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L'odore della notte

Senza Montalbano soffriamo di crisi d'astinenza. Ormai abbiamo letto tutti i precedenti romanzi che lo vedevano
protagonista, e magari anche le raccolte di racconti brevi, che ci hanno regalato ancora qualche ora in compagnia del
nostro commissario preferito. Fortunatamente Camilleri non ci ha fatto sospirare troppo a lungo e ci regala un nuovo episodio di questa sorta di saga poliziesca. 

Andrea Camilleri è un narratore vero, un uomo che racconta storie di uomini. Salvo Montalbano è un commissario di polizia, un siciliano, un uomo dal carattere difficile, ma soprattutto è umano. Questo è il tratto essenziale del personaggio e la chiave vera del suo successo di pubblico, la sua assoluta e piena umanità. E la narrazione di Camilleri segue il suo personaggio prima ancora che lungo le indagini e le storie, nel suo percorso umano, "L'odore della notte" ne è la prova ultima se ce ne fosse bisogno, soffuso com'è di malinconia e riflessioni e ribellioni dell'uomo Montalbano che fa i conti con la sua umanità. I conti con l'amore e la sua donna, i conti con se stesso, le sue scelte e le sue paure, i conti anche col suo corpo che invecchia e se ancora non lo tradisce comunque non perde occasione di ricordarglielo. E non solo, c'è da fare i conti col suo passato, con Francois, il bambino che con Livia  avrebbero voluto adottare, i conti con i superiori stavolta anche troppo invadenti. E c'è anche la storia, il caso da seguire, l'indagine non assegnata ufficialmente stavolta, seguita quasi solo per rabbia, rabbia contro la stupidità di colleghi poco capaci, un'indagine la cui chiave è da cercarsi nell'amore o meglio nel bisogno di amare dell'uomo.

Non è un caso che nel romanzo appaiano tutti, ma proprio tutti i personaggi dei romanzi precedenti, dall'amico giornalista Nicolò Zito alla signora Clementina Vasile-Cozzo, anche i personaggi minori, come il violinista Cataldo Barbera, fino a giungere al personaggio nuovo il signor Antonino Tommasino, insegnante in pensione, filosofo, visionario, fantastico e fantasioso, vecchio e bambino. Sarà la sua testimonianza a portare Montalbano verso la soluzione del caso, e sono le sue parole a dare il titolo al romanzo: "A seconda dell'ora la notte cangia odore". E poi il finale che immerge la sorprendente soluzione in un racconto di Faulkner, come a voler ricordare a Salvo come lui stesso sia solo un personaggio di un romanzo. Ecco cos'è "L'odore della notte", non l'ennesima storia di un personaggio "seriale", stavolta Camilleri mette Salvo di fronte a  scelte, a consapevolezze, viene fuori con grande forza l'amore dello scrittore-padre per il suo figlio-personaggio, forse anche la paura e il presentimento, del lettore stavolta, dell'annuncio di una fine. Ma comunque ancora una volta un romanzo bellissimo.

Domenico Spilinga