Prima di cimentarsi con la stesura definitiva del romanzo “Il Re di Girgenti” , Andrea Camilleri ha dato alle stampe” L’odore della notte” ( pagg.221 £.18.000 Sellerio Editore) con il quale ‘autore di Porto Empedocle fa “rivivere” il commissario Montalbano.Una storia, questa, che prende spunto dalla vicenda di Giovanni Sucato, il “mago della finanza” di Villabate che ,dopo aver truffato molte persone, è rimasto ucciso e che serve da spunto a Camilleri per imbastire un giallo che, dopo un avvio non certo brillante per carenza di ritmo narrativo, riesce a far arrivare il lettore all’ultima pagina con il fiato sospeso.Il finale è, per certi aspetti, sorprendente. Lo scrittore riesce, come sempre, a delineare la psicologia di alcuni personaggi come Mariastella Casentino, perdutamente innamorata del suo datore di lavoro, Emanuele Gargano tanto da rifiutare di vedere la realtà ( forse l’autore lascia intendere che, a volte, è meglio rifiutarla?), Giacomo Pellegrino, ma una figura importante nel libro è quella del Professore Tommasino per il quale “a seconda dell’ ora la  notte cambia odore”.Montalbano se ne renderà conto quando riuscendo a trovare la soluzione al giallo sentirà un odore della notte piu’ puro. Camilleri ci presenta un commissario Montalbano riflessivo, portato più all’introspezione psicologica che all’azione, una persona che viene messa in crisi dall’abbattimento del” grande aulivo saraceno “dove andava a riflettere per fare posto alla costruzione di una villa (e qui l’autore da’ vita ad una delle pagine piu’ intense del libro), fa rivivere la storia di Francois de “Il ladro di merendine”, lasciando intendere che il commissario è forse pentito di non avere adottato il bambino e Camilleri approfitta della vicenda per criticare una società sempre piu’ alle prese con la Borsa  e quindi con i soldi) che non con gli altri problemi.Il titolare della finanziaria riuscirà a  truffare i risparmiatore ma, scrive Camilleri-Montalbano “sentendo la televisione la gente s’impressiona, non ci capisce niente,sa che rischia ma che puo’ guadagnare soldi”. Soldi, lascia intendere l’autore, che sono un movente valido per uccidere.

Giuseppe Petralia

Bimestrale “Il Bélice”.