La stampa 31.05.2001

Domani a Città Studi i big del Bancarella
BIELLA Domani alle 17, all’auditorium di Città Studi, appuntamento con i sei finalisti del premio Bancarella e con gli studenti delle superiori biellesi, vercellesi e valsesiane e della facoltà di Lettere e filosofia di Vercelli. Tra i ragazzi ci saranno i vincitori per le migliori recensioni. Quest’anno toccherà al giornalista Jas Gawronski l’onore di introdurre le opere dei finalisti, tutti italiani, del Bancarella 2001: Laura Laurenzi, con Amori e furori, Corrado Augias, I segreti di New York, Sveva Casati Modignani, Vaniglia e cioccolato, Andrea Camilleri, Gita a Tindari, Umberto Eco, Baudolino, e Mario Rigoni Stern, Tra due guerre. Già annunciato dagli organizzatori, i Librai pontremolesi, la Libreria Giovannacci e Biver, con signorile onestà, il forfait di Eco, Stern e Camilleri, prontamente sostituiti da «padrini» famosi: lo scrittore e giornalista alessandrino Roberto Cotroneo, Nico Orengo e Raul Rossetti. Gli studenti avranno l’occasione di «intervistare» gli autori, e i più bravi di essere premiati da chi è già una stella nel firmamento della letteratura internazionale. Per loro, come ogni anno, la Fondazione metterà a disposizione gratuita un pullman. Una delle caratteristiche dei bancarellai pontremolesi è il fiuto nell’individuare gli autori doc. La storia del concorso, giunto alla 49ª edizione, racconta di scrittori, Hemingway, Pasternak, Singer, riconosciuti prima dal Bancarella e poi insigniti del Nobel della letteratura. E a conferma della politica di scoperta di nuovi talenti e di promozione alla lettura dei librai pontremolesi, in questi giorni è stato assegnato anche il Bancarellino al miglior libro per ragazzi. Tra i sette minigiurati chiamati alla scelta finale anche un bambino di Ronco, Matteo Gamba.

Avvenire 30.05.2001

Da Camilleri a Lodoli, capire le «scritture in corso»
La narrativa italiana tra gli anni Ottanta e i Novanta ha bisogno di indagini critiche, di analisi delle opere dei narratori anche per destrutturare i pregiudizi delle etichette giornalistiche che hanno in qualche modo bloccato gli approfondimenti. Uno strumento utile in questo senso è la collana «Scritture in corso», varata dalle Edizioni Cadmo di Firenze, dedicata agli autori che scrivono oggi e presentata come «uno spazio nuovo di riflessione critica per identificare le esperienze che più contano nella narrativa contemporanea». I primi tre titoli sono dedicati a Marco Lodoli, letto da Anna Nelli; a Tiziano Sclavi, letto da Daniele Bertusi e ad Andrea Camilleri, indagato da Giovanni Capecchi. Seguiranno monografie su Alessandro Baricco, Gianni Celati, Erri De Luca, Andrea De Carlo. Ciascun volume si presenta quindi come una ricca monografia, introdotta da un profilo critico sui temi dell'opera di ciascuno scrittore. Seguono poi un'analisi dettagliata delle opere, un profilo biografico, una nota bio-bibliografica - che è un po' il punto dolente di ciascun volumetto, in quanto spesso dimentica interventi importanti e fa una selezione troppo ristretta degli scritti su ciascun autore. Ciascun volume (che costa 18.000 lire) riporta inoltre, in chiusura, una conversazione con l'autore. Interessante è l'indagine sulla narrativa di Sclavi che inquadra anche sociologicamente temi dei romanzi e date di stesura, in un'analisi che privilegia il rapporto tra la narrativa di Sclavi e il cinema, dove affonda le sue radici e soprattutto, come scrive Bertusi, «nel cinema dell'ostentazione della mostruosità, che va da Romero a Tobe Hooper al nuovo cinema americano pieno di effetti speciali, nel cinema grottesco e parodico di Sam Raimi, Pupi Avati o John Landis, ma forse ancor di più nel cinema di due registi che rovesciano i termini classici di normalità e mostruosità, vedendo nel mostro quasi una specie di stadio ulteriore dell'evoluzione umana: Tod Browning e David Cronenberg». Giovanni Capecchi, con il primo studio critico su Camilleri, aiuta a scoprire il fenomeno di questo best seller improvviso, che da quattro anni domina le classifiche dei libri più venduti. Infine assai utile è il saggio di Anna Nelli su Marco Lodoli, la cui esperienza letteraria è tra le più importanti di questi ultimi vent'anni, anche dal punto di vista morale, nel delineare parabole contemporanee. Del resto lo stesso Lodoli dice nella conversazione: «Un libro deve essere una cosa semplice, deve avere la potenza di un'immagine diretta. In un certo senso mi sento scrittore di favole (anche se la parola può sembrare riduttiva), ma non tanto per l'elemento ariostesco, volatile, stupefacente: è invece l'idea di creare qualcosa che abbia a che fare con il pensiero attraverso l'archetipo».
Fulvio Panzeri
 

Il Mattino di Padova 23.05.2001

«Amo l'opera multimediale che parla al grande pubblico»
Intervista al veneziano Paolo Furlani, fresco vincitore del Premio Wiener Internationaler
Trentasette anni, veneziano, Paolo Furlani vive ormai un'ascesa artistica all'insegna dell'opera lirica. Compositore in carriera, ma anche clarinettista diplomato in pittura all'Accademia, ha scoperto nel teatro una via espressiva peculiare: 5 opere all'attivo, vincitrici di concorsi o rappresentate da importanti istituzioni, fra cui la Fenice ed Europa Festival. Ma con l'opera da camera per bambini Albero dei violini accesi su testo del poeta e drammaturgo padovano Giuliano Scabia, l'8 maggio scorso ha vinto a Vienna, all'unanimità, il concorso «Wiener Internationaler» diretto da Claudio Abbado. Oltre a un premio in denaro, l'opera verrà allestita in una delle prossime edizioni del Festival Wien Modern. Furlani, per chi si scrive musica oggi? «La musica contemporanea si identificherebbe in uno stile "colto" con una certa tensione speculativa. Ma per farsi capire dalla gente bisogna essere bravi, indipendentemente dal genere. Sono lontano dai circuiti "ghettizzati" di certa musica contemporanea, concerti in cui vanno sempre le stesse persone. Per me l'opera è un genere destinato a un'ampia fetta di pubblico, ma cercando sempre di mantenere un interesse dell'intelligenza, l'ascolto facile non porta da nessuna parte». Quanto contano i maestri, le scuole, la formazione individuale? «Tutto conta, i maestri giusti mi hanno dato molto, ma l'autoeducazione è fondamentale, per studiare sempre il nuovo o per approfondire. Il bravo maestro deve dare gli strumenti per andare avanti da soli e costruirsi un proprio repertorio». Come organizza l'attività? «Faccio fatica a scrivere musica "astratta", ma tendo ad associare più arti. Mi piacciono i concorsi: c'è una scadenza, è una sfida. Ora sto finendo l'opera Il birraio di Preston da Camilleri per la finale del concorso promosso dal Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario della morte di Verdi e mi accingo a comporre le musiche per Il viaggio verso Venezia da Hoffmansthal, in collaborazione con l'Olimpico di Vicenza per il Teatro Stabile del Veneto». Dove nasce il suo rapporto con l'opera? «Studiando in Conservatorio mi sono appassionato a capire le espressioni dei significati e della messa in scena, abbinandole ai corsi all'Accademia di Belle Arti e alle mie letture di teatro, presupposti latenti dei miei primi pezzi per voce, fino alla prima opera per un concorso a Udine nel '95». Come dovrebbe essere l'opera del terzo millennio? «Una commistione fra arti, multimediale, pur sempre raccontando una storia anche se con nuove tecnologie, ma è il rapporto con la voce il più difficile da risolvere per come essa debba diventare teatro, non troppo impostata, ma duttile per potersi mettere in scena. Nella mia ultima opera cerco di sfruttare tutte le varietà timbriche e i ruoli possibili della voce». Ha una predilezione per le opere per ragazzi? «E' il settore privilegiato in cui ci sono più possibilità. Amo i libri per ragazzi, in una realtà che incarna anche aspetti visivi, vicina ai modi del teatro italiano dove conta più ciò che vedi e senti. Lo stile di Scabia è ricco di visioni, con una prosa quasi poetica da cui scaturiscono immagini. Avevo letto il suo racconto Nane Oca, che vorrei mettere in musica, mi rivolsi a lui, che aveva già pronto il libretto per l'Albero dei violini accesi scritto negli anni '70 e mai utilizzato. Mi è piaciuto subito, soprattutto la funzionalità, poche parole affinché la musica riesca anche a "divagare" senza passare in secondo piano. Spero di poterla portare in Italia». Sente di dover ringraziare qualcuno? «I miei maestri e tutti quelli che mi hanno dato fiducia, offrendomi sempre nuove occasioni di lavoro, da Messinis e Pinamonti della Fenice a De Fusco del Teatro Stabile del Veneto e Massimo Contiero del Teatro Sociale di Rovigo. Ma anche quei musicisti che con stima mi incoraggiano a continuare».
di Mirko Schipilliti

La Stampa 22.05.2001

GLI EDITORI
Piccoli e grandi accomunati nel raddoppio
Raddoppiano le vendite di libri: clamoroso risultato raggiunto da alcuni editori, Einaudi in testa, che, già al terzo giorno di salone, aveva superato l’incasso dello scorso anno. Ma a esultare non sono solo gli espositori di maggiore visibilità. Anche nomi assai meno noti gongolano per un 50% in più, tondo tondo, di vendite rispetto al 2000. Esempio, Rubettino, editore calabrese che pubblica collane di economia, saggistica e narrativa, ma che stampa pure le piantine topografiche dell’Atm. Il bilancio con il segno più non è appannaggio di pochi, al Lingotto: e anche chi non arriva a raddoppiare l’incasso, sfodera comunque un sorrisone sincero, guardando la cassa. E se Garzanti segna un 30% in più, Laterza si assesta sul 15%, con un best-seller a sorpresa: quell’«Italia di oggi» che in Fiera ha contato su un padrino d’eccezione come Denis Mack Smith. Da Feltrinelli, invece, l’incremento rispetto all’anno scorso è del 40%. Soddisfazione anche allo stand di Utet, uno dei più grandi e «arredati» della Fiera, dotato persino di un’agorà per i dibattiti. «C’è chi arriva con un lunga lista di libri da comperare, ma i più acquistano secondo l’impulso, come sempre, qui in Fiera» commenta il direttore commerciale di Adelphi, dove ha spopolato «Nudi e crudi» dell’inglese Alan Bennet. Camilleri è, in cima alla lista degli autori più richiesti da Rcs, seguito a ruota da Tamaro, Mieli, Elkann e dal comico Natalino Balasso. Se non stupisce che la «Biografia del figlio cambiato» camilleriana sia andata a ruba, su altri titoli proposti da piccoli editori, si accettavano scommesse. Vedi «Un ventaglio di seta blu Savoia», che ha spopolato allo stand dell’editrice napoletana Filema: «Abbiamo dovuto chiedere rifornimenti ben 3 volte». Un record nello spazio sempre affollatissimo di Stampalternativa (giro d’affari aumentato del 25%, per un incasso che si aggira sui 40 milioni), dove si sono vendute tutte le 1200 copie di «Mc Nudo» ovvero «100 buone ragioni per stare alla larga dai McDonald’s» della collana Millelire. Esaurito anche «Quattro sberle in padella», manuale per «difendersi dall’inquinamento alimentare», e ottimi piazzamenti per «Guerra e pace porno», seguito hard del romanzo tolstoiano, e per la «Guida ai cimiteri d’Europa». «Se l’intento era quello di concentrare l’attenzione sul libro, l’obiettivo è stato raggiunto» dice il responsabile commerciale Angelo Leone. Stessa impressione dal romano Castelvecchi: «Sempre più, la Fiera si conferma come momento di massima visibilità». Hanno fatto centro pure la narrativa targata e/o, le nuove collane della torinese Daniela Piazza Editrice, «Gocce di Piemonte» e i «Libri gastrosofici» e i «Grandi libri» della Priuli & Verlucca che ha festeggiato al Lingotto i primi 30 anni di attività. Difficile trovare una voce in controtendenza. «Per noi, l’obiettivo non è quello di vendere, qui in Fiera, ma di stabilire contatti con lettori e operatori, che possono vedere le novità», spiega Silvio Destefanis responsabile commerciale di Allemandi.
SILVIA FRANCIA

La Sicilia 21.05.2001
Anche per Camilleri un conflitto d'interessi
di Finetta Guerrera

TORINO - Si respirano libri, quest'anno, a Torino. Ma ciò non toglie che alcuni inquietanti venti soffino qua e là fra gli stands. L'e-book, per esempio, il libro elettronico di cui, prima o poi, nessuno potrà fare a meno. E fa discutere il ridottissimo stand di Mondadori che è tornato sì, ma per portare soltanto un piccolo drappello di computer incaricati di esaltare le prestazioni del libro virtuale, compreso il fai-da-te. Anche il conflitto d'interessi fa discutere, considerando il ruolo tutt'altro che marginale occupato dall'editoria nell'ambito degli interessi economici del futuro presidente del consiglio, del quale si ventila, o si paventa, l'arrivo in extremis. Nel frattempo, ci si preoccupa di allargare il ventaglio del mercato merceologico: grande folla intorno agli stand di videocassette, c'è chi vende penne biro, sali da bagno, gianduiotti, agende di plastica e accendini, mentre uno degli stand più visitati è quello che espone tarocchi.
In compenso nel grande bazar dell'editoria italiana si aggirano, in mezzo ai nomi più ragguardevoli, anche quei personaggi mediatici che la tv non consente di toccare e che invece sono qui, per il visibilio dell'inclita, in carne ed ossa: il dispettoso Sgarbi, lo stucchevole Elkann e l'onnipresente Crepet, ansioso di spiegare alle coppie con figli come fare per rimanere in vita. Il vento della Fiera ha portato anche Camilleri - lo stand della Sellerio traboccante dei suoi libri - a raccontarci di Pirandello, cui lo lega un vecchio 'feeling'. Si tratta del libro "Biografia del figlio cambiato", una narrazione che si dipana attorno al tema dell'identità, fulcro della vita e dell'opera di Pirandello.
Ma ancora prima, a fianco di Cerami, Caselli e Freccero e davanti ad una folla strabocchevole, Camilleri ha parlato, in quanto autore di alcuni brillanti articoli su Micromega, della responsabilità dello scrittore in quanto cittadino: "La verità è che noi siamo stati attaccati perché siamo politicamente scorretti, cioè a dire che entriamo come elefanti dentro il negozio di cristallerie. Non ci piacciono i minuetti, non ci piacciono i giri di valzer… Questo urta un po' un certo 'stabilimento', per dirla in lingua italiana. E' tutto qua! Da sinistra dicono che finiremo col fare il gioco di Berlusconi! Ma come si combatte Berlusconi, se non dicendo come la pensiamo su di lui? E siccome noi viviamo del nostro…E' inutile che mi si dica che io mangio con la Mondadori e poi sputo…Calma, calma: semmai è la Mondadori che guadagna miliardi con me! Ora io, che sono nato sotto il segno del Littorio, non voglio morire sotto altri segni, mi darebbe un certo fastidio!".
ltro evento della giornata di ieri la presentazione, da parte della giuria - Mariarosa Cutrufelli, Antonio Di Grado, Massimo Onofri, Sergio Pautasso, Carla Riccardi, Natale Tedesco - presieduta da Vincenzo Consolo, dei vincitori il Premio Vittorini 2001: per la narrativa Niccolò Ammaniti con 'Io non ho paura', Einaudi, Laura Pariani per 'La foto di Orta', Rizzoli e Silvana La Spina per 'La creata Antonia', Mondadori. Inoltre quest'anno si è voluto assegnare un premio ai supplementi letterari di quotidiani e riviste e cioè a 'Stilos' del quotidiano La Sicilia, diretto da Gianni Bonina e a 'Legendaria', supplemento, diventato rivista autonoma dal 93, della rimpianta rivista 'Noi donne'.
[...]

Il Nuovo 21.05.2001

Quattro gocce d'acqua piovana
E' il titolo del giallo scritto a quattro mani da Piero Colaprico e Pietro Valpreda. Ambientato nella Milano da bere, ha un'impostazione classica con un occhio a Montalbàn e uno a Camilleri.
I crediti sono dichiarati fin dalla prima pagina: “sedotto dagli statunitensi degli anni trenta, imbottito poi di europei e sudamericani.....sanno scrivere”. E c’è anche Simenon, ma “la sua vecchia Parigi è così diversa da questa nuova Milano”. Poi c’è Mozart con il Requiem. La costruzione in crescendo del Dies irae, dies illa si addice a Quattro gocce d’acqua piovana , il giallo scritto a quattro mani da Piero Colaprico e Pietro Valpreda, (Marco Tropea Editore, 189 pag., 18 mila lire), affollato di numeri e nomi che si ripetono. Si chiama Pietro (Binda) anche il protagonista del libro, un maresciallo in pensione che dalle gocce d’acqua cadute sulle pagine di un librone di storia, ha l’illuminazione per risolvere un caso, l’ultimo della lunga carriera nell’arma. Non era riuscito a venirne a capo. Trapuntato di vernacolo, ma non alla maniera di Camilleri, con un peso che lascia piuttosto solo origliare il sound della “cotoletta”, il racconto di un “omicidio con enigma in via Solforino”, rispolvera la Milano anni ’80. Ci sono tangentisti intoccabili e rapinatori vecchio stile, scuole private e cortili con i gatti. C’è la città, riconoscibile. C’è un cadavere, quello di un professore di liceo, collaboratore di una rivista di enigmistica. Un uomo dalla vita normale, a un passo dalle nozze con una ragazza normale. C'è un gioco di lettere e numeri che intriga parecchio. L’intreccio si snoda sotto uno sguardo doppio, quello dei due autori, l’uno cronista di nera e inviato di Repubblica, ballerino anarchico l’altro, arrestato per la strage di piazza Fontana. Due modi diversi di stare dietro le quinte dell’investigazione. Il finale è affidato a un deus ex machina: una soluzione classicheggiante, per un giallo impostato secondo canoni classici con una continua sopvrapposizione di presente e passato. Strana la coppia d'autori, decisa a seguire la strada del connubio. I due si sono incontrati nella libreria di Tecla Dozio, La Scherlokiana, culla del giallo italiano. Uno aveva il plot, l’altro la macchina per scrivere e un quarto di secolo in meno. Alle spalle, il vissuto degli anni in cui Milano si diceva “da bere”. Gli autori, in modo diverso, ne sono stati spettatori attenti: l’anarchico con l’occhio di chi non si rassegnava a vedere la vecchia città trasformarsi, il giornalista pronto a registrare splendori e, poco dopo, miserie di chi credeva di poter comprare tutto coi danèe. Il giallo, assicurano, è scritto davvero a quattro mani. Già pronto il prossimo titolo, La nevicata dell'85, in uscita a giugno.
Olga Piscitelli

La Repubblica 21.05.2001

L'etica del disagio
Dopo gli spostamenti progressivi verso il centrodestra, magari all'insegna della riconciliazione nazionale postelezioni, la Fiera del Libro riguadagna ieri punti a sinistra. Più che di questo, però, in verità bisognerebbe parlare di tre dibattiti in cui, per usare un'espressione usata dal sociologo Marco Revelli all'incontro sul recente Ricordi tristi e civili di Cesare Garboli, l'«etica del disagio» dei pochi, per i tempi politici attuali, va contro «la maggioranza dell'etica dell'autocompiacimento». In ogni caso, non è soltanto questione di politica. Naturalmente le riflessioni sul libro di Garboli, condotte in modo civilmente appassionato da Ezio Mauro, Revelli e Marco Belpoliti, portano a oscillare tra i due famosi paradigmi gramsciani. Così il pessimismo dell'intelligenza (però il critico letterario ridimensiona il suo) altalena con quella speranza che il direttore di Repubblica individua in «un'identità intatta», che sfugge all'«indistinto democratico». Ma al dialogo fra il filosofo Fernando Savater e il linguista Raffaele Simone, quel disagio si appunta su chi celebra le sorti magnifiche e progressive di Internet e affini. È Savater ad affermarlo con nettezza: «Nell'ultima campagna elettorale spagnola molti leader politici hanno insistito sull'esigenza di dotare ogni studente di una connessione a Internet. Credo invece che la prima cosa sia connettere l'allievo al suo maestro, perché non vorrei che, dopo tanto navigare nella rete, ci trovassimo come Robinson Crusoe: isolati su un'isola a implorare che qualcuno ci venga a salvare». Mentre Garboli definisce il suo libro di «esule in patria» come un «libro stoico», al convegno organizzato da MicroMega su cultura e impegno, si ragiona sull'etica del resistente. Nello spirito del «Non Mollare!» di Gaetano Salvemini e dei fratelli Rosselli, ma ora indirizzato all'Italia di Silvio Berlusconi, parlano Andrea Camilleri e Antonio Tabucchi (che parla per telefono), Giancarlo Caselli e Vincenzo Cerami, Carlo Freccero, Paolo Flores d'Arcais, Marco Travaglio. La sala è davvero strapiena, molti non riescono a entrare. E il tema di fondo lo declina e lo sintetizza Tabucchi. Lo scrittore toscano invita a non adattarsi all'aria che tira, rivolgendosi anche ai giornalisti: «Siate più critici». Le preoccupazioni, comunque, si leggono in tutti gli interventi. A cominciare da quelle manifestate dal giudice Caselli sui programmi per la giustizia, e per il destino della magistratura, del futuro governo Berlusconi.
Massimo Novelli

Corriere della sera 21.05.2001

C’era una volta l’impegno, l’intellettuale di sinistra «metabolizza» la sconfitta
Alle sei della sera di domenica, dopo un incontro con Geronimo Stilton e un faccia a faccia Claudio Magris-Cees Nooteboom, la politica è tornata prepotentemente in scena alla Fiera del libro. In una sala affollata di pubblico dove, per un gioco del destino o per una burla dei relatori, il nome di Silvio Berlusconi è risuonato soltanto in rarissime occasioni. Nonostante il suo fantasma e quello delle recenti elezioni sia stato evocato in continuazione dai partecipanti, impegnati in un dibattito per la presentazione dell’ultimo numero de «la primavera di Micromega» (intitolata «Non mollare. L’Italia che non si piega e l’Italia del servo encomio») al quale hanno partecipato Andrea Camilleri, Vincenzo Cermani, Antonio Tabucchi (presente soltanto via telefono), Giancarlo Caselli, Carlo Freccero, Marco Travaglio, Paolo Flores d’Arcais. Pretesto dell’incontro è stata la ricerca del filo più o meno sottile che lega scrittore e politica. Un pretesto intrigante, che ha sollecitato Camilleri a definire la stessa scrittura come «un continuo impegno civile», Tabucchi «a invitare i giornalisti a difendere la libertà di critica» e Cerami «a sperare che la sinistra riesca a metabolizzare al più presto la sconfitta». Il tutto guardando anche con rammarico al 13 maggio appena passato. Eppure anche prima di Micromega , la domenica della Fiera era stata una domenica vissuta intensamente. Tanto intensamente che, per arginare l’afflusso di pubblico, fin dal primo mattino erano stati aperti ai semplici visitatori persino gli accessi normalmente destinati a editori, espositori e stampa. Colorata, vibrante e soprattutto numerosa. Così si presentava ieri la città dei lettori, una città che saliva (per citare Umberto Boccioni), una città in continuo movimento che si è snodata tra comparse travestite da melanzane, mostre «in progress» di fotografie e stand zeppi come un autobus all’ora di punta. Mentre per chi fosse stato alla disperata ricerca di tranquillità e di un’occasione di riflessione, non rimanevano che i dibattiti: stavolta, forse più che nelle edizioni precedenti, particolarmente votati all’approfondimento non soltanto politico ma anche mistico. L’Associazione Sant’Anselmo, impegnata da tempo in un progetto «di itinerari attraverso la cultura cristiana dell’Italia del Terzo Millennio», ha così offerto in una sola giornata ben tre incontri su donne e religione, libri e religione, scuola e religione. Portando alla luce, oltre a un crescente interesse da parte degli organizzatori verso Bibbie e testi sacri, anche una sempre maggiore fascinazione suscitata da questi temi nel grande pubblico. Un interesse e una fascinazione che partono da una serie di considerazioni: dalla ritrovata dignità dell’editoria religiosa alla crescente attenzione suscitata anche nell’area laica. Senza dimenticare nemmeno aspetti negativi ancora presenti, come la confusione tra mercato religioso e cultura religiosa che continua spesso a caratterizzare le scelte dei grandi gruppi editorial-finanziari.
Stefano Bucci

La Stampa 21.05.2001

L’applauso della Fiera a Bobbio
TORINO SEMBRAVA che ogni passione fosse spenta o almeno molto attutita, ma infine la sinistra dei libri, quella che nelle passate edizioni della Fiera aveva sempre giocato un ruolo da protagonista, è tornata a ruggire. Il primo segnale si è avuto durante la presentazione di Per amore della Patria , il saggio di Maurizio Viroli, edito da Laterza. L’editore ha annunciato che Norberto Bobbio non poteva essere presente per motivi di salute. Ha letto alcune righe d’un suo testo in uscita, Dialogo intorno alla Repubblica , scritto con Viroli, poche parole sulla tolleranza e i doveri di un governante, ed è stato subito applauso. Un applauso interminabile, entusiasta, liberatorio e certamente polemico con i risultati delle elezioni. Il secondo segnale è arrivato ieri, più che un segnale una messa cantata nel fortilizio di MicroMega , la rivista degli antiberlusconiani doc. Anche qui folla straripante: la «Sala Gialla» che contiene 500 persone sedute, molte ne aveva in piedi, moltissime fuori a far ressa sperando di entrare. Dietro il tavolo un Paolo Flores D’Arcais pensoso ma non torvo, le star intellettuali della campagna elettorale appena conclusa, da Marco Travaglio a Carlo Freccero (Tabucchi, bloccato a casa dalla rottura del dito d’un piede, ha parlato per telefono), e poi un magistrato come Giancarlo Caselli, lo scrittore e sceneggiatore Vincenzo Cerami e, attesissimo, Andrea Camilleri, divertentissimo come sempre. «Montalbano fino a qualche mese fa ha lavorato benissimo: perché ritorni a lavorare allo stesso modo bisogna ripristinare la situazione precedente», ha scherzato a proposito delle dimissioni che il suo commissario aveva annunciato su MicroMega . Ma l’investigatore, ha detto, resterà al suo posto. «Fortunatamente per lui è un personaggio di fantasia». Risate, entusiasmo, in fondo sollievo: ci sarà ancora qualcosa da leggere. Si parlava di impegno civile, il clima sarebbe potuto facilmente diventare penitenziale, ma grazie a Camilleri non lo è stato quasi per nulla. Forse l’impegno declinato da quegli scrittori che sanno essere anche grandi seduttori del loro pubblico è soprattutto questo: saper pescare dal fondo dei lettori entusiasmi non consolatori, ribellioni senza accidie. Il messaggio è passato, qui come nella «Sala Azzurra» dove era protagonista Cesare Garboli, con il suo libro einaudiano Ricordi tristi e civili . È una raccolta di articoli non letterari, dal caso Moro al caso Tortora, preceduta da un’introduzione dal franco sapore politico. Accanto al grande critico il direttore di Repubblica Ezio Mauro, Marco Revelli e Marco Belpoliti. La conversazione gira su un tema difficile, il «comunismo» di Garboli, termine che non ha molto corso soprattutto in questi giorni, e che lui rivendica orgoglioso. Ezio Mauro lo mette tra parentesi, chiedendosi se quella parola non sia durata troppo in Italia, impedendo di recuperare le ragioni della sinistra pre-comunista. E Garboli non gradisce. Belpoliti a sua volta fa del libro una lettura piuttosto critica, e Garboli gradisce ancor meno. Così dopo aver ripercorso la storia di questi anni ricorda provocando un brivido di consenso in platea che per lui, cresciuto ragazzo nel mito di Stalingrado - ma anche per ogni «cittadino italiano» - è difficile dissociarsi da quanto ha fatto la sinistra al governo, e nello stesso tempo altrettanto arduo approvarla. L’analisi trova nuove risposte in presentatori sempre meno d’accordo. Sicché alla fine l’anziano critico esplode, puntando il dito contro il direttore: «Sì, tu hai discusso moltissimo della crisi della sinistra. Forse un po’ troppo». A giornata conclusa il risultato è che, se ci fosse un auditel della Fiera, la classifica vedrebbe in testa il futuro capo del governo, seguito com’è ovvio da Massimo D’Alema. Nessuna simpatia per il primo, poca comprensione per il secondo. Mentre tra il serio e il faceto Vincenzo Cerami si assume l’incarico di consolarsi e consolare, pur con qualche arditezza statistica: «La sconfitta elettorale va metabolizzata. In fondo in fondo solo tre persone su dieci hanno votato per Berlusconi».
Mario Baudino

La Stampa 21.05.2001

Fiera dei libri, crescono pubblico e vendite
Nel dì di festa, anche il libro festeggia. Intorno alle 16 di ieri, alla Fiera si respirava clima di vittoria, addirittura di trionfo. «Complice anche il tempo incerto, abbiamo superato, di ben 2000 visitatori, la quota raggiunta, alla stessa ora, nella giornata di domenica di tutte le precedenti edizioni» esultava il segretario generale Rolando Picchioni. E il direttore Ernesto Ferrero: «Segno che il vecchio caro libro sta bene e che una politica culturale stimolante giova. Tanto che molti editori hanno venduto in tre giorni più che lo scorso anno durante l’intera manifestazione». Nonostante i mugugni di alcuni standisti derubati (a Micromega, sabato sera è sparito l’incasso di 5 milioni e mezzo), si è respirato un clima di euforia, nel penultimo giorno di salone: giorno dedicato alle star, ai politici e soprattutto, al grande pubblico. Quanto ai politici, par condicio rispettatissima, con i due candidati sindaci in visita tra gli stand, in orari diversi: in tarda mattinata si è materializzato Chiamparino, mentre nel pomeriggio è arrivato Roberto Rosso, accompagnato dal presidente della Regione Ghigo. volantini e bandiere di partito. Autentico mattatore Vittorio Sgarbi, con il consueto accompagnamento femminile: ma questa volta si trattava della sorella del critico, in disinvolta tenuta (giubbotto da motociclista e occhiale colorato). E siamo alle star. Tra i più attesi, in senso letterale, Andrea Camilleri che, causa ritardo del treno, è arrivato con un bel po’ di ritardo in Sala Gialla, dove la gente piantonava da ore i posti per assistere all’affollatissimo dibattito proposto da Micromega sul tema «La scrittura e l’impegno, ovvero scrittori e politica». Oltre al flemmatico papà di Montalbano, hanno dato lustro alla «domenica del villaggio» fieristico, bei nomi della cultura e dello spettacolo come Dacia Maraini, Claudio Magris, Cesare Garboli, Pippo Franco (all’esordio come scrittore), Giancarlo Caselli. In serata, a regalare un sorriso e qualche momento di spettacolarità al Lingotto è arrivata la delegazione dei comici. In testa, Antonio Albanese, Massimo Cavallaro e Michele Serra: i tre hanno presentato il nuovo libro»cd «Ballata del nord», mix di testi di Albanese e musiche di Cavallari. «Un modo di dimostrare l’importanza di una profonda interazione tra parole e colonna sonora» ha spiegato un Albanese in insolita versione quasi seria. Ancora ironia, con i cabarettisti Max Pisu e Natalino Balasso. Oltre alle celebrità, non è mancata qualche celebrazione, come la festa di compleanno dell’editrice Marsilio, che proprio in Fiera ha spento le sue prime 40 candeline. Fuor di ufficialità e di vipperia imperante, la gente sembrava divertirsi anche solo facendo le solite «vasche» su e giù per i padiglioni, tra il mega albero delle Regione, la «gabbia» di Feltrinelli, l’«acquario» di Einuadi e quelle che qualcuno definisce le «favelas della Fiera»: zona degli stand più marginali e improbabili, eppure immancabili. Santoni new-age, cuochi che offrono banane flambé, venditori di penne-piuma superleggere, di poster di Zapata (al costo equo e solidale si 2mila lire), di orsetti di peluche, di 2 libri al prezzo si 4. C’è di tutto, persino la maga che, ad ogni previsione ti regala «il cappello della strega», in questo paese dei balocchi, che cresce come una fiera minore ma frequentatissima, accanto alla più blasonata Fiera del Libro. Ma non di sola paccottiglia si è accontentato il visitatore domenicale. In molti hanno affollato convegni e presentazioni librarie, a tema anche specialistico.
Silvia Francia
 

La Repubblica 19.05.2001

Trecento invitati vip alla festa dello Struzzo
C'è un grande prato verde. Come nella canzone di Gianni Morandi. Lì fiorivano «speranze che si chiamano ragazzi». A Villa Chinet, invece, sulla collina torinese, fiorisce la solita festa dell'Einaudi in occasione della Fiera del Libro. Florilegio di cicaleggi, discorsini, saluti e baci, abbracci e moderati gossip all'ombra paterna dello Struzzo, con merenda musicale a inviti e a colpi di Africa Unite. Il posto è bello, il tramonto pure. La cucina è declinata come country: formaggi, salametti, torte rustiche. E il pienone dovuto è assicurato. Tanto che si potrebbe forse giocare il gioco di chi non c'è, piuttosto che quello della caccia al vip o al professionista, al militante o al mister, della cultura. Ma la cronaca impone le sue leggi. Così, tra i trecento e passa, s'impone di dire che sfavilla Inge Feltrinelli. E non mancano i titolari di altre case editrici e della casa madre: da Roberto Cerati a Vittorio Bo, a Ernesto Franco. Si notano, tra la folla, ovviamente moltitudini di autori, principalmente Einaudi: Ernesto Ferrero e Daniele Del Giudice, Nico Orengo, Emilio Tadini e Vittorio Cerami, Paolo Crepet e Cesare Garboli, Rosetta Loy e Alberto Asor Rosa. Ci sono poi Angelo Guglielmi, Niccolò Ammaniti e Paolo Flores d'Arcais, che sta organizzando il maxiconvegno di MicroMega di domenica, un convegnone su cultura e impegno che annovera Andrea Camilleri, Cerami, Carlo Freccero, Giancarlo Caselli, Antonio Tabucchi, Marco Travaglio. Si parlerà ovviamente del Cavaliere, ed è scontato che se ne parlerà comme il faut. Dopo l'Einaudiscampagnata, in serata, sul brumoso Po, il nome del Berlusconi è risuonato alla vecchia Trattoria dei Goffi, sempre comme il faut, alla festa per Travaglio e Veltri, e per il loro Odore dei soldi, organizzata dagli Editori Riuniti. Mai, come ieri a Torino, si è forse chiacchierato tanto di Sua Emittenza senza alcuna riverenza.
MASSIMO NOVELLI

La Stampa 19.05.2001

Tornano i big del «Bancarella» Attesi Eco ed Andrea Camilleri
Conto alla rovescia per i finalisti del «Bancarella». Anche quest’anno, i sei autori scelti dalla giuria fanno tappa a Biella: l’appuntamento è per venerdì 1° giugno alle 17, nell’auditorium di Città Studi. Molto famosi i «big» in gara per la 49ª edizione del premio: Andrea Camilleri con «La gita a Tindari» (Sellerio); Umberto Eco con «Baudolino» (Bompiani); Mario Rigoni Stern con «Tra due guerre» (Einaudi); Corrado Augias con «I segreti di New York» (Mondadori); Laura Laurenzi con «Amori e fuori» (Rizzoli) e Sveva Casati Modignani con «Vaniglia e cioccolato» (Sperling & Kupfer)). Pure quest’anno ci sarà il concorso per gli studenti delle superiori e della Facoltà di Lettere, organizzato dalle Fondazioni Cassa di risparmio di Biella e di Vercelli: saranno premiate le migliori recensioni ai libri dei finalisti. La kermesse letteraria (organizzata come ogni anno da Biverbanca e dalla libreria Vittorio Giovannacci) sarà presentata ai giornalisti venerdì 25. Intanto continuano gli appuntamenti di «Libromaggio». Sotto il tendone di via Italia, oggi alle 11, arriva Marcello Fois, uno dei migliori scrittori italiani di polizieschi e di «noir». Nel pomeriggio, invece, torna il gioco «Indovina il romanzo e vinci» (alle 16). Lunedì alle 17 sarà presentata «Dada», una rivista d’arte dedicata ai giovani e ai bambini. La fiera del libro biellese è organizzata dall’assessorato comunale alla Cultura e dalla Biblioteca civica

La Repubblica, 19/05/2001

LETTERE
di CORRADO AUGIAS

Noi, in difesa del ministro Bianco
Sergio Billè, Andrea Camilleri, Giuseppe Vita, Silvio Scaglia, Franco Battiato, Luciano Modica, Nicola Piepoli, Aldo Palmeri

Forse neanche la fantasia di Daniel Pennac avrebbe saputo fare di meglio. Il ministro dell'Interno è il nuovo «Signor Malaussèune» d'Italia, visto il coro che si è alzato da tutte le parti per attribuirgli il titolo di capro espiatorio di questa tornata elettorale. E' vero, lo ha detto anche il ministro chiedendo scusa agli italiani, ci sono stati disagi! In tre città, in particolare, troppe persone hanno atteso ore troppo lunghe.
Ma, se non abbiamo capito male, la riduzione dei seggi elettorali fu decisa nel 1997 e il ministero aveva dato indicazioni di mettere 4 cabine in ogni seggio in cui era possibile; laddove questo è stato fatto ed è la stragrande maggioranza del Paese i disagi sono stati assai contenuti.
Oggi, invece, assistiamo ad un linciaggio nei suoi confronti che, a volte, va oltre i limiti della decenza. Come si può augurare ad una persona, non ad un ministro, di farsi trovare con il capo appoggiato sul tavolo, in un bagno di sangue, con una pistola in mano.
Noi vogliamo capire perché tutto ciò è accaduto, siamo fiduciosi che il ministro dell'Interno prenderà contromisure per migliorare e rendere efficiente il sistema, come è nel suo stile.
In questi mesi di presenza al Viminale, ci ha dimostrato con i fatti che anche i problemi più complessi, come quelli legati all'immigrazione clandestina e alla sicurezza dei cittadini, possono essere affrontati in modo moderno con risultati positivi, effettivi e concreti. Questo non lo dimentichiamo e di ciò gli siamo grati.

La Repubblica 17.05.2001

E Taricone sceglie il guerriero di Coelho
Alla Fiera del Libro, che questa mattina viene aperta al Lingotto dopo la serata di gala di ieri sera, alla presenza del presidente della Camera Luciano Violante e del ministro della Pubblica Istruzione, Tullio De Mauro, non poteva mancare anche Pietro Taricone, star, per così dire, del Grande Fratello di Canale 5. Il nerboruto Taricone è infatti uno dei testimonial della campagna Respirare libri. Forse per smentire chi lo ha dipinto come tutto muscoli e poco cervello, il Grande Fratello Pietro ha indicato come lettura preferita Il guerriero della luce del brasiliano Paulo Coelho. La sua testimonianza di lettore sarà trasmessa in video durante la Fiera assieme a quella di molti altri nomi famosi, come il presentatore ed ex deputato Psi Gerry Scotti, che ha detto di amare i romanzi con il commissario Montalbano protagonista, ovviamente di Andrea Camilleri. Oppure come l'attore Paolo Calissano che predilige L'Italia del Millennio di Mario Cervi e Indro Montanelli. L'iniziativa rientra nel tema dominante della kermesse libraria: il rapporto tra uomo e natura. In questo contesto il libro non è soltanto composto da pagine da leggere, ma da «respirare». «Se per qualche tempo si può vivere anche senza mangiare e bere - è il messaggio della Fiera - non si può fare a meno di respirare. Respirare è indispensabile per vivere, così come respirare libri è indispensabile per la sopravvivenza e lo sviluppo di una società civile».
 

Il Mattino 15.05.2001

Convegni e dibattiti con i big della letteratura italiana, ospiti stranieri come Dahrendorf.
Grandi ritorni: Mondadori & C.

«Leggere vuol dire dire spogliarsi di intenzione e di ogni partito preso per essere pronti e pronte a cogliere una voce che si fa sentire quando meno ci si aspetta... Dal non detto, da quello che il mondo non ha ancora detto di se e non ha ancora le parole per dire»: accompagnati dalle parole di Italo Calvino ci apprestiamo ad affrontare la Fiera del Libro di Torino, ospitata al Lingotto dal 17 al 21 maggio. Lo slogan «Cinque giorni lunghi un anno» vuole presentare la Fiera come osservatorio sempre attivo per la promozione del libro e della lettura, ma l'impressione è che questa XIV edizione sia un po' in tono minore, nonostante il ritorno di Mondadori, Guanda, Ponte delle Grazie, Marsilio e la sorprendente mancanza di polemiche sull'asse Torino-Milano. Il gran numero di convegni e dibattiti maschera l'assenza di una proposta forte, malgrado la scelta della «Natura» come tema-guida della manifestazione.
Comunque, al Lingotto sarà possibile ascoltare i «big» della letteratura italiana: Giuseppe Pontiggia, Dacia Maraini, Susanna Tamaro, Nico Orengo, Giuseppe Culicchia, Claudio Magris, Mario Rigoni Stern e l'attesissimo Andrea Camilleri che domenica sera racconterà il «suo» Pirandello. I momenti più «alti» vedranno protagonisti lo storico Denis Mack Smith («L'Italia di ieri e di oggi», venerdì alle 16.00), il politologo Ralf Dahrendorf («La democrazia è a rischio?», sabato alle 16.00), l'ex-consigliere di Kennedy Arthur M. Schlesinger (sempre sabato, ma alle 18.00) e lo scrittore spagnolo Fernando Savater (domenica alle 11.00). Da non perdere l'israeliano David Grossman e l'antropologo francese Marc Augé, nonché il folto gruppo di autori olandesi e fiamminghi, da Hugo Claus a Cees Nootebooom, presenti a Torino grazie alla fondazione SFB, nata per promuovere la letteratura dei Paesi Bassi nei saloni internazionali. Inevitabilmente si parlerà molto di libro virtuale e di commercio elettronico, di Internet e di Megastores, i supermercati dove si comprano libri anziché i surgelati. Secondo il direttore Ernesto Ferrero «alle nuove tecnologie applicate al libro si deve guardare con ottimismo, perché si tratta di nuove opportunità e potenzialità, soprattutto per i piccoli editori, senza compromettere la lettura vera e propria. Tra il libro di carta e Internet si prefigura non una guerra, ma un'alleanza».
Nel fitto programma (che si può leggere integralmente sul sito www.fieralibro.it) troviamo anche l'omaggio al poeta Mario Luzi e la serata dedicata a Totò con Liliana De Curtis, Ricky Gianco e Michele Mirabella (venerdì alle 21.00), mentre a chiudere la Fiera sarà il cantautore-romanziere Francesco Guccini che lunedì parlerà dei libri della sua vita. Infine, in una manifestazione dedicata alla natura non poteva mancare un convegno sui giardini: «Di che giardino sei? Dall'Eden ai Finzi Contini», tavola rotonda organizzata sabato pomeriggio dal Premio Grinzane Cavour con Aldo Carotenuto e Duccio Demetrio. L'appuntamento più curioso sembra però essere quello con un personaggio uscito dalle pagine di Calvino, ma che esiste davvero: Libereso Guglielmi, ovvero il giardiniere di casa Calvino, ora botanico di fama internazionale, nonché pittore e disegnatore, un ottantenne dalla simpatia travolgente e dall'affabulazione torrenziale (venerdì alle 18.30). Perché i libri, ci insegnava proprio Italo Calvino, sono paragonabili ai celebri giardini giapponesi di Kyoto: sono entrambi un modo per creare uno spazio alternativo al caos, all'insensatezza della Storia, per creare un momento di armonia in grado di annullare le servitù del tempo, della violenza e della morte.
Emanuele Rebuffini

La Repubblica 13.05.2001

Gli eventi del Salone
La Fiera del Libro, che giovedì prossimo s'apre al Lingotto di Torino, avrà come tema centrale il rapporto con l'ambiente, nelle sue implicazioni estetiche, etiche e scientifiche. Affollato il parterre degli intellettuali chiamati quest'anno dal curatore Ernesto Ferrero. L'elenco include Mario Luzi, Roberto Calasso, Susanna Tamaro, Andrea Camilleri, Luis Sepulveda, Fernando Savater, gli israeliani David Grossman e Meir Shalev, l'antropologo francese Marc Augé, il fisico Marcello Cini, Claudio Magris e Cesare Garboli. Tra gli ospiti stranieri, Klaus Wagenbach, l'editore tedesco più attento alla letteratura italiana. La Fiera festeggerà un pioniere dell'editoria per bambini come Rosellina Archinto. Non mancheranno momenti di intrattenimento, come la Benneide di Stefano Benni o la messa in scena dello spettacolo di Giovanni Testori, Tre lai, con Sandro Lombardi e la regia di Federico Tiezzi. Uno spazio particolare sarà assegnato alla letteratura olandese e fiamminga: una ventina di autori, tra cui Hugo Claus, Cees Nooteboom e Harry Mulisch, animeranno la serata inaugurale.

La Gazzetta di Modena 12.05.2001

'Bancarella' alla modenese
La serata di premiazione dei sei libri finalisti alla 49esima edizione del «Premio Selezione Bancarella», si tiene per la prima volta a Modena, la sera del 19 maggio, nella splendida cornice del teatro Comunale. L'iniziativa è organizzata da Confesercenti, con il patrocinio del Comune, Provincia, Camera di Commercio e la collaborazione di altri sponsor. Sarà un a ghiotta occasione culturale per la città per approfondire la produzione delle opere più vendute, unite alla simpatia di Luciano De Crescenzo, presidente del premio. Sul palco del teatro modenese si parlerà di «Baudolino» di Umberto Eco, ma anche degli altri 5 libri finalisti, ovvero «Segreti di New York» di Corrado Augias, «Tra due guerre» di Mario Rigoni Stern, «Amori e furori» di Laura Laurenzi, «Vaniglia e cioccolato» di Sveva Casati Modigliani «Una gita a Tindari» del pluripremiato Andrea Camilleri. Certa la presenza di Augias e della Modigliani, l'organizzazione sta lavorando per garantire la partecipazione degli altri autori, anche se nutrita sarà la presenza delle case editrici che avranno il compito di recensire i sei testi per la premiazione del migliore che avverrà a luglio a Pontremoli. L'ingresso è libero. Nella stessa serata verranno premiati gli studenti vincitori di «Un libro premia per sempre». Si tratta di un concorso, anch'esso promosso da Confesercenti e dalle autorità cittadine, legato al Bancarella nel quale sono stati coinvolti otto istituti superiori di Modena: i licei Tassoni, Wiligelmo, San Carlo e Muratori, e gli istituti tecnici Barozzi, Guarini, Selmi, Sigonio. Gli studenti hanno recensito i sei libri finalisti e la premiazione delle migliori critiche cittadine si terrà mercoledì 16 alle 10.30 presso la Sala Leonelli della Camera di Commercio, alla presenza dello scrittore bolognese Loriano Macchiavelli, noto giallista. Analoga iniziativa si svolgerà a Cesena, Forlì e Ravenna, con i vincitori presenti alla serata del Bancarella. "Far cimentare gli studenti nella critica letteraria - spiega Tamara Bertoni di Confesercenti - è un modo per contribuire a promuovere la lettura, consolidando un dialogo con il mondo della scuola". La giuria ha esaminato ben 170 recensioni e «Vaniglia e cioccolato» ha avuto il maggior numero di segnalazioni, seguito dal libro di Augias. Altissima la percentuale femminile nella partecipazione, ben 127, a conferma della predilezione delle studentesse ad accostarsi alla lettura, con il Sigonio che ha fornito più recensioni (le adesioni sono state spontenee e una ragazza ha letto due libri). Al vincitore andranno un milione e mezzo, ma sarà"obbligato" a spendere la somma con la propria classe. "Crediamo in questa iniziativa - aggiunge Morena Manfredini, Assessore all'Istruzione - perché la lettura rappresenta un momento di importante crescita personale."

La Repubblica 12.05.2001

Tacchino impiccato il giallo è servito

Un menù che farebbe leccare i baffi anche a Jack lo squartatore sarà servito stasera al ristorante Graffiti, accanto all'Addaura Hotel (sul lungomare Cristoforo Colombo) per chiudere in bellezza la settimana "Io scrivo giallo". La cena noir è aperta a tutti (35 mila a persona, per informazioni e prenotazioni 091 6842222) e dalle 20,30 in poi comincerà la danza delle portate, tutte rigorosamente «in giallo». Si comincia dagli antipasti, "Delitti vegetariani", ovvero ortaggi «fatti a pezzi» e verza arrotolata. Poi tocca al primo «sospettato»: risottino al cappone celato da filetti di pomodoro. Segue il secondo piatto, il cui nome è già tutto un programma: tacchino impiccato e gettato alle ortiche, ma non dimenticate di assaggiare il contorno di patate e cipolle asfissiate col gas. Bene, se siete sopravvissuti alle varie portate, non resta che arrendervi al semifreddo. «L'atmosfera noir della serata – spiega uno degli organizzatori, Piergiorgio Di Cara, poliziotto e scrittore, autore di "Cammina, stronzo" – sarà accompagnata anche dalla lettura di alcune pagine di Andrea Camilleri. Abbiamo scelto quelle in cui l'autore descrive le lunghe e appaganti cene del commissario Montalbano. Inoltre, alla cena parteciperanno anche Luigi Bernardi e Carlo Lucarelli che potrebbero anche decidere di improvvisare degli interventi. Chi lo sa? E' una serata in giallo. Chissà cosa può accadere». La cena noir chiude la fitta agenda di appuntamenti della rassegna "Io scrivo giallo" organizzata dalla ludoteca "Così per gioco", la libreria ModusVivendi e la casa editrice DeriveApprodi. Ogni sera della settimana appena trascorsa, l'editore Luigi Bernardi ha tenuto delle lezioni per i ventitré partecipanti al corso che si sono sforzati di seguire le tracce date per inventare nuovi intrecci ricchi di suspense e mistero. Ieri sera poi, i novelli Maigret hanno messo in pratica i consigli e le dritte di Bernardi per risolvere il giallo del "Murder party" che ha visto protagonisti anche lo stesso Bernardi con lo scrittore noir Carlo Lucarelli, a Palermo per presentare il suo ultimo libro "Un giorno dopo l'altro".
CARLA NICOLICCHIA

Il Messaggero 11.05.2001

Montalbano torna su Raidue ed è record
Il commissario Montalbano torna e vince la serata, sfiorando il 30 per cento di share. La gita a Tindari, fiction tratta dall'omonimo racconto di Andrea Camilleri e interpretata da Luca Zingaretti, è stata seguita su Raidue da 7 milioni 357 mila telespettatori, pari al 29.65 per cento di share. Una performance che, sommata ai risultati del film di Raiuno Biglietti d'amore e della rubrica Mi manda Raitre, ha consentito alla Rai di aggiudicarsi il prime time con il 53.65 per cento di share, contro il 37.77 per cento delle reti Mediaset. Su Canale 5, il Costanzo show speciale elezioni ha raccolto 3 milioni 528 mila spettatori e il 14.35 per cento di share. In seconda serata vittoria ancora della Rai con il 50 per cento di share, a fronte del 36.43 per cento di Mediaset, grazie al successo di Porta a porta(2 milioni 364 mila telespettatori e il 28.69 per cento di share).

Il tempo 11.05.2001

Partenza a razzo per la nuova serie del «Commissario ...
ROMA - Partenza a razzo per la nuova serie del «Commissario MontalbanO». La fiction «La gita a Tindari» interpretata da Luca Zingaretti è stata vista su Raidue da 7 milioni 357 mila spettatori con il 29,65% di share. Al secondo posto, la semifinale di ritorno di Champions League tra Bayern Monaco e Real Madrid su Italia Uno vista da 4 milioni 665 mila spettatori e il 17,90% di share. Zingaretti commenta il suo exploit con un «sono molto felice» e aggiunge «Devo il lusinghiero risultato alla stima e alla fiducia del pubblico, che perciò non finirò mai di ringraziare».
«Abbiamo raccontato una storia di donazione d'organi senza polemiche e spendendo un po’ meno di Celentano», ha sottolineato Carlo Degli Esposti, produttore della serie.
«Il miracolo e l'unicità dell'esperienza di Montalbano - ha continuato Degli Esposti - ci hanno dato un'altra soddisfazione. La letteratura è andata in soccorso al prodotto televisivo e la bellezza dei libri di Camilleri, l'intelligenza di Elvira Sellerio e il gioco di squadra di Zingaretti e Sironi hanno ancora prolungato questo stupendo miracolo».
 
 Giornale di Sicilia 10.05.2001

"Montalbano" torna e vince
Partenza a razzo per la nuova serie del "Commissario Montalbano". La fiction interpretata da Luca Zingaretti è stata vista su Raidue da 7 milioni 357 mila spettatori con il 29,65 per cento di share. Al secondo posto, la semifinale di ritorno di Champions League tra Bayern Monaco e Real Madrid su Italia Uno vista da 4 milioni 665 mila spettatori e il 17,90 per cento di share. E Luca Zingaretti è "molto felice" per il successo del "Commissario Montalbano". Un risultato, commenta l'attore, "dovuto alla stima e alla fiducia del pubblico, che perciò non finirò mai di ringraziare". "Abbiamo raccontato una storia di donazione d'organi senza polemiche e spendendo un po' meno di Celentano", sottolinea Carlo Degli Esposti, produttore della serie.

La Repubblica 10.05.2001

Lucarelli detective per il "murder party"
Alzi la mano chi non ha mai desiderato pronunciare la fatidica frase: «Elementare Watson, il colpevole è...». Bene, divoratori di gialli e appassionati di mistero unitevi perché stasera il party con delitto è servito. Appuntamento in ludoteca, dalle 21 in poi, da "Così per gioco" (via Generale Arimondi 11). Si tratta del penultimo appuntamento della settimana "Io scrivo giallo", organizzata dalla casa editrice DeriveApprodi insieme con la libreria Modus Vivendi e la ludoteca. Domani, gran finale con la cena dal menu noir organizzata all'Addaura Hotel (per informazioni e prenotazioni 091 6842222). «Il murder party è un gioco di ruolo – spiega Carlo Carzan, titolare della ludoteca – che vedrà schierati da un lato i personaggi con un copione prestabilito e dall'altra il pubblico che indaga per scoprire qual è il colpevole». Parteciperanno alla serata anche l'editore Luigi Bernardi e lo scrittore Carlo Lucarelli, l'uno nelle vesti di personaggio e l'altro in quelle di un Poirot nostrano. Lucarelli, inoltre, alle 18,30 presenterà da ModusVivendi (in via Quintino Sella) il suo ultimo libro, "Un giorno dopo l'altro". «Sono molto soddisfatto di questo mio ultimo libro – ha dichiarato l'autore – che rappresenta la continuazione di "Almost Blue". Mi piace raccontare la storia di Grazia Negro, un personaggio che ho costruito rifacendomi ad una ragazza che viveva con mio fratello e suonava la tromba». All'autore parmense, vorace lettore dei gialli siciliani firmati Piazzese e Camilleri, piace ricordare che, prima di morire, Leonardo Sciascia aveva ricevuto uno dei suoi libri, quando entrambi scrivevano per Sellerio. «Oltre che dalle pagine di Sciascia – spiega - mi lascio trascinare dalle suggestioni di Durrenmatt o dal gusto per l'azione di Chandler. Grazie alla mia trasmissione "Blu notte" ho imparato che dietro ogni vittima c'è lo strazio del ricordo negli occhi dei genitori» . Infine, una chicca: il commissario De Luca, personaggio dei primi libri targati Sellerio, tornerà presto in una storia ambientata negli anni Cinquanta.
CARLA NICOLICCHIA

Il Nuovo 10.05.2001

Montalbano vince la serata
ROMA - La Gita al Tindari dal romanzo di Andrea Camilleri, con Luca Zingaretti , ancora una volta nei panni del Commissario Montalbano, è stato visto da circa 7 milioni di spettatori, sfiorando lo share del  30 per cento. Un risultato, commenta l'attore, "dovuto alla stima e alla fiducia del pubblico, che perciò non finirò mai di ringraziare". Comunque- ha aggiunto- sono davvero felice.

  "Abbiamo raccontato una storia di donazione d'organi senza polemiche e spendendo un pò meno di Celentano", sottolinea, intanto,  Carlo Degli Esposti, produttore della serie. Poi ha concluso: "Il miracolo e l'unicità dell'esperienza di Montalbano ci hanno dato un'altra soddisfazione.

Intanto, "Grande soddisfazione" del presidente della Rai Roberto Zaccaria dopo la messa in onda del film tv La gita a Tindari, la fiction di Raidue che ha inaugurato, ieri sera, una nuova serie di due film del commissario Montalbano.

    "Ringrazio Luca Zingaretti, il regista Sironi - aggiunge Zaccaria - e tutti quanti hanno contribuito al successo di questo nuovo appuntamento con la nostra fiction d'autore premiata dagli ascolti del pubblico. Ancora una volta la Rai ha saputo unire due qualità: quella del prodotto televisivo e quella di un grande scrittore, Andrea Camilleri, per troppo tempo rimasto nell'ombra".

Il Centro 09.05.2001

Un altro caso per Montalbano
ROMA. Prima un caso di pedofilia e un traffico di organi, poi un suicidio. Non c'è pace per il commissario Salvo Montalbano, nato dalla penna di Andrea Camilleri, che torna in tv per la quinta volta in tre anni. A interpretarlo è sempre Luca Zingaretti, protagonista di «Gita a Tindari» (stasera su Raidue), tratto dall'omonimo romanzo che nel 2000 ha vinto la classifica dei best seller, e «Tocco d'artista» (mercoledì 16), uno dei racconti di «Un mese con Montalbano».

Il Tempo 09.05.2001

Il romanzo di Andrea Camilleri che aveva battuto Umberto Eco
CINQUE miliardi e ottocento milioni è il costo di ciascun episodio di Montalbano sceneggiato dallo stesso autore Andrea Camilleri e Francesco Bruni per la regia di Alberto Sironi. Nel primo, «La gita a Tindari», anche questo ambientato tra Ragusa e Noto, che nelle vendita del 2000 aveva battuto «Baudolino» di Umberto Eco, ci si cala in due casi che solo apparentemente sembrano non collegati tra loro. Un picciotto freddato davanti a casa e due anziani spariti, unico anello di congiunzione, il palazzo dove abitavano i tre. L’indagine porterà a scoprire tutti i collegamenti che conducono alla mafia, alla pedofilia applicata alla tecnoligia, con un pizzico di sesso che regala alla storia una venatura torbida.
In «Tocco d’artista» Montalbano deve occuparsi di quello che sembra il suicidio di un famoso orafo. Nella stessa notte viene ucciso un elettricista. Anche in questo caso, quello che appare, non è.
M. Tamb.
 

La Tribuna di Treviso 09.05.2001

DOMANI SU MICROMEGA Faccia a faccia Abbado-Cacciari
ROMA. Il penultimo numero di la primavera di MicroMega, che esce domani nelle edicole, ha dovuto aumentare la tiratura (120 mila copie) per venire incontro alle crescenti richieste. Il numero si apre con due «faccia a faccia» di particolare rilievo: tra il maestro Claudio Abbado e il filosofo Massimo Cacciari («Il cittadino e le note», ovvero la musica e l'impegno civile) e tra Indro Montanelli e Curzio Maltese («Il manganello di Berlusconi e i vigliacchi della borghesia italiana»). Lo scrittore Andrea Camilleri racconta perché il suo commissario Montalbano si è dimesso dalla polizia; Antonio Tabucchi narra invece in forma di favola i rapporti tra il Cavaliere e l'Avvocato.

La Repubblica 09.05.2001

Viaggio nelle biblioteche di quartiere
Lei legge solo romanzi d'amore. Quelli con la copertina lucida e disegnati in primo piano protagonisti dalla mascella quadrata e aria arrogante, pronti a soccorrere leggiadre fanciulle nei guai. Dove lui e lei si amano dal primo incontro ma non se lo confessano che all'ultima pagina, dove c'è sempre un cattivo ma la passione almeno lì trionfa di sicuro. Non se ne perde uno di quei racconti che non somigliano alle sue giornate. Preferisce i più piccoli e leggeri «perché quando sono sdraiata a letto non mi pesano sul petto e non fatico a respirare». La signora Lina ha settant'anni, un marito che non c'è più e dei figli grandi che la vengono a trovare la domenica con i nipoti. Ma nelle notti, «lunghe quando si soffre di insonnia alla mia età», gira la testa sul comodino agguanta gli occhiali e riprende il libro lasciato qualche ora prima, qualche decina di pagine e un battibecco amoroso più in là. A comprare libri non ci pensa, i soldi della pensione bastano appena a tirare avanti in maniera decente e poi c'è la biblioteca di quartiere dove si presenta puntuale non appena ha finito il suo ultimo romanzo d'amore. E come la signora Lina sono migliaia le anziane appassionate di racconti non solo rosa che bussano alle 24 biblioteche di quartiere in cerca di sogni e distrazioni, forse perché come diceva Pavese «la letteratura è una difesa contro le offese della vita». Sono loro, le donne, lo zoccolo duro tra gli aficionados delle biblioteche pubbliche, confermano anche alla Vigentina dando un'occhiata ai loro cinquecento habitué. E sono schiere di lettrici affezionate che si vanno ad aggiungere all'esercito compatto dei frequentatori delle biblioteche pubbliche rionali dove l'anno scorso sono stati chiesti in prestito più di 333 mila volumi. Pile di libri che raccontano gusti e desideri, preferenze e passioni, sogni e bisogni di lettori che all'ombra del Duomo cercano rifugio, cultura e distrazioni nelle biblioteche sparse per la città: chiuse in vecchi e piccoli edifici con sale di lettura a misura di una manciata di studenti o nelle periferie dove un negozio di libri si fatica a trovarlo aperto. A parlare di loro, lettori affezionati o saltuari, inquilini stanziali o momentanei delle biblioteche, sono i cartellini dei libri più richiesti, quelli che hanno due o tre schede di prestiti consumate nel giro di un anno, mentre qualche volume solitario resta isolato nello scaffale senza essere scelto e riletto più volte. E dai racconti dei responsabili di quelle stanze di sapere, che ogni mattina incrociano gli occhi e i desideri dei lettori, emerge un dato certo: Milano è una signora in giallo. Gli appartamenti dei casermoni di periferia o i palazzi del centro sono abitati da schiere di aspiranti ispettori Maigret, da tante arzille seguaci di miss Marple o giovani emuli dell'anatomopatologa Kay Scarpetta e del commissario Montalbano di Camilleri. Quello che unisce indistintamente tutte le generazioni e i sessi in città è infatti la passione per i polizieschi, i gialli. «Ai milanesi piace ancora tanto Renato Olivieri, forse perché sceglieva come sfondo dei suoi delitti proprio la nostra città», dicono alla biblioteca di Crescenzago parlando dei loro oltre 4400 iscritti, mettendo però ai primi posti tra gli autori di narrativa preferiti dei lettori Agatha Christie, Simenon e la Cornwell, oltre al siciliano de «il ladro di merendine». A Niguarda, forti dell'esperienza degli oltre ventunmila volumi dati in prestito l'anno scorso, si avventurano in una divisione di gusti per età: «Le signore che hanno passato i sessanta amano i romanzi rosa e preferiscono la serie Harmony, perchè i volumi sono più piccoli e brevi, tra i 40 e i 60 le donne leggono la Casati Modignani oltre e i gialli che piacciono veramente a tutte mentre gli uomini, al di là delle letture tecniche, amano Grisham, Follet, Smith e la Cornwell». Inutile cercare i classici tra i libri nelle classifiche dei top ten, «esclusi gli studenti che prendono certi libri per obblighi scolastici» i milanesi in biblioteca cercano soprattutto quello che vedono pubblicizzato sui giornali, chiedono le ultime novità. «Anche se Calvino tra i ragazzi regge ancora bene e i russi o i francesi dell'ottocento hanno ancora qualche affezionato». I più giovani tra gli oltre 15 mila libri patrimonio della biblioteca Sant'Ambrogio chiedono a ritmo continuo tutta la serie di Harry Potter, «che va a ruba anche tra gli adulti mentre la Casati, Steel e Venturi hanno senza dubbio il monopolio del settore rosa». Insomma, l'amore resta una passione femminile tinta sempre più spesso di giallo mentre gli uomini sembrano più interessati alle materie tecniche o alle biografie di personaggi storici del calibro di «Napoleone, Hitler, grandi condottieri in genere» dicono alla biblioteca Venezia aperta il 7 marzo ma che conta già più di mille iscritti. «I nostri lettori amano molto le biografie, c'è l'appassionato di De Chirico, chi fa ricerche sui pittori mentre le donne amano di più le storie di regine e principesse, Sissi in testa». «Le donne in assoluto leggono di più, e quasi sempre narrativa, mentre gli uomini scelgono volumi di saggistica, tecnologia, manuali» commentano alla bilbioteca di Quarto Oggiaro dove nel 2000 hanno prestato più di 4800 volumi. Ad Affori, regina delle biblioteca per numero di iscritti, il settore cosiddetto scientifico va invece forte, e per passione, non solo per motivi di studio: «Vengono molto richiesti i libri di informatica, quelli sulla Borsa quest'anno erano sempre in prestito come le guide turistiche e i libri di psicologia oltre a quelli sul fai da te. Ma anche i volumi di storia sono molto amati, in questi mesi mi chiedevano soprattutto i diari delle ultime guerre, dai Balcani alla Palestina» dice il direttore pensando al suo pubblico, formato per il 65 per cento da studenti. Ma chi sta dietro al bancone non rinuncia a dare consigli, a indirizzare verso antichi lidi il lettore che vorrebbe solo novità. «Così tra i giovani continua l'onda lunga della letteratura sudamericana, Sepulveda in testa, ma in generale tutta la serie della Adelphi ha un buon successo» dicono a Villapizzone, nei cui scaffali sono ordinatamente disposti più di tredicimila libri in attesa di un lettore. Di chi ha capito, come diceva Mallarmé che «in fondo il mondo è fatto per finire in un bel libro».

CATERINA PASOLINI

La Repubblica 09.05.2001

Montalbano, è tempo di indagini
«Quello che vedrete in questi due film è un Montalbano più solare, che ha superato la crisi dei quarant'anni e della morte del padre». Luca Zingaretti presenta i due nuovi film di cui è protagonista, tratti dai libri di Andrea Camilleri: La gira a Tindari, stasera su RaiDue alle 20.50 e Tocco d'artista, in onda il 16, che non è un romanzo ma è tratto dalla raccolta Un mese con Montalbano. Buongustaio, anarchico, caustico, indipendente, allergico al potere in tutte le sue forme, il Montalbano di Zingaretti è quasi un simbolo. «Paura che mi identifichino troppo con Montalbano?» scherza l'attore «No, anche perché ora la gente non mi chiama più commissario ma Zingaretti o magari Zingarelli, ma distingue tra attore e personaggio». La regia è affidata di nuovo ad Alberto Sironi: «Speriamo bene perché abbiamo contro Rutelli su Canale 5 e noi preferiamo che vinca lui...», ironizza il regista, mentre la sceneggiatura è di Francesco Bruni e dello stesso Camilleri. Nel cast Katharina Bohm nel ruolo di Livia, l'eterna fidanzata, Cesare Bocci, Peppino Mazzotta, Angelo Russo, Davide Lo Verde e molti altri, tra cui Isabell Sollmann, Tony Palazzo, Ileana Rigano, Luigi Burruano e Bianca Maria D'Amato. «Ci siamo accorti che Montalbano può girare il mondo meglio di altre fiction, pur essendo fortemente caratterizzato dalla cultura siciliana» spiega Max Gusberti «oltre alla coproduzione svedese, i film sono stati venduti anche in Francia e in Germania». E Montalbano è diventatp un caso letterario anche in Svezia. «E' un prodotto degno del miglior cinema italiano» sottolinea il direttore di RaiDue, Carlo Freccero «curato nei minimi particolari. Permette tanti piani di lettura proprio come la poetica di Camilleri». In attesa di tornare sul set per Montalbano (altri quattro film, sempre prodotti da Carlo Degli Esposti, tratti da Un mese con Montalbano), Zingaretti potrebbe essere protagonista, se la trattativa con Angelo Rizzoli andrà in porto, della fiction Incompreso, due puntate per Canale 5. Accanto a lui, dovrebbe esserci Margherita Buy (ma "in gara" ci sono anche Claudio Amendola e Francesca Neri). In autunno lo vedremo nei panni di Giorgio Perlasca, nel film di Alberto Negrin tratto dal libro di Enrico Deaglio La banalità del bene. Scritto da Sandro Petraglia, Stefano Rulli e lo stesso Deaglio, racconta la storia esemplare dello Schindler italiano che fingendosi un diplomatico spagnolo, a Budapest riuscì a salvare migliaia di ebrei. (s.f.)

Corriere della sera 09.05.2001

LA GITA A TINDARI Raidue, ore 20.50, durata 90’, 2000 ...
Regia di Alberto Sironi. Con Luca Zingaretti, Cesare Bocci, Isabell Sollmann. Poliziesco, Italia. Film tv. Torna il commissario Salvo Montalbano (Zingaretti, nella foto) di Camilleri. A Vigata, in Sicilia, il commissario e il vice Augello indagano su due casi intrecciati: l’omicidio del giovane Nené Sanfilippo e la scomparsa di due anziani coniugi. Un giallo che ruota attorno a un traffico di organi umani.

La Repubblica 06.05.2001

Spunta Cerami per lo strega
ROMA - Vincenzo Cerami, Antonio Debenedetti e Domenico Starnone. Su questi nomi potrebbe giocarsi la partita del prossimo premio Strega. Si tratta soltanto di indiscrezioni: i candidati verranno presentati ufficialmente il 24 maggio a Napoli, un po' in ritardo rispetto ai tempi tradizionali del premio. La gara s'annuncia anche quest'anno ricca di suspence. I pettegolezzi che accompagnano i giochi danno per sicura la candidatura di Vincenzo Cerami, prescelto da Einaudi per il suo Fantasmi. Rizzoli sta valutando una rosa di nomi, tra cui il più probabile sembra Antonio Debenedetti con Un giovedì dopo le cinque (ma dalla casa editrice non arrivano né smentite né conferme). Alla Mondadori si fanno i nomi di Eraldo Affinati, Enrico Brizzi e Sergio Pent, ma l'editore di Segrate potrebbe tirare fuori a sorpresa anche Andrea Camilleri al fine di scompaginare tutti i giochi. La Feltrinelli ha un autore forte come Domenico Starnone con il suo Via Gemito. Garzanti quest'anno non partecipa, ma all'ultimo istante potrebbe cambiare idea. Tra i piccoli editori, sicuramente non ci sarà Fazi (punta al Campiello), mentre debutta la romana Quiritta con un romanzo di Vincenzo Pardini.
 
 

La stampa 06.05.2001

L’Amleto di Pirovano finisce in televisione
GENNOVA Dopo il successo delle due repliche genovesi al Teatro Modena, Mauro Pirovano che «cunta l'Amleto» approda in televisione. Il cantastorie ligure Bacci Musso da Pentema, interpretato dall'attore genovese, sarà infatti ospite martedì, alle 13,10, della trasmissione del TG3 Rai «L'Una Italiana», in onda prima dei telegiornali regionali e nazionali. Lo spettacolo «Mauro Pirovano u cunta l'Amleto» nasce dall'incontro tra il regista Pino Petruzzelli e lo stesso Mauro Pirovano, un artista con alle spalle una lunga esperienza teatrale con lo Stabile di Genova e il Teatro dell'Archivolto, fondatore dei Broncoviz, con i quali ha partecipato a trasmissioni come «Avanzi», «Tunnel», «Holliwood Party» e ha interpretato il film «Peggio di così si muore». Pirovano è tra i protagonisti del serial televisivo di RaiUno «Un medico in famiglia». Lo scrittore Andrea Camilleri lo ha voluto per l'interpretazione dei pensieri in genovese del protagonista del suo libro «La mossa del cavallo». La sua ultima fatica cinematografica è «Princesa», un film diretto dal regista brasiliano Enrique Goldman e co-prodotto da Ken Loach e Wim Wenders, in cartellone al Festival di Cannes 2001. L’«Amleto», il più grande capolavoro di William Shakespeare, una delle più belle storie che siano mai state scritte, nello spettacolo di Mauro Pirovano diventa un divertente racconto popolare tramandato oralmente dai vecchi di un piccolo borgo della montagna ligure. Qui, seduto al tavolino dell'osteria, il signor Gio Batta Musso, Bacci per gli amici, geloso custode, racconta una storia di tradimenti e vendette con la cadenza e la maschera di Gilberto Govi. Il tutto tra pettegolezzi e bicchieri di buon vino. Lo spettacolo «Mauro Pirovano u cunta l'Amleto», prodotto dal Centro Teatro Ipotesi diretto dallo stesso Pino Petruzzelli, si sta preparando ad affrontare una lunga tournèe estiva in molte località della costa e dell'entroterra.
GENNOVA
 
 Giornale di Sicilia, 6/5/2001

CAMILLERI IN LIBRERIA
A sorpresa nuovo Montalbano, slitta invece "il Re di Girgenti"

ROMA. Una sola indagine, svolta a titolo personale, sulla scomparsa di un promotore finanziario. E’ il nuovo Montalbano di Camilleri. Imprevisto, inaspettato, questo libro sarà edito, come sempre, da Sellerio e sarà pubblicato prima dell'estate. Slittata l'uscita di quello che già qualcuno ha definito un capolavoro, <Il Re di Girgenti> - che doveva già essere in libreria ed invece lo sarà in autunno -, il nuovo lavoro è stato appena completato, ed a tempo di record. Nel nuovo libro, il promotore finanziario, dopo aver rastrellato miliardi a piccoli e grandi risparmiatori con promesse di facili e alti guadagni, scompare dalla circolazione.
 

Giornale di Sicilia, 5/5/2001

TELEVISIONE. Alle 19.30 la proiezione del film tratto da "La gita a Tindari" dopo una mattinata riservata agli studenti delle scuole superiori, presenti Sironi e Zingaretti

Il nuovo Montalbano debutta a Siracusa
Lunedi è in anteprima al Teatro Vasquez

SIRACUSA. Anteprima nazionale a Siracusa del film "La gita a Tindari" della serie televisiva "Il commissario Montalbano" che sarà proiettato lunedì alle 19.30 al Teatro Vasquez. L'appuntamento ufficiale sarà preceduto in mattinata dalla visione del film tv riservata agli studenti delle scuole superiori. E poi il debutto televisivo segnato sull'agenda per mercoledì prossimo, come sempre su Raidue e alle 21: un nuovo appuntamento, è facilmente prevedibile, con un successo di telespettatori e di share.
"La gita a Tindari" è il titolo del nuovo episodio tratto dal romanzo di Andrea Camilleri che vede come protagonista l'attore Luca Zingaretti nei panni del più famoso degli investigatori d'Italia alle prese con un difficile caso di omicidio da risolvere. E’ la terza serie televisiva per il commissario Salvo Montalbano, ambientato a Vigàta, paese siciliano frutto dell'immaginazione di Camilleri, dove il protagonista vive e lavora.
Ancora una volta a dirigere le sue avventure, è il regista Alberto Sironi, che ha saputo rendere vive le pagine del romanzo di Camilleri, trovando in Luca Zingaretti il volto giusto alla figura di Montalbano e rendere i paesaggi della Sicilia ancora più affascinanti.
"E’ riuscito a tradurre la descrizione dei luoghi in immagini, - dice Pasquale Spadola, direttore artistico della manifestazione -, basta guardare come il personaggio stesso di Montalbano sia legato ai particolari della sua terra, come riesca ad incarnare l'uomo che aveva in mente lo scrittore. Tutti gli odori, i sapori, la cultura della Sicilia si manifestano in modo evidente allo spettatore. Il 'Commissario Montalbano' non poteva che essere girato in Sicilia, solo così si rende giustizia alla figura nata dall'abile penna di Andrea Camilleri".
"Da almeno tre anni, a Siracusa, non si presentavano in anteprima opere prettamente televisive - dice Fabio Granata, assessore regionale per i Beni Culturali -. Questo evento ci permette di far conoscere la nostra città, di essere finalmente protagonisti di una manifestazione che vede come soggetto primario la Sicilia, e le sue storie".
LORENZA BONANNO
  

RITI MONDANI / LE NUOVE REGOLE DEGLI INCONTRI TRA INTELLETTUALI
Wrrr , wrrr rotea veloce la bottiglia sul parquet tirato a lucido e quando si ferma Cesara Buonamici, noto volto di Canale 5, avvicina le labbra alla guancia dello scrittore Alain Elkann, anche lui personaggio televisivo e animatore del salotto culturale dell'ex Telemontecarlo. Trastullo del passato, questo vecchio, caro gioco della bottiglia. Tornato in gran voga in uno dei ritrovi intellettuali più chic della capitale, la casa di via del Gesù della francesista e saggista Daria Galateria. Dove, però, non si praticano solo futili passatempi. Nei nuovi esclusivi templi dello scambio intellettual-mondano, come quello della Galateria, si mescola sacro e profano, alto e basso, si discetta di Marcel Proust e di "Adesso sesso" di Sergio Vanzina, del Divin Marchese e di "Chimera" di Pappi Corsicato, di Mordecai Richler e dell'ultimo Tabucchi. E con fini letterati come Andrea Camilleri passano la loro serata Roberto D'Antonio, forbice d'oro della parruccheria internazionale, la bella imprenditrice Rosy Greco, il pulp narratore Niccolò Ammaniti e lo storico Denis Mack Smith. Accomodatevi, prego: il salotto letterario è rinato. Dopo anni di assenza (dalla fine degli anni Settanta) torna in auge. Ma è anche molto cambiato. Non più il tempio reverenziale delle belle lettere, riservato a critici, professori barbosi e old style. Bensì tutto il contrario, un bel minestrone pieno di sapori. Nel nuovo popsalotto organizzato da quaranta-cinquantenni che rimasticano le vecchie tradizioni c'è di tutto e si mescolano, in confuso andirivieni, scrittori, giornalisti, pittori, stilisti, galleristi, anchormen, pezzi di Rai, di cinema e di editoria. Affollati di giovani e aspiranti (in tutti i campi, cinema, televisione, sceneggiatura, fotografia, architettura, poesia e letteratura), servono per fare anche un po' di lobbye per stringere legami. Da qualche tempo l'appuntamento intellettual-mondano rivive in tutto il suo splendore: quasi ogni sera c'è un meeting, un aperitivo, un rave party o, per chi si accontenta, un dotto tinello. Le città dove i nuovi salonnier hanno il calendario sempre pieno? Roma, Torino e Milano: qui si estende la mappa del pop-salotto. «Ma io non ho aperto nessun salotto», si schermisce la Galateria, novella madame du Deffand (eletta anche come la nuova Sandra Verusio delle arti italiane). «Da quando mi sono separata e sono ridiventata single, per via del mio lavoro di studiosa trascorro tutto il giorno in silenzio. Riunire amici e conoscenti è il modo per praticare la conversazione raffinata, alla maniera di Diderot, cioè dire le cose leggere in modo serio e trattare le cose serie in modo leggero», osserva. E così, parlando parlando la sua casa è diventato il punto più ambito della capitale. Lì c'è l'editrice Elvira Sellerio e c'è Andrea Camilleri, gran conversatore. E poi una sfilza di personaggi la cui conoscenza può sempre risultar utile e comunque stimolante: da Carlo Verdone a Renzo Arbore, a una pletora di note scrittrici come Alexandra Lapierre, Rosetta Loy e Barbara Alberti. E poi, ancora, a via del Gesù si ritrovano il pittore Mimmo Paladini, il net- spione Roberto D'Agostino, l'editore Elido Fazi. Ma anche nobiltà d'oltralpe come il nipote di Saint-Exupéry, Frédéric d'Agay, a cui si aggiungono firme del giornalismo come Paolo Mauri, Mario Pirani, Enzo Golino, Corrado Augias e direttori di telegiornali come Enrico Mentana o conduttori televisivi come Lorenza Foschini. È la riscossa dell'intellighentia romana in gran parte di sinistra (tranne qualche eccezione forzitaliota, come Camillo Langone de "il Giornale"), che ritrova il suo respiro collettivo dopo anni di indiscussa supremazia del politichese, del dibattito su mattarellum e bicamerale. Certo, il risveglio del salonnier intellettuale è stato brusco e repentino: dopo un lungo periodo di vuoto, oggi c'è il pienone di appuntamenti e si può occupare un'intera settimana, scendendo dalle stelle della Galateria al mondo underground dell'editore Alberto Castelvecchi. «Il mio salotto è un po' speciale. È animato da un nucleo fisso di fedelissimi. Ma poi i partecipanti cambiamo di volta in volta e anche la sede delle nostre feste non è mai la stessa. Si va da un locale notturno ai Parioli a un rave party al Forte Prenestino». In queste serate passano camerieri con originali vassoi ricolmi non delle solite tartine bensì delle ultime pubblicazioni dell'editore. E anche gli ospiti costituiscono un inatteso miscuglio che allinea il black dj Aimé e stilisti come Alessia Fendi, artisti digitali, galleristi, esperti di public relation come Benedetta Lucherini. Anche l'editore Elido Fazi adora le mega feste intellettuali e lui stesso ne organizza con personalità eterogenee che vanno dalla scrittrice dark Isabella Santacroce al transessuale Vladimir Luxuria che spadroneggia nel salottino televisivo del "Maurizio Costanzo show", al dj Pierluigi Diaco, a Vittorio Sgarbi, a Daria Bignardi. Selezione e numero chiuso sono invece la formula della scrittrice Gaia de Beaumont che si è imposta uno stile preciso tra le sue eleganti pareti. Di norma si discute di uno dei libri più importanti della stagione letteraria, che può essere di Paolo Mieli, Pierluigi Battista, Ernesto Galli della Loggia, Mario Pirani o Lucio Villari. In una serata piuttosto formale, dove anche la buona cucina è un ingrediente essenziale. Le diatribe politico- ideologiche, poi, appassionano e possono andare avanti fino alle tre di notte. Magari opponendo l'editore Cesare De Michelis della veneziana Marsilio all'editorialista del "Corriere della Sera" Paolo Franchi. «Vedo che la gente ha sempre più bisogno di confrontarsi, di incontrarsi, di non scriversi solo messaggi e-mail o di telefonarsi, ma di vedersi, di parlarsi...», commenta la de Beaumont. Ne è la riprova anche l'home studio della pittrice Giosetta Fioroni. Celebri sono la sua gigantesca vasca Jacuzzi, le mattonelle indiane e i versi dei poeti dipinti sulle pareti dalla stessa artista che ama molto i letterati. Qui approdano, per esempio, Guido Ceronetti o Andrea Zanzotto. Per dialogare con Alberto Arbasino o Raffaele La Capria. La classe non è acqua.
di Mirella Serri