattenimento, come la Benneide
di Stefano Benni o la messa in scena dello spettacolo di Giovanni Testori,
Tre lai, con Sandro Lombardi e la regia di Federico Tiezzi. Uno spazio
particolare sarà assegnato alla letteratura olandese e fiamminga:
una ventina di autori, tra cui Hugo Claus, Cees Nooteboom e Harry Mulisch,
animeranno la serata inaugurale.
La Gazzetta di Modena 12.05.2001
'Bancarella' alla modenese
La serata di premiazione dei sei libri finalisti alla 49esima edizione
del «Premio Selezione Bancarella», si tiene per la prima volta
a Modena, la sera del 19 maggio, nella splendida cornice del teatro Comunale.
L'iniziativa è organizzata da Confesercenti, con il patrocinio del
Comune, Provincia, Camera di Commercio e la collaborazione di altri sponsor.
Sarà un a ghiotta occasione culturale per la città per approfondire
la produzione delle opere più vendute, unite alla simpatia di Luciano
De Crescenzo, presidente del premio. Sul palco del teatro modenese si parlerà
di «Baudolino» di Umberto Eco, ma anche degli altri 5 libri
finalisti, ovvero «Segreti di New York» di Corrado Augias,
«Tra due guerre» di Mario Rigoni Stern, «Amori e furori»
di Laura Laurenzi, «Vaniglia e cioccolato» di Sveva Casati
Modigliani «Una gita a Tindari» del pluripremiato Andrea Camilleri.
Certa la presenza di Augias e della Modigliani, l'organizzazione sta lavorando
per garantire la partecipazione degli altri autori, anche se nutrita sarà
la presenza delle case editrici che avranno il compito di recensire i sei
testi per la premiazione del migliore che avverrà a luglio a Pontremoli.
L'ingresso è libero. Nella stessa serata verranno premiati gli studenti
vincitori di «Un libro premia per sempre». Si tratta di un
concorso, anch'esso promosso da Confesercenti e dalle autorità cittadine,
legato al Bancarella nel quale sono stati coinvolti otto istituti superiori
di Modena: i licei Tassoni, Wiligelmo, San Carlo e Muratori, e gli istituti
tecnici Barozzi, Guarini, Selmi, Sigonio. Gli studenti hanno recensito
i sei libri finalisti e la premiazione delle migliori critiche cittadine
si terrà mercoledì 16 alle 10.30 presso la Sala Leonelli
della Camera di Commercio, alla presenza dello scrittore bolognese Loriano
Macchiavelli, noto giallista. Analoga iniziativa si svolgerà a Cesena,
Forlì e Ravenna, con i vincitori presenti alla serata del Bancarella.
"Far cimentare gli studenti nella critica letteraria - spiega Tamara Bertoni
di Confesercenti - è un modo per contribuire a promuovere la lettura,
consolidando un dialogo con il mondo della scuola". La giuria ha esaminato
ben 170 recensioni e «Vaniglia e cioccolato» ha avuto il maggior
numero di segnalazioni, seguito dal libro di Augias. Altissima la percentuale
femminile nella partecipazione, ben 127, a conferma della predilezione
delle studentesse ad accostarsi alla lettura, con il Sigonio che ha fornito
più recensioni (le adesioni sono state spontenee e una ragazza ha
letto due libri). Al vincitore andranno un milione e mezzo, ma sarà"obbligato"
a spendere la somma con la propria classe. "Crediamo in questa iniziativa
- aggiunge Morena Manfredini, Assessore all'Istruzione - perché
la lettura rappresenta un momento di importante crescita personale."
La Repubblica 12.05.2001
Tacchino impiccato il giallo è servito
Un menù che farebbe leccare i baffi anche a Jack lo squartatore
sarà servito stasera al ristorante Graffiti, accanto all'Addaura
Hotel (sul lungomare Cristoforo Colombo) per chiudere in bellezza la settimana
"Io scrivo giallo". La cena noir è aperta a tutti (35 mila a persona,
per informazioni e prenotazioni 091 6842222) e dalle 20,30 in poi comincerà
la danza delle portate, tutte rigorosamente «in giallo». Si
comincia dagli antipasti, "Delitti vegetariani", ovvero ortaggi «fatti
a pezzi» e verza arrotolata. Poi tocca al primo «sospettato»:
risottino al cappone celato da filetti di pomodoro. Segue il secondo piatto,
il cui nome è già tutto un programma: tacchino impiccato
e gettato alle ortiche, ma non dimenticate di assaggiare il contorno di
patate e cipolle asfissiate col gas. Bene, se siete sopravvissuti alle
varie portate, non resta che arrendervi al semifreddo. «L'atmosfera
noir della serata – spiega uno degli organizzatori, Piergiorgio Di Cara,
poliziotto e scrittore, autore di "Cammina, stronzo" – sarà accompagnata
anche dalla lettura di alcune pagine di Andrea Camilleri. Abbiamo scelto
quelle in cui l'autore descrive le lunghe e appaganti cene del commissario
Montalbano. Inoltre, alla cena parteciperanno anche Luigi Bernardi e Carlo
Lucarelli che potrebbero anche decidere di improvvisare degli interventi.
Chi lo sa? E' una serata in giallo. Chissà cosa può accadere».
La cena noir chiude la fitta agenda di appuntamenti della rassegna "Io
scrivo giallo" organizzata dalla ludoteca "Così per gioco", la libreria
ModusVivendi e la casa editrice DeriveApprodi. Ogni sera della settimana
appena trascorsa, l'editore Luigi Bernardi ha tenuto delle lezioni per
i ventitré partecipanti al corso che si sono sforzati di seguire
le tracce date per inventare nuovi intrecci ricchi di suspense e mistero.
Ieri sera poi, i novelli Maigret hanno messo in pratica i consigli e le
dritte di Bernardi per risolvere il giallo del "Murder party" che ha visto
protagonisti anche lo stesso Bernardi con lo scrittore noir Carlo Lucarelli,
a Palermo per presentare il suo ultimo libro "Un giorno dopo l'altro".
CARLA NICOLICCHIA
Il Messaggero 11.05.2001
Montalbano torna su Raidue ed è record
Il commissario Montalbano torna e vince la serata, sfiorando il 30
per cento di share. La gita a Tindari, fiction tratta dall'omonimo
racconto di Andrea Camilleri e interpretata da Luca Zingaretti, è
stata seguita su Raidue da 7 milioni 357 mila telespettatori, pari al 29.65
per cento di share. Una performance che, sommata ai risultati del film
di Raiuno Biglietti d'amore e della rubrica Mi manda Raitre,
ha consentito alla Rai di aggiudicarsi il prime time con il 53.65 per cento
di share, contro il 37.77 per cento delle reti Mediaset. Su Canale 5, il
Costanzo show speciale elezioni ha raccolto 3 milioni
528 mila spettatori e il 14.35 per cento di share. In seconda serata vittoria
ancora della Rai con il 50 per cento di share, a fronte del 36.43 per cento
di Mediaset, grazie al successo di Porta a porta(2 milioni 364 mila telespettatori
e il 28.69 per cento di share).
Il tempo 11.05.2001
Partenza a razzo per la nuova serie del «Commissario ...
ROMA - Partenza a razzo per la nuova serie del «Commissario MontalbanO».
La fiction «La gita a Tindari» interpretata da Luca Zingaretti
è stata vista su Raidue da 7 milioni 357 mila spettatori con il
29,65% di share. Al secondo posto, la semifinale di ritorno di Champions
League tra Bayern Monaco e Real Madrid su Italia Uno vista da 4 milioni
665 mila spettatori e il 17,90% di share. Zingaretti commenta il suo exploit
con un «sono molto felice» e aggiunge «Devo il lusinghiero
risultato alla stima e alla fiducia del pubblico, che perciò non
finirò mai di ringraziare».
«Abbiamo raccontato una storia di donazione d'organi senza polemiche
e spendendo un po’ meno di Celentano», ha sottolineato Carlo Degli
Esposti, produttore della serie.
«Il miracolo e l'unicità dell'esperienza di Montalbano
- ha continuato Degli Esposti - ci hanno dato un'altra soddisfazione. La
letteratura è andata in soccorso al prodotto televisivo e la bellezza
dei libri di Camilleri, l'intelligenza di Elvira Sellerio e il gioco di
squadra di Zingaretti e Sironi hanno ancora prolungato questo stupendo
miracolo».
Giornale di Sicilia 10.05.2001
"Montalbano" torna e vince
Partenza a razzo per la nuova serie del "Commissario Montalbano". La
fiction interpretata da Luca Zingaretti è stata vista su Raidue
da 7 milioni 357 mila spettatori con il 29,65 per cento di share. Al secondo
posto, la semifinale di ritorno di Champions League tra Bayern Monaco e
Real Madrid su Italia Uno vista da 4 milioni 665 mila spettatori e il 17,90
per cento di share. E Luca Zingaretti è "molto felice" per il successo
del "Commissario Montalbano". Un risultato, commenta l'attore, "dovuto
alla stima e alla fiducia del pubblico, che perciò non finirò
mai di ringraziare". "Abbiamo raccontato una storia di donazione d'organi
senza polemiche e spendendo un po' meno di Celentano", sottolinea Carlo
Degli Esposti, produttore della serie.
La Repubblica 10.05.2001
Lucarelli detective per il "murder party"
Alzi la mano chi non ha mai desiderato pronunciare la fatidica frase:
«Elementare Watson, il colpevole è...». Bene, divoratori
di gialli e appassionati di mistero unitevi perché stasera il party
con delitto è servito. Appuntamento in ludoteca, dalle 21 in poi,
da "Così per gioco" (via Generale Arimondi 11). Si tratta del penultimo
appuntamento della settimana "Io scrivo giallo", organizzata dalla casa
editrice DeriveApprodi insieme con la libreria Modus Vivendi e la ludoteca.
Domani, gran finale con la cena dal menu noir organizzata all'Addaura Hotel
(per informazioni e prenotazioni 091 6842222). «Il murder party è
un gioco di ruolo – spiega Carlo Carzan, titolare della ludoteca – che
vedrà schierati da un lato i personaggi con un copione prestabilito
e dall'altra il pubblico che indaga per scoprire qual è il colpevole».
Parteciperanno alla serata anche l'editore Luigi Bernardi e lo scrittore
Carlo Lucarelli, l'uno nelle vesti di personaggio e l'altro in quelle di
un Poirot nostrano. Lucarelli, inoltre, alle 18,30 presenterà da
ModusVivendi (in via Quintino Sella) il suo ultimo libro, "Un giorno dopo
l'altro". «Sono molto soddisfatto di questo mio ultimo libro – ha
dichiarato l'autore – che rappresenta la continuazione di "Almost Blue".
Mi piace raccontare la storia di Grazia Negro, un personaggio che ho costruito
rifacendomi ad una ragazza che viveva con mio fratello e suonava la tromba».
All'autore parmense, vorace lettore dei gialli siciliani firmati Piazzese
e Camilleri, piace ricordare che, prima di morire, Leonardo Sciascia aveva
ricevuto uno dei suoi libri, quando entrambi scrivevano per Sellerio. «Oltre
che dalle pagine di Sciascia – spiega - mi lascio trascinare dalle suggestioni
di Durrenmatt o dal gusto per l'azione di Chandler. Grazie alla mia trasmissione
"Blu notte" ho imparato che dietro ogni vittima c'è lo strazio del
ricordo negli occhi dei genitori» . Infine, una chicca: il commissario
De Luca, personaggio dei primi libri targati Sellerio, tornerà presto
in una storia ambientata negli anni Cinquanta.
CARLA NICOLICCHIA
Il Nuovo 10.05.2001
Montalbano vince la serata
ROMA - La Gita al Tindari dal romanzo di Andrea Camilleri, con
Luca Zingaretti , ancora una volta nei panni del Commissario Montalbano,
è stato visto da circa 7 milioni di spettatori, sfiorando lo share
del 30 per cento. Un risultato, commenta l'attore, "dovuto alla stima
e alla fiducia del pubblico, che perciò non finirò mai di
ringraziare". Comunque- ha aggiunto- sono davvero felice.
"Abbiamo raccontato una storia di donazione d'organi senza polemiche e spendendo un pò meno di Celentano", sottolinea, intanto, Carlo Degli Esposti, produttore della serie. Poi ha concluso: "Il miracolo e l'unicità dell'esperienza di Montalbano ci hanno dato un'altra soddisfazione.
Intanto, "Grande soddisfazione" del presidente della Rai Roberto Zaccaria dopo la messa in onda del film tv La gita a Tindari, la fiction di Raidue che ha inaugurato, ieri sera, una nuova serie di due film del commissario Montalbano.
"Ringrazio Luca Zingaretti, il regista Sironi - aggiunge Zaccaria - e tutti quanti hanno contribuito al successo di questo nuovo appuntamento con la nostra fiction d'autore premiata dagli ascolti del pubblico. Ancora una volta la Rai ha saputo unire due qualità: quella del prodotto televisivo e quella di un grande scrittore, Andrea Camilleri, per troppo tempo rimasto nell'ombra".
Il Centro 09.05.2001
Un altro caso per Montalbano
ROMA. Prima un caso di pedofilia e un traffico di organi, poi un suicidio.
Non c'è pace per il commissario Salvo Montalbano, nato dalla penna
di Andrea Camilleri, che torna in tv per la quinta volta in tre anni. A
interpretarlo è sempre Luca Zingaretti, protagonista di «Gita
a Tindari» (stasera su Raidue), tratto dall'omonimo romanzo che nel
2000 ha vinto la classifica dei best seller, e «Tocco d'artista»
(mercoledì 16), uno dei racconti di «Un mese con Montalbano».
Il Tempo 09.05.2001
Il romanzo di Andrea Camilleri che aveva battuto Umberto Eco
CINQUE miliardi e ottocento milioni è il costo di ciascun episodio
di Montalbano sceneggiato dallo stesso autore Andrea Camilleri e Francesco
Bruni per la regia di Alberto Sironi. Nel primo, «La gita a Tindari»,
anche questo ambientato tra Ragusa e Noto, che nelle vendita del 2000 aveva
battuto «Baudolino» di Umberto Eco, ci si cala in due casi
che solo apparentemente sembrano non collegati tra loro. Un picciotto freddato
davanti a casa e due anziani spariti, unico anello di congiunzione, il
palazzo dove abitavano i tre. L’indagine porterà a scoprire tutti
i collegamenti che conducono alla mafia, alla pedofilia applicata alla
tecnoligia, con un pizzico di sesso che regala alla storia una venatura
torbida.
In «Tocco d’artista» Montalbano deve occuparsi di quello
che sembra il suicidio di un famoso orafo. Nella stessa notte viene ucciso
un elettricista. Anche in questo caso, quello che appare, non è.
M. Tamb.
La Tribuna di Treviso 09.05.2001
DOMANI SU MICROMEGA Faccia a faccia Abbado-Cacciari
ROMA. Il penultimo numero di la primavera di MicroMega, che esce domani
nelle edicole, ha dovuto aumentare la tiratura (120 mila copie) per venire
incontro alle crescenti richieste. Il numero si apre con due «faccia
a faccia» di particolare rilievo: tra il maestro Claudio Abbado e
il filosofo Massimo Cacciari («Il cittadino e le note», ovvero
la musica e l'impegno civile) e tra Indro Montanelli e Curzio Maltese («Il
manganello di Berlusconi e i vigliacchi della borghesia italiana»).
Lo scrittore Andrea Camilleri racconta perché il suo commissario
Montalbano si è dimesso dalla polizia; Antonio Tabucchi narra invece
in forma di favola i rapporti tra il Cavaliere e l'Avvocato.
La Repubblica 09.05.2001
Viaggio nelle biblioteche di quartiere
Lei legge solo romanzi d'amore. Quelli con la copertina lucida e disegnati
in primo piano protagonisti dalla mascella quadrata e aria arrogante, pronti
a soccorrere leggiadre fanciulle nei guai. Dove lui e lei si amano dal
primo incontro ma non se lo confessano che all'ultima pagina, dove c'è
sempre un cattivo ma la passione almeno lì trionfa di sicuro. Non
se ne perde uno di quei racconti che non somigliano alle sue giornate.
Preferisce i più piccoli e leggeri «perché quando sono
sdraiata a letto non mi pesano sul petto e non fatico a respirare».
La signora Lina ha settant'anni, un marito che non c'è più
e dei figli grandi che la vengono a trovare la domenica con i nipoti. Ma
nelle notti, «lunghe quando si soffre di insonnia alla mia età»,
gira la testa sul comodino agguanta gli occhiali e riprende il libro lasciato
qualche ora prima, qualche decina di pagine e un battibecco amoroso più
in là. A comprare libri non ci pensa, i soldi della pensione bastano
appena a tirare avanti in maniera decente e poi c'è la biblioteca
di quartiere dove si presenta puntuale non appena ha finito il suo ultimo
romanzo d'amore. E come la signora Lina sono migliaia le anziane appassionate
di racconti non solo rosa che bussano alle 24 biblioteche di quartiere
in cerca di sogni e distrazioni, forse perché come diceva Pavese
«la letteratura è una difesa contro le offese della vita».
Sono loro, le donne, lo zoccolo duro tra gli aficionados delle biblioteche
pubbliche, confermano anche alla Vigentina dando un'occhiata ai loro cinquecento
habitué. E sono schiere di lettrici affezionate che si vanno ad
aggiungere all'esercito compatto dei frequentatori delle biblioteche pubbliche
rionali dove l'anno scorso sono stati chiesti in prestito più di
333 mila volumi. Pile di libri che raccontano gusti e desideri, preferenze
e passioni, sogni e bisogni di lettori che all'ombra del Duomo cercano
rifugio, cultura e distrazioni nelle biblioteche sparse per la città:
chiuse in vecchi e piccoli edifici con sale di lettura a misura di una
manciata di studenti o nelle periferie dove un negozio di libri si fatica
a trovarlo aperto. A parlare di loro, lettori affezionati o saltuari, inquilini
stanziali o momentanei delle biblioteche, sono i cartellini dei libri più
richiesti, quelli che hanno due o tre schede di prestiti consumate nel
giro di un anno, mentre qualche volume solitario resta isolato nello scaffale
senza essere scelto e riletto più volte. E dai racconti dei responsabili
di quelle stanze di sapere, che ogni mattina incrociano gli occhi e i desideri
dei lettori, emerge un dato certo: Milano è una signora in giallo.
Gli appartamenti dei casermoni di periferia o i palazzi del centro sono
abitati da schiere di aspiranti ispettori Maigret, da tante arzille seguaci
di miss Marple o giovani emuli dell'anatomopatologa Kay Scarpetta e del
commissario Montalbano di Camilleri. Quello che unisce indistintamente
tutte le generazioni e i sessi in città è infatti la passione
per i polizieschi, i gialli. «Ai milanesi piace ancora tanto Renato
Olivieri, forse perché sceglieva come sfondo dei suoi delitti proprio
la nostra città», dicono alla biblioteca di Crescenzago parlando
dei loro oltre 4400 iscritti, mettendo però ai primi posti tra gli
autori di narrativa preferiti dei lettori Agatha Christie, Simenon e la
Cornwell, oltre al siciliano de «il ladro di merendine». A
Niguarda, forti dell'esperienza degli oltre ventunmila volumi dati in prestito
l'anno scorso, si avventurano in una divisione di gusti per età:
«Le signore che hanno passato i sessanta amano i romanzi rosa e preferiscono
la serie Harmony, perchè i volumi sono più piccoli e brevi,
tra i 40 e i 60 le donne leggono la Casati Modignani oltre e i gialli che
piacciono veramente a tutte mentre gli uomini, al di là delle letture
tecniche, amano Grisham, Follet, Smith e la Cornwell». Inutile cercare
i classici tra i libri nelle classifiche dei top ten, «esclusi gli
studenti che prendono certi libri per obblighi scolastici» i milanesi
in biblioteca cercano soprattutto quello che vedono pubblicizzato sui giornali,
chiedono le ultime novità. «Anche se Calvino tra i ragazzi
regge ancora bene e i russi o i francesi dell'ottocento hanno ancora qualche
affezionato». I più giovani tra gli oltre 15 mila libri patrimonio
della biblioteca Sant'Ambrogio chiedono a ritmo continuo tutta la serie
di Harry Potter, «che va a ruba anche tra gli adulti mentre la Casati,
Steel e Venturi hanno senza dubbio il monopolio del settore rosa».
Insomma, l'amore resta una passione femminile tinta sempre più spesso
di giallo mentre gli uomini sembrano più interessati alle materie
tecniche o alle biografie di personaggi storici del calibro di «Napoleone,
Hitler, grandi condottieri in genere» dicono alla biblioteca Venezia
aperta il 7 marzo ma che conta già più di mille iscritti.
«I nostri lettori amano molto le biografie, c'è l'appassionato
di De Chirico, chi fa ricerche sui pittori mentre le donne amano di più
le storie di regine e principesse, Sissi in testa». «Le donne
in assoluto leggono di più, e quasi sempre narrativa, mentre gli
uomini scelgono volumi di saggistica, tecnologia, manuali» commentano
alla bilbioteca di Quarto Oggiaro dove nel 2000 hanno prestato più
di 4800 volumi. Ad Affori, regina delle biblioteca per numero di iscritti,
il settore cosiddetto scientifico va invece forte, e per passione, non
solo per motivi di studio: «Vengono molto richiesti i libri di informatica,
quelli sulla Borsa quest'anno erano sempre in prestito come le guide turistiche
e i libri di psicologia oltre a quelli sul fai da te. Ma anche i volumi
di storia sono molto amati, in questi mesi mi chiedevano soprattutto i
diari delle ultime guerre, dai Balcani alla Palestina» dice il direttore
pensando al suo pubblico, formato per il 65 per cento da studenti. Ma chi
sta dietro al bancone non rinuncia a dare consigli, a indirizzare verso
antichi lidi il lettore che vorrebbe solo novità. «Così
tra i giovani continua l'onda lunga della letteratura sudamericana, Sepulveda
in testa, ma in generale tutta la serie della Adelphi ha un buon successo»
dicono a Villapizzone, nei cui scaffali sono ordinatamente disposti più
di tredicimila libri in attesa di un lettore. Di chi ha capito, come diceva
Mallarmé che «in fondo il mondo è fatto per finire
in un bel libro».
CATERINA PASOLINI
La Repubblica 09.05.2001
Montalbano, è tempo di indagini
«Quello che vedrete in questi due film è un Montalbano
più solare, che ha superato la crisi dei quarant'anni e della morte
del padre». Luca Zingaretti presenta i due nuovi film di cui è
protagonista, tratti dai libri di Andrea Camilleri: La gira a Tindari,
stasera su RaiDue alle 20.50 e Tocco d'artista, in onda il 16, che non
è un romanzo ma è tratto dalla raccolta Un mese con Montalbano.
Buongustaio, anarchico, caustico, indipendente, allergico al potere in
tutte le sue forme, il Montalbano di Zingaretti è quasi un simbolo.
«Paura che mi identifichino troppo con Montalbano?» scherza
l'attore «No, anche perché ora la gente non mi chiama più
commissario ma Zingaretti o magari Zingarelli, ma distingue tra attore
e personaggio». La regia è affidata di nuovo ad Alberto Sironi:
«Speriamo bene perché abbiamo contro Rutelli su Canale 5 e
noi preferiamo che vinca lui...», ironizza il regista, mentre la
sceneggiatura è di Francesco Bruni e dello stesso Camilleri. Nel
cast Katharina Bohm nel ruolo di Livia, l'eterna fidanzata, Cesare Bocci,
Peppino Mazzotta, Angelo Russo, Davide Lo Verde e molti altri, tra cui
Isabell Sollmann, Tony Palazzo, Ileana Rigano, Luigi Burruano e Bianca
Maria D'Amato. «Ci siamo accorti che Montalbano può girare
il mondo meglio di altre fiction, pur essendo fortemente caratterizzato
dalla cultura siciliana» spiega Max Gusberti «oltre alla coproduzione
svedese, i film sono stati venduti anche in Francia e in Germania».
E Montalbano è diventatp un caso letterario anche in Svezia. «E'
un prodotto degno del miglior cinema italiano» sottolinea il direttore
di RaiDue, Carlo Freccero «curato nei minimi particolari. Permette
tanti piani di lettura proprio come la poetica di Camilleri». In
attesa di tornare sul set per Montalbano (altri quattro film, sempre prodotti
da Carlo Degli Esposti, tratti da Un mese con Montalbano), Zingaretti potrebbe
essere protagonista, se la trattativa con Angelo Rizzoli andrà in
porto, della fiction Incompreso, due puntate per Canale 5. Accanto a lui,
dovrebbe esserci Margherita Buy (ma "in gara" ci sono anche Claudio Amendola
e Francesca Neri). In autunno lo vedremo nei panni di Giorgio Perlasca,
nel film di Alberto Negrin tratto dal libro di Enrico Deaglio La banalità
del bene. Scritto da Sandro Petraglia, Stefano Rulli e lo stesso Deaglio,
racconta la storia esemplare dello Schindler italiano che fingendosi un
diplomatico spagnolo, a Budapest riuscì a salvare migliaia di ebrei.
(s.f.)
Corriere della sera 09.05.2001
LA GITA A TINDARI Raidue, ore 20.50, durata 90’, 2000 ...
Regia di Alberto Sironi. Con Luca Zingaretti, Cesare Bocci, Isabell
Sollmann. Poliziesco, Italia. Film tv. Torna il commissario Salvo Montalbano
(Zingaretti, nella foto) di Camilleri. A Vigata, in Sicilia, il commissario
e il vice Augello indagano su due casi intrecciati: l’omicidio del giovane
Nené Sanfilippo e la scomparsa di due anziani coniugi. Un giallo
che ruota attorno a un traffico di organi umani.
La Repubblica 06.05.2001
Spunta Cerami per lo strega
ROMA - Vincenzo Cerami, Antonio Debenedetti e Domenico Starnone. Su
questi nomi potrebbe giocarsi la partita del prossimo premio Strega. Si
tratta soltanto di indiscrezioni: i candidati verranno presentati ufficialmente
il 24 maggio a Napoli, un po' in ritardo rispetto ai tempi tradizionali
del premio. La gara s'annuncia anche quest'anno ricca di suspence. I pettegolezzi
che accompagnano i giochi danno per sicura la candidatura di Vincenzo Cerami,
prescelto da Einaudi per il suo Fantasmi. Rizzoli sta valutando una rosa
di nomi, tra cui il più probabile sembra Antonio Debenedetti con
Un giovedì dopo le cinque (ma dalla casa editrice non arrivano né
smentite né conferme). Alla Mondadori si fanno i nomi di Eraldo
Affinati, Enrico Brizzi e Sergio Pent, ma l'editore di Segrate potrebbe
tirare fuori a sorpresa anche Andrea Camilleri al fine di scompaginare
tutti i giochi. La Feltrinelli ha un autore forte come Domenico Starnone
con il suo Via Gemito. Garzanti quest'anno non partecipa, ma all'ultimo
istante potrebbe cambiare idea. Tra i piccoli editori, sicuramente non
ci sarà Fazi (punta al Campiello), mentre debutta la romana Quiritta
con un romanzo di Vincenzo Pardini.
La stampa 06.05.2001
L’Amleto di Pirovano finisce in televisione
GENNOVA Dopo il successo delle due repliche genovesi al Teatro Modena,
Mauro Pirovano che «cunta l'Amleto» approda in televisione.
Il cantastorie ligure Bacci Musso da Pentema, interpretato dall'attore
genovese, sarà infatti ospite martedì, alle 13,10, della
trasmissione del TG3 Rai «L'Una Italiana», in onda prima dei
telegiornali regionali e nazionali. Lo spettacolo «Mauro Pirovano
u cunta l'Amleto» nasce dall'incontro tra il regista Pino Petruzzelli
e lo stesso Mauro Pirovano, un artista con alle spalle una lunga esperienza
teatrale con lo Stabile di Genova e il Teatro dell'Archivolto, fondatore
dei Broncoviz, con i quali ha partecipato a trasmissioni come «Avanzi»,
«Tunnel», «Holliwood Party» e ha interpretato il
film «Peggio di così si muore». Pirovano è tra
i protagonisti del serial televisivo di RaiUno «Un medico in famiglia».
Lo scrittore Andrea Camilleri lo ha voluto per l'interpretazione dei pensieri
in genovese del protagonista del suo libro «La mossa del cavallo».
La sua ultima fatica cinematografica è «Princesa», un
film diretto dal regista brasiliano Enrique Goldman e co-prodotto da Ken
Loach e Wim Wenders, in cartellone al Festival di Cannes 2001. L’«Amleto»,
il più grande capolavoro di William Shakespeare, una delle più
belle storie che siano mai state scritte, nello spettacolo di Mauro Pirovano
diventa un divertente racconto popolare tramandato oralmente dai vecchi
di un piccolo borgo della montagna ligure. Qui, seduto al tavolino dell'osteria,
il signor Gio Batta Musso, Bacci per gli amici, geloso custode, racconta
una storia di tradimenti e vendette con la cadenza e la maschera di Gilberto
Govi. Il tutto tra pettegolezzi e bicchieri di buon vino. Lo spettacolo
«Mauro Pirovano u cunta l'Amleto», prodotto dal Centro Teatro
Ipotesi diretto dallo stesso Pino Petruzzelli, si sta preparando ad affrontare
una lunga tournèe estiva in molte località della costa e
dell'entroterra.
GENNOVA
Giornale di Sicilia, 6/5/2001
CAMILLERI IN LIBRERIA
A sorpresa nuovo Montalbano, slitta invece "il Re di Girgenti"
ROMA. Una sola indagine, svolta a titolo personale, sulla scomparsa
di un promotore finanziario. E’ il nuovo Montalbano di Camilleri. Imprevisto,
inaspettato, questo libro sarà edito, come sempre, da Sellerio
e sarà pubblicato prima dell'estate. Slittata l'uscita di
quello che già qualcuno ha definito un capolavoro, <Il Re di
Girgenti> - che doveva già essere in libreria ed invece lo sarà
in autunno -, il nuovo lavoro è stato appena completato, ed a tempo
di record. Nel nuovo libro, il promotore finanziario, dopo
aver rastrellato miliardi a piccoli e grandi risparmiatori con promesse
di facili e alti guadagni, scompare dalla circolazione.
Giornale di Sicilia, 5/5/2001
TELEVISIONE. Alle 19.30 la proiezione del film tratto da "La gita a Tindari" dopo una mattinata riservata agli studenti delle scuole superiori, presenti Sironi e Zingaretti
Il nuovo Montalbano debutta a Siracusa
Lunedi è in anteprima al Teatro Vasquez
SIRACUSA. Anteprima nazionale a Siracusa del film "La gita a
Tindari" della serie televisiva "Il commissario Montalbano" che sarà
proiettato lunedì alle 19.30 al Teatro Vasquez. L'appuntamento ufficiale
sarà preceduto in mattinata dalla visione del film tv riservata
agli studenti delle scuole superiori. E poi il debutto televisivo segnato
sull'agenda per mercoledì prossimo, come sempre su Raidue e alle
21: un nuovo appuntamento, è facilmente prevedibile, con un successo
di telespettatori e di share.
"La gita a Tindari" è il titolo del nuovo episodio tratto dal
romanzo di Andrea Camilleri che vede come protagonista l'attore Luca Zingaretti
nei panni del più famoso degli investigatori d'Italia alle prese
con un difficile caso di omicidio da risolvere. E’ la terza serie televisiva
per il commissario Salvo Montalbano, ambientato a Vigàta, paese
siciliano frutto dell'immaginazione di Camilleri, dove il protagonista
vive e lavora.
Ancora una volta a dirigere le sue avventure, è il regista Alberto
Sironi, che ha saputo rendere vive le pagine del romanzo di Camilleri,
trovando in Luca Zingaretti il volto giusto alla figura di Montalbano e
rendere i paesaggi della Sicilia ancora più affascinanti.
"E’ riuscito a tradurre la descrizione dei luoghi in immagini, - dice
Pasquale Spadola, direttore artistico della manifestazione -, basta guardare
come il personaggio stesso di Montalbano sia legato ai particolari della
sua terra, come riesca ad incarnare l'uomo che aveva in mente lo scrittore.
Tutti gli odori, i sapori, la cultura della Sicilia si manifestano in modo
evidente allo spettatore. Il 'Commissario Montalbano' non poteva che essere
girato in Sicilia, solo così si rende giustizia alla figura nata
dall'abile penna di Andrea Camilleri".
"Da almeno tre anni, a Siracusa, non si presentavano in anteprima opere
prettamente televisive - dice Fabio Granata, assessore regionale per i
Beni Culturali -. Questo evento ci permette di far conoscere la nostra
città, di essere finalmente protagonisti di una manifestazione che
vede come soggetto primario la Sicilia, e le sue storie".
LORENZA BONANNO
RITI MONDANI / LE NUOVE REGOLE DEGLI INCONTRI TRA INTELLETTUALI
Wrrr , wrrr rotea veloce la bottiglia sul parquet tirato a lucido e
quando si ferma Cesara Buonamici, noto volto di Canale 5, avvicina le labbra
alla guancia dello scrittore Alain Elkann, anche lui personaggio televisivo
e animatore del salotto culturale dell'ex Telemontecarlo. Trastullo del
passato, questo vecchio, caro gioco della bottiglia. Tornato in gran voga
in uno dei ritrovi intellettuali più chic della capitale, la casa
di via del Gesù della francesista e saggista Daria Galateria. Dove,
però, non si praticano solo futili passatempi. Nei nuovi esclusivi
templi dello scambio intellettual-mondano, come quello della Galateria,
si mescola sacro e profano, alto e basso, si discetta di Marcel Proust
e di "Adesso sesso" di Sergio Vanzina, del Divin Marchese e di "Chimera"
di Pappi Corsicato, di Mordecai Richler e dell'ultimo Tabucchi. E con fini
letterati come Andrea Camilleri passano la loro serata Roberto D'Antonio,
forbice d'oro della parruccheria internazionale, la bella imprenditrice
Rosy Greco, il pulp narratore Niccolò Ammaniti e lo storico Denis
Mack Smith. Accomodatevi, prego: il salotto letterario è rinato.
Dopo anni di assenza (dalla fine degli anni Settanta) torna in auge. Ma
è anche molto cambiato. Non più il tempio reverenziale delle
belle lettere, riservato a critici, professori barbosi e old style. Bensì
tutto il contrario, un bel minestrone pieno di sapori. Nel nuovo popsalotto
organizzato da quaranta-cinquantenni che rimasticano le vecchie tradizioni
c'è di tutto e si mescolano, in confuso andirivieni, scrittori,
giornalisti, pittori, stilisti, galleristi, anchormen, pezzi di Rai, di
cinema e di editoria. Affollati di giovani e aspiranti (in tutti i campi,
cinema, televisione, sceneggiatura, fotografia, architettura, poesia e
letteratura), servono per fare anche un po' di lobbye per stringere legami.
Da qualche tempo l'appuntamento intellettual-mondano rivive in tutto il
suo splendore: quasi ogni sera c'è un meeting, un aperitivo, un
rave party o, per chi si accontenta, un dotto tinello. Le città
dove i nuovi salonnier hanno il calendario sempre pieno? Roma, Torino e
Milano: qui si estende la mappa del pop-salotto. «Ma io non ho aperto
nessun salotto», si schermisce la Galateria, novella madame du Deffand
(eletta anche come la nuova Sandra Verusio delle arti italiane). «Da
quando mi sono separata e sono ridiventata single, per via del mio lavoro
di studiosa trascorro tutto il giorno in silenzio. Riunire amici e conoscenti
è il modo per praticare la conversazione raffinata, alla maniera
di Diderot, cioè dire le cose leggere in modo serio e trattare le
cose serie in modo leggero», osserva. E così, parlando parlando
la sua casa è diventato il punto più ambito della capitale.
Lì c'è l'editrice Elvira Sellerio e c'è Andrea Camilleri,
gran conversatore. E poi una sfilza di personaggi la cui conoscenza può
sempre risultar utile e comunque stimolante: da Carlo Verdone a Renzo Arbore,
a una pletora di note scrittrici come Alexandra Lapierre, Rosetta Loy e
Barbara Alberti. E poi, ancora, a via del Gesù si ritrovano il pittore
Mimmo Paladini, il net- spione Roberto D'Agostino, l'editore Elido Fazi.
Ma anche nobiltà d'oltralpe come il nipote di Saint-Exupéry,
Frédéric d'Agay, a cui si aggiungono firme del giornalismo
come Paolo Mauri, Mario Pirani, Enzo Golino, Corrado Augias e direttori
di telegiornali come Enrico Mentana o conduttori televisivi come Lorenza
Foschini. È la riscossa dell'intellighentia romana in gran parte
di sinistra (tranne qualche eccezione forzitaliota, come Camillo Langone
de "il Giornale"), che ritrova il suo respiro collettivo dopo anni di indiscussa
supremazia del politichese, del dibattito su mattarellum e bicamerale.
Certo, il risveglio del salonnier intellettuale è stato brusco e
repentino: dopo un lungo periodo di vuoto, oggi c'è il pienone di
appuntamenti e si può occupare un'intera settimana, scendendo dalle
stelle della Galateria al mondo underground dell'editore Alberto Castelvecchi.
«Il mio salotto è un po' speciale. È animato da un
nucleo fisso di fedelissimi. Ma poi i partecipanti cambiamo di volta in
volta e anche la sede delle nostre feste non è mai la stessa. Si
va da un locale notturno ai Parioli a un rave party al Forte Prenestino».
In queste serate passano camerieri con originali vassoi ricolmi non delle
solite tartine bensì delle ultime pubblicazioni dell'editore. E
anche gli ospiti costituiscono un inatteso miscuglio che allinea il black
dj Aimé e stilisti come Alessia Fendi, artisti digitali, galleristi,
esperti di public relation come Benedetta Lucherini. Anche l'editore Elido
Fazi adora le mega feste intellettuali e lui stesso ne organizza con personalità
eterogenee che vanno dalla scrittrice dark Isabella Santacroce al transessuale
Vladimir Luxuria che spadroneggia nel salottino televisivo del "Maurizio
Costanzo show", al dj Pierluigi Diaco, a Vittorio Sgarbi, a Daria Bignardi.
Selezione e numero chiuso sono invece la formula della scrittrice Gaia
de Beaumont che si è imposta uno stile preciso tra le sue eleganti
pareti. Di norma si discute di uno dei libri più importanti della
stagione letteraria, che può essere di Paolo Mieli, Pierluigi Battista,
Ernesto Galli della Loggia, Mario Pirani o Lucio Villari. In una serata
piuttosto formale, dove anche la buona cucina è un ingrediente essenziale.
Le diatribe politico- ideologiche, poi, appassionano e possono andare avanti
fino alle tre di notte. Magari opponendo l'editore Cesare De Michelis della
veneziana Marsilio all'editorialista del "Corriere della Sera" Paolo Franchi.
«Vedo che la gente ha sempre più bisogno di confrontarsi,
di incontrarsi, di non scriversi solo messaggi e-mail o di telefonarsi,
ma di vedersi, di parlarsi...», commenta la de Beaumont. Ne è
la riprova anche l'home studio della pittrice Giosetta Fioroni. Celebri
sono la sua gigantesca vasca Jacuzzi, le mattonelle indiane e i versi dei
poeti dipinti sulle pareti dalla stessa artista che ama molto i letterati.
Qui approdano, per esempio, Guido Ceronetti o Andrea Zanzotto. Per dialogare
con Alberto Arbasino o Raffaele La Capria. La classe non è acqua.
di Mirella Serri