Chissà se Monsignor Sgreccia è stato avvertito. Sfidando
i fulmini della Chiesa (e della maggioranza parlamentare che ha appena
varato la nuova normativa sulla procreazione assistita), la Mondadori ha
realizzato il primo esperimento di fecondazione eterologa nella storia
dell'editoria. Chi non ci credesse vada a leggersi la bandella dell'ultimo
parto di Andrea Camilleri, La paura di Montalbano, scodellato fresco fresco
sui banconi delle librerie. Nel passare in rassegna la numerosa nidiata
del prolifico scrittore siciliano, l'editore gli attribuisce la paternità
di un'opera, La favola del figlio cambiato, che è stata in realtà
concepita da Luigi Pirandello.
Di Camilleri è, invece, Biografia del figlio cambiato, pubblicato
da Rizzoli, che racconta per l'appunto la vita del grande drammaturgo.
Non di scambio di figli si tratta, dunque: semmai di padri.
Con quell'accanimento procreativo che giustamente ha stigmatizzato
Rosy Bindi, l'irrefrenabile Camilleri si è fatto prestare qualche
gamete letterario da un donatore illustre, e per giunta defunto.
Siamo, come si vede, in pieno Far West della provetta. Urge una severa
legge di regolamentazione, per restituire a ciascun figlio (pardon, libro)
il suo genitore naturale.