Corriere della sera 22.07.2001
Montalbano a caccia di un ragioniere

Il successo dà coraggio. Cosi questa sesta inchiesta del commissario Montalbano, scritta in un mese e pubblicata sotto il titolo L’odore della notte , ci mostra un Camilleri ben deciso a divertirsi come scrittore mentre come inventore di colpi di scena diverte i suoi numerosissimi lettori. A un efficace intreccio poliziesco in gustosa salsa siciliana, il fortunato giallista di Porto Empedocle allea qui con maggior agio e convinzione che non altre volte spunti di costume degni della migliore commedia all’italiana. In più, quasi non gli bastasse la carne già messa al fuoco, si cimenta con Faulkner in chiave di metaletteratura (il finale del romanzo è una rivisitazione in nero dallo scrittore americano). A mettere in moto la macchina investigativa provvede stavolta un tal Emanuele Gargano, un ragioniere quarantenne alto, elegante e bello «come l’eroe di una pillicola mericana». Costui, fidando nel particolarissimo fascino o carisma che non di rado asseconda gli imbroglioni di talento, coinvolge in una colossale truffa i cittadini di Vigata, l’immaginaria contrada siciliana che fa da scenario alle storie di Camilleri. Il ragionier Gargano lascia credere a un centinaio di «polli», sensibili alle tentazioni dei facili e purtroppo ipotetici guadagni borsistici, di poter far lievitare i loro risparmi, mettendo a fruttare «come sa lui» il denaro ottenuto in gestione. Ai suoi «clienti» corrisponderà interessi vertiginosi. Ma una volta messe le mani sul contante, Gargano sparisce, lasciando dietro di se delusione e rovina. Come non bastasse, il bel lestofante ha fatto innamorare con i suoi modi, le sue recite un po’ da filantropo e un po’ da consumato mago della finanza una povera sognatrice, una certa Mariastella Cosentino. Una cinquantenne, «tozza e sgrazia», che nasconde nell’eterna quaresima delle sue giornate aride e solitarie sogni, desideri, slanci, non sai se da eroina romantica o da infaticabile consumatrice di romanzi rosa. Alla fine, però, Mariastella, l’eterna vittima si trasformerà in carnefice. Come e perché sarà Montalbano, un Montalbano psicologicamente figlio di Maigret e nella gestualità sempre più ancorato all’insostituibile Zingaretti (il suo interprete televisivo), a rivelarcelo. E nel farlo avrà le lacrime agli occhi.
Antonio Debenedetti