«L'intervento di Salvatore Silvano Nigro é totalizzante,
il suo commento é assolutamente inedito, altro, e particolarmente
stimolante perché apre una prospettiva di lettura, basata sulle
immagini, che é assolutamente attuale. La sintetica biografia del
Manzoni e la cronologia, illustrano meglio di un saggio specifico le ragioni
morali, estetiche e religiose della scrittura manzoniana». Così
si é espresso Andrea Camilleri, commentando i tre «Meridiani»
Mondadori dedicati alle tre versioni de «I Promessi sposi»
di Alessandro Manzoni, curati da Nigro che li considera tre diversi romanzi,
pur nella continuazione di un unico progetto narrativo. Delle tre edizioni
Fermo e Lucia, la Ventisettana e la Quarantana, il noto studioso catanese
ha curato il commento e la revisione critico-filologica sottolineando la
continuità di «carne» e di «sangue» fra
i tre romanzi, in quanto nelle revisioni il Manzoni si studiava di utilizzare
quanti più fogli poteva tra quelli del primo abbozzo che non richiedevano
rifacimento. «Consanguineità» di carte che non cancella
tuttavia la diversa identità linguistica; la minuta autografa é
un insieme di storie, «I promessi sposi» si ristrutturano secondo
una sequenza narrativa che resterà uguale nella quarantana, dove
verrà introdotto un diverso finale e la Colonna infame verrà
dislocata in
appendice. Camilleri ha fatto rilevare che Nigro ha centrato l'obiettivo
nel dire che la Quarantana, che comprende la Storia della Colonna Infame
(nei Meridiani commentata da Ermanno Paccagnini) si presenta come un testo
grafico visivo il cui discorso in parole viene completato e chiarito dalle
illustrazioni di Gonin, ritenute inutili da altri commentatori ed escluse
dai testi scolastici. La novità introdotta da Nigro consiste infatti
nel commentare e reintrodurre le illustrazioni che egli considera "veri
e propri brani di testo manzoniano, non meno delle righe di scrittura,
in quanto veicoli di ammiccamenti e allusioni", predisposte nei minimi
particolari da Manzoni per il disegnatore.
Camilleri ha sottolineato l'acume critico di Nigro espresso soprattutto
nel saggio introduttivo «Naufragi di terraferma» in cui con
linguaggio metaforico fa interessanti notazioni a proposito dell'idea manzoniana
che vede il romanzo come una carta topografica, ricco di particolari. Nigro
vede Fermo e Lucia come «deserto», come spazio catastrofico
che secerne una trita trama di errori e disorientamenti con cui Manzoni
fa coincidere la topografia. Sottolineate anche le gustose e argute note
di Nigro sul sarcasmo della descrizione manzoniana, sul manierismo descrittivo.
Gli aspetti tecnici del lavoro di Nigro sono stati sottolineati dal prof.
Nicolò Mineo che ha evidenziato l'acume, l'erudizione e la vasta
cultura dello studioso, nonchè l'importanza di aver trovato affinità
testuali tra le varie edizioni dell'opera manzoniana. A proposito dell'appendice
storica nel Fermo e Lucia la «Storia della Colonna infame»
Nigro ha sottolineato che essa «seleziona un'eziologia giuridica
del dolore e della sofferenza. La rivela, e la impone come radice sotterranea
del romanzo stesso. La definisce un racconto martirologico che interroga
le responsabilità delle istutuzioni nei confronti degli uomini.
In ciò riconosce l'impegno civile di Manzoni. Apprezzata la nota
critico filologica su «La colonna infame» in cui Ermanno Paccagnini
si
sofferma su i modi e i tempi della stesura dell'appendice storica,
su l'intermezzo della lettera a Goethe, su componimenti misti di storie
e invenzione, le correzioni della Storia e la stesura definitiva.
All'incontro letterario, organizzato al Museo diocesano e dall'assesorato
comunale alla Cultura, oltre ai relatori,sono intervenuti. il rettore Ferdinando
Latteri, la prof. Renata Colorni, responsabile della Mondadori e l'assessore
Antonio Fiumefreddo.
Entusiasta per i gustosi aneddoti di cui Camilleri ha infarcito il
suo intervento, il pubblico ha apprezzato anche l'intermezzo musicale curato
da Fabio Raciti.
Clelia Tomaselli