Corriere della sera, 29/04/2001

Racconti, cronache, riflessioni: ventun pezzi facili di Camilleri
In un libro alcuni interventi sparsi dello scrittore siciliano: dal caldo eccessivo all'elogio del contrabbando, ai maestri letterari.

Diciamoci la verità: non è agevole tener dietro a Camilleri. E non parlo tanto dei libri, con altri peraltro di prossima uscita tra estate e autunno, penso piuttosto alle collaborazioni giornalistiche su testate straniere e italiane (anche in pagine regionali), che scorrendo la ricca e seria monografia dedicatagli da Giovanni Capecchi (Andrea Camilleri, Cadmo, pagine 128, lire 18.000) smetto di contare dopo il primo centinaio e mezzo. E si tratta del solo biennio 1997-99, senza intenzione di risalire ai suoi esordi poetici (su «Mercurio», maggio 1945) o narrativi (su «L' Italia socialista» del dicembre 1948). È da questo catalogo che lo stesso Capecchi, d'accordo con l'autore, ha estratto i 21 «pezzi» di questo prezioso libretto. Li chiamo pezzi, perché non è facile definire tali interventi. Non sono racconti (una tipologia rigorosamente esclusa, si tratti degli otto episodi con protagonista il commissario di bordo Cecè Collura o delle recenti Storie di Vigàta). Sono piuttosto variazioni e considerazioni, cui è impresso talora un taglio narrativo, su fatti di cronaca e di costume quali ad esempio il sondaggio di Metropoli su orgasmi maschili e femminili, l' ignoranza infantile, una sentenza della Cassazione («viziare un anziano è reato!»), l'8 marzo, il troppo caldo, l'elogio al contrabbando, la videospia del telefonino e altro ancora; argomenti che Camilleri affronta con verve e brillantezza sorniona, senza rinunciare a tocchi del consueto gioco linguistico ben noto ai suoi lettori. Ma parlando di preziosità, mi riferisco soprattutto a tre interventi, che consentono di sbirciare nel suo laboratorio. Uno di essi guarda lontano: ed è il racconto Il mio debito con Simenon, autore che scopre di nascosto in soffitta «in un pomeriggio dell'estate del 1932», quando ancora pubblicava firmandosi «Sim». Assai più vicini gli altri due: perché sotto i titoli E anche i detective in Italia hanno un'anima e Montalbano e la realtà Camilleri finisce soprattutto per raccontare altro. Ossia: «così nascono i miei gialli ». Non storie inventate. Semmai elaborazioni. Spesso, proprio di quelle notizie di cronaca oggetto di questi interventi volanti.

Ermanno Paccagnini
Il libro: Andrea Camilleri, «Racconti quotidiani», a cura di Giovanni Capecchi, Libreria dell' Orso (Tel. 0573.20199)