MILANO. «Riaprire un teatro è come rimettere a posto una
linea spezzata, una linea di tradizione culturale».
Andrea Camilleri sarà il nuovo direttore artistico del teatro
comunale Regina Margherita di Racalmuto (in provincia di Agrigento), attivo
fino ai primi anni 50 e abbandonato nel '56. L'obiettivo, spiega Camilleri,
è quello di farne «un luogo di vita pulsante, un centro di
cultura intesa come espressione del comune sentire di un paese, non come
un fatto elitario».
Realizzato in cinque anni nel 1880, con due ordini di palchi e una
platea, il teatro ha 320 posti e solo nel 1984, grazie all'impegno di Leonardo
Sciascia che a Racalmuto era nato, venne finanziato il progetto di restauro,
affidato all'architetto veneziano Antonio Foscari. Poi, ancora una volta,
le vicissitudini burocratiche hanno rallentato il lavoro di recupero, che
dovrebbe essere completato entro l'estate. L'inaugurazione è attesa
per fine anno. Nel frattempo il Comune sta studiando lo statuto per la
costituzione di un ente autonomo di gestione.
«Piccolo ma stupendo» lo aveva definito Sciascia. E raccontava:
«In questo teatro io ho visto, nell' infanzia e nella giovinezza,
gli spettacoli più belli, "Amleto", "Il barbiere di Siviglia", "La
Traviata". Quanto teatro, e che trovava poi riflessi e echi nella vita
di ogni giorno». Poi Sciascia tornò a visitarlo nel '78, alcuni
anni dopo la chiusura, e l' impressione che ne ebbe fu ben diversa: "Ho
visto la rovina di quel luogo che ricordavo splendido, incantevole -scrisse
- più che dentro un teatro mi è parso di trovarmi dentro
una delle carceri di Piranesi».
Ora toccherà a Camilleri riportarlo a nuova vita. «Vorrei
ospitare opere di livello -afferma lo scrittore siciliano- ma anche
costruire qualcosa.
Creare un vivaio di attori e soprattutto di tecnici. Il mio sogno
è quello di incitare qualcuno a scrivere, offrendogli un luogo dove
ospitare i suoi scritti».
C.J.