CAGLIARI. Quando il padre del commissario Montalbano, ha conquistato
la mensa universitaria, l'applauso è stato spontaneo. Lui Andrea
Camilleri, 77 anni, scrittore, sceneggiatore e regista, ha ringraziato
con un inchino e poi è arrossito. Insieme alla moglie e nascondendo
a fatica la sua timidezza, ha scelto come cicerone il presidente dell'Ersu,
Luigi Sotgiu, fino a uno dei tavoli apparecchiati con i vassoi rossi. Così,
fra gli sguardi incuriositi e increduli degli studenti, - «Con tutti
voi mi trovo assolutamente a mio agio» - ha consumato il tipico "pranzo
da mensa": pasta condita con i piselli, cotoletta alla milanese e insalata
mista. Ma niente lo ha messo a disagio, con l'affabilità tipica
della sua età, maturata in anni passati fra la gente, ha partecipato
allegramente alla conversazione, molte domande e lunghe risposte, con le
studentesse sedute al suo stesso tavolo.
«I giovani oggi sono il perno della società ed è
stato così in tutte le epoche storiche - ha detto lo scrittore,
rivolgendosi alle commensali - e il vostro attivismo, in questo periodo,
è particolarmente importante, soprattutto in senso civile».
Il mondo accademico continua a essere quel luogo privilegiato dove
si forma non solo la cultura ma anche la coscienza. «L'Università,
- ha detto Andrea Camilleri, che ha scelto proprio il Teatro dell'Ersu
per presentare il suo ultimo romanzo - nonostante la crisi mondiale dell'istruzione,
ha un ruolo centrale anche se non riesce a incidere profondamente nella
società».
La stessa impressione per tutti gli atenei italiani, ancora oggi purtroppo
relegati a essere «meri luoghi di studio e non di propagazione delle
idee». Le difficoltà ci sono, ma gli studenti continuano a
rappresentare la promessa per il futuro: «Anche in Sicilia - ha detto
ancora Camilleri - dove la mafia esiste ancor'oggi anche se ha cambiato
pelle, la speranza di fare il passo in avanti è data dai giovani
universitari, che per il momento continuano a dormire pericolosamente».
E quando sta per concludere il suo pasto "mi ha ricordato il sapore nostalgico
dell'università", non ha negato di avere un legame particolare con
l'ateneo cagliaritano: «Si dice che un autore cominci a sentirsi
tale solo quando sono state fatte delle tesi su di lui. Due su di me e
tutte e due di studenti cagliaritani».
Antonella Loi