La Repubblica (ed. di Palermo), 24.7.2002
Il classico Camilleri
Montalbano nel gotha dei Meridiani "Questa non me la perdoneranno"
Lo scrittore annuncia ad Agrigento che la Mondadori pubblicherà i romanzi del commissario nella collana riservata ai grandi autori.
"Ora succede un putiferio: so bene di essere odiato da alcuni colleghi". Tra i nuovi progetti c'e` un cdrom con le sue regie teatrali.

Andrea Camilleri diventa un classico della nostra letteratura. L'autore italiano più chiacchierato degli ultimi tempi, lo scrittore sempre in vetta alle classifiche di vendita che ha provocato un vero e proprio terremoto nel mondo delle lettere, verrà quanto prima inserito tra i mostri sacri dell'olimpo internazionale. È in preparazione infatti il primo dei due volumi dei Meridiani Mondadori dedicati al giallista più famoso d'Italia: «Uscirà a dicembre - confessa ad Agrigento sornionamente lo scrittore - e presumo che la cosa susciterà parecchio "bordello": so bene di avere molti colleghi che mi odiano. Questo primo volume sarà dedicato interamente a Montalbano: cioè a dire, sono tutti i romanzi del mio commissario, più una scelta fatta da me di alcuni racconti, una quarantina circa». Una vera rivelazione bomba, che farà traballare non pochi critici e scrittori.
Il caso Camilleri, dunque, per citare il titolo del convegno che si è tenuto a Palermo nel marzo scorso non si è ancora chiuso. Ma come reagirà il mondo degli addetti ai lavori, trovandosi di fronte a quella che sarà una vera e propria consacrazione? Cosa esterneranno i suoi colleghi ubriacati dalle cifre astronomiche di vendita dei romanzi e dei racconti sul commissario di Vigàta? La paura di Montalbano, tanto per fare un esempio, ha raggiunto le trecentomila copie. Con l'ingresso di Camilleri nei Meridiani sembra capovolgersi l'assunto, in Italia difficilmente scalfibile, secondo il quale più uno scrittore è bravo, meno libri deve vendere. Viene da pensare che, dalle nostre parti, il fatto di saper raccontare senza alcuna fatica e con una grazia tutta particolare abbia costituito una colpa inestinguibile. Ora, invece, arriva Camilleri, additato niente meno che da Carlo Bo come l'autore che è venuto ad occupare uno spazio vuoto, che in Italia prima non c'era, e che è la scrittura d'intrattenimento alto, e le cose sembrano finalmente rovesciarsi. Sulla reazione del mondo letterario nostrano Camilleri non vuole pronunciarsi: «Vedremo, intanto io mi preparo».
E l'autore de Il re di Girgenti si prepara davvero bene, non concedendo tregua agli arnesi della sua officina letteraria. Tra settembre e ottobre infatti uscirà, per i tipi della Rizzoli, L'ombrello di Noè: «Si tratta - spiega Camilleri - di un libro di teatro mio. Cioè, una volta salutato il teatro attivo, mi sono messo a raccogliere, in verità le ha raccolte un amico di Pisa che si chiama Roberto Scarpa, le lezioni teatrali tenute da me a Pisa in diverse occasioni, e si va da Genet a Pirandello, da Adamov a Beckett. Certi argomenti sono stati improvvisati, dettati dal momento particolare in cui mi trovavo a parlare e poi trascritti sulla base di registrazioni effettuate; altri erano precedentemente preparati. Può succedere che il lettore attento si accorga dei vari livelli di comunicazione. Nel corso di queste piacevolissime conversazioni ho affrontato gli autori che più hanno segnato la mia carriera di regista e di insegnante di drammaturgia. Lo si può quindi considerare come un affascinante bilancio di trent'anni di attività teatrale». Un testo davvero importante, che si colloca accanto a Le parole raccontate, una sorta di dizionario ironico sull'universo drammaturgico uscito precedentemente sempre per la stessa casa editrice. Sempre in aggiunta a questo libro vedrà la luce un cd rom con le immagini di alcuni spettacoli diretti dall'ormai ex regista siciliano.
Ma Camilleri non ha finito: «L'anno prossimo uscirà, questa volta con la Sellerio, un romanzo ambientato sempre a Vigàta, ma nell'anno 1935, durante la guerra d'Etiopia, e si intitola La presa di Macallè. Tutto questo lavoro ha fatto sì che io non mi sono voluto portare neanche il computer in Sicilia, e sto a casa a tampasiare, dalla mattina alla sera, con la voglia di non fare assolutamente niente». Nel frattempo gli affezionati lettori del padre del commissario Montalbano possono gustarsi il racconto di tutta la sua vita, grazie al librointervista di Saverio Lodato ad Andrea Camilleri, pubblicato recentemente da Rizzoli e intitolato La linea della palma, presentato dallo stesso scrittore lunedì scorso ad Agrigento, per iniziativa del Parco Letterario Luigi Pirandello, presso il piazzale Caos, di fronte alla casa natale del grande drammaturgo. «Tengo a precisare - chiarisce subito Camilleri - che il libro non è mio. Si tratta di una vera e propria intervista, ed è chi fa le domande che conduce la partita e ha in mano le carte. Quella di Lodato è un'opera maieutica, che investe tutta quanta la mia vita e che dà veramente conto della mia formazione letteraria e politica».
Salvatore Ferlita