Andrea Camilleri diventa un classico della nostra letteratura. L'autore
italiano più chiacchierato degli ultimi tempi, lo scrittore sempre
in vetta alle classifiche di vendita che ha provocato un vero e proprio
terremoto nel mondo delle lettere, verrà quanto prima inserito tra
i mostri sacri dell'olimpo internazionale. È in preparazione infatti
il primo dei due volumi dei Meridiani Mondadori dedicati al giallista più
famoso d'Italia: «Uscirà a dicembre - confessa ad Agrigento
sornionamente lo scrittore - e presumo che la cosa susciterà parecchio
"bordello": so bene di avere molti colleghi che mi odiano. Questo primo
volume sarà dedicato interamente a Montalbano: cioè a dire,
sono tutti i romanzi del mio commissario, più una scelta fatta da
me di alcuni racconti, una quarantina circa». Una vera rivelazione
bomba, che farà traballare non pochi critici e scrittori.
Il caso Camilleri, dunque, per citare il titolo del convegno che si
è tenuto a Palermo nel marzo scorso non si è ancora chiuso.
Ma come reagirà il mondo degli addetti ai lavori, trovandosi di
fronte a quella che sarà una vera e propria consacrazione? Cosa
esterneranno i suoi colleghi ubriacati dalle cifre astronomiche di vendita
dei romanzi e dei racconti sul commissario di Vigàta? La paura di
Montalbano, tanto per fare un esempio, ha raggiunto le trecentomila copie.
Con l'ingresso di Camilleri nei Meridiani sembra capovolgersi l'assunto,
in Italia difficilmente scalfibile, secondo il quale più uno scrittore
è bravo, meno libri deve vendere. Viene da pensare che, dalle nostre
parti, il fatto di saper raccontare senza alcuna fatica e con una grazia
tutta particolare abbia costituito una colpa inestinguibile. Ora, invece,
arriva Camilleri, additato niente meno che da Carlo Bo come l'autore che
è venuto ad occupare uno spazio vuoto, che in Italia prima non c'era,
e che è la scrittura d'intrattenimento alto, e le cose sembrano
finalmente rovesciarsi. Sulla reazione del mondo letterario nostrano Camilleri
non vuole pronunciarsi: «Vedremo, intanto io mi preparo».
E l'autore de Il re di Girgenti si prepara davvero bene, non concedendo
tregua agli arnesi della sua officina letteraria. Tra settembre e ottobre
infatti uscirà, per i tipi della Rizzoli, L'ombrello di Noè:
«Si tratta - spiega Camilleri - di un libro di teatro mio. Cioè,
una volta salutato il teatro attivo, mi sono messo a raccogliere, in verità
le ha raccolte un amico di Pisa che si chiama Roberto Scarpa, le lezioni
teatrali tenute da me a Pisa in diverse occasioni, e si va da Genet a Pirandello,
da Adamov a Beckett. Certi argomenti sono stati improvvisati, dettati dal
momento particolare in cui mi trovavo a parlare e poi trascritti sulla
base di registrazioni effettuate; altri erano precedentemente preparati.
Può succedere che il lettore attento si accorga dei vari livelli
di comunicazione. Nel corso di queste piacevolissime conversazioni ho affrontato
gli autori che più hanno segnato la mia carriera di regista e di
insegnante di drammaturgia. Lo si può quindi considerare come un
affascinante bilancio di trent'anni di attività teatrale».
Un testo davvero importante, che si colloca accanto a Le parole raccontate,
una sorta di dizionario ironico sull'universo drammaturgico uscito precedentemente
sempre per la stessa casa editrice. Sempre in aggiunta a questo libro vedrà
la luce un cd rom con le immagini di alcuni spettacoli diretti dall'ormai
ex regista siciliano.
Ma Camilleri non ha finito: «L'anno prossimo uscirà, questa
volta con la Sellerio, un romanzo ambientato sempre a Vigàta, ma
nell'anno 1935, durante la guerra d'Etiopia, e si intitola La presa di
Macallè. Tutto questo lavoro ha fatto sì che io non mi sono
voluto portare neanche il computer in Sicilia, e sto a casa a tampasiare,
dalla mattina alla sera, con la voglia di non fare assolutamente niente».
Nel frattempo gli affezionati lettori del padre del commissario Montalbano
possono gustarsi il racconto di tutta la sua vita, grazie al librointervista
di Saverio Lodato ad Andrea Camilleri, pubblicato recentemente da Rizzoli
e intitolato La linea della palma, presentato dallo stesso scrittore lunedì
scorso ad Agrigento, per iniziativa del Parco Letterario Luigi Pirandello,
presso il piazzale Caos, di fronte alla casa natale del grande drammaturgo.
«Tengo a precisare - chiarisce subito Camilleri - che il libro non
è mio. Si tratta di una vera e propria intervista, ed è chi
fa le domande che conduce la partita e ha in mano le carte. Quella di Lodato
è un'opera maieutica, che investe tutta quanta la mia vita e che
dà veramente conto della mia formazione letteraria e politica».
Salvatore Ferlita