La Stampa 28.07.2001
Camilleri: sarà new economy ma gratta gratta è una truffa

ROMANZO MENÙ goloso per il «cinquantino» Montalbano nell’autunno della sua nuova impresa, «L’odore della notte». «Patati cunsati», «Pirciati ch’abbrusciano», proibitissimo «neonato», acciughe con una goccia d’aceto, paste con benedizioni di capperi e pomodoro. Se la mangia e se la ragiona il Commissario di Vigàta in una indagine che non è del tutto sua, come pertinenza e come contenuto, visto che si tratta di «new economy». Anche se poi al gratta-gratta di una truffa si tratta: soldi consegnati all’agenzia «Re Mida» spariti da un giorno all’altro con il titolare, il ragionier Emanuele Gargano, «bello che pareva l’eroe di una pillicola miricana». Ciò che invece non riesce a far sparire Montalbano è un pullover mai messo, dono di Livia e che non gli suona certo come «un dolcissimo golf di lana», ma che finirà poi per essere il fattore decisivo alla soluzione del caso. Come in una commedia da camera, gli attori della vicenda son pochi, Mariastella, zitellona catatonica innamorata in silenzio del «finanziere», Michela, seconda impiegata della agenzia «Re Mida»,focosa ragazzotta, e Giacomo, aiutante in primis del Gargano, che ha annunciato di partire per la Germania, dove deve svolgere compiti economici per il capo, ed è sparito, mai partito da Punta Raisi. Intorno ruotano Quistori, Procuratori e le sparute truppe di Montalbano, da Fazio ad Augello a Galluzzo. E c’è anche la Mafia? Qualche voce dice di sì, che dopo essersela presa nel sacco avrebbe fatto sparire il ragioniere. Ma Montalbano diffida. E fra un pasto e l’altro, un interrogatorio e l’altro, scopre un bel po’ di cose, che l’aiutante capo si è costruito una villetta da centinaia e centinaia di milioni e peggio ancora sul terreno dove aveva il suo «ulivo da meditazione», luogo, insieme allo scoglio sul molo, a lui sacro. E per farlo lo ha abbattuto, ammazzato. E’ quel gesto barbaro che gli dà la spinta a scoprire false piste, falsi indizi, a non tralasciar di ascoltare anche le segnalazioni che vengono da tipi fantasiosi, come quello che vede dischi volanti, mostri a tre teste, eccetera. Perché Montalbano sa che la realtà è all’opposto di come si manifesta. Oppresso sempre da quel maglione che più cerca di dimenticare, occultare, far fuori e più gli finisce tra i piedi; affaticato nella conduzione domestica da una governante che per qualche giorno non può venirgli in casa; pressato da Livia che gli ha promesso una visita; titubante fra una lettura di Tabucchi o di Simenon, Montalbano avanza nell’indagine, in maniera quasi clandestina, per cercare di capire i rapporti fra il Ragioniere e i suoi dipendenti, maschi e femmine. E qui avrà una prima sorpresa. Una seconda sarà il ritrovamento, inatteso, di un cadavere con un bel buco in faccia. Insomma, fra un filo di pasta e un’acciuga, uno scontro con il Quistori per una storia di adozioni e soldi, il Commissario procede nella sua inchiesta fino alla conclusione. Una conclusione che non gli offre nè la lettura di Tabucchi, nè quella di Simenon. Ma un altro scrittore, realista e visionario, William Faulkner con il suo racconto «Omaggio a Emilia». Certo poi dovrà vedersela con Livia e il maglione. Ma quella è realtà spicciola. Poi si può evadere. Con Simenon.
Nico Orengo