PISA. «Uno dei miei ultimi libri, "La biografia del figlio cambiato",
nasce da una mia esperienza pisana».
Lo ha rivelato Andrea Camilleri, lo scrittore siciliano che ieri a
Pisa ha ritirato il premio «Ultimo Novecento: Pisa Duemila nel mondo»,
consegnatogli al teatro Verdi. Camilleri, nel suo intervento, dopo la motivazione
al premio letta dal direttore della Scuola Normale, Salvatore Settis, ha
accennato anche alle sue esperienze pisane con Roberto Scarpa al teatro
Verdi. Annotazione, questa, ben espressa da Settis nella motivazione, dove
si dice fra l'altro che «con la sua attività di uomo di teatro
e con la sua opera di scrittore al tempo stesso colto e popolare, Andrea
Camilleri ha segnato la letteratura italiana dell'ultimo Novecento e del
nuovo secolo di un'impronta inconfondibile».
La fortuna di scrittore di Camilleri è recente e travolgente,
come ha detto il prof. Settis. I suoi libri hanno contribuito più
di ogni altro, in un filone del quale Leonardo Sciascia è il più
vicino precedente, a rendere familiare a tutti gli italiani (e non solo)
l'immagine di una Sicilia tanto più seducente quanto più
aspra e vera.
Il premio di quest'anno, che ha visto per la prima volta presenti insieme
le tre Università della città (Ateneo, Scuola Normale e Scuola
Superiore Sant'Anna), ha avuto tra gli altri premiati l'arcivescovo di
Pisa Alessandro Plotti per la sezione «Chiesa e società»,
Fabrizio Luccio per la sezione informatica, Marcello Gatti per il «Cinema-direzione
della fotografia» e Irene Benvenuti per la sezione allievo della
Scuola Sant'Anna.