PORTO EMPEDOCLE - Quello vero a un certo punto si sarebbe spazientito
un po´. Troppa confusione. Troppi squilli di tromba. Troppe chiacchiere.
Troppa cerimoniosa la cerimonia. Per fortuna lì sotto c´era
quel mare di colore verde che nemmeno un forte vento riusciva a gonfiare,
proprio il mare che piace tanto a lui e proprio lì a qualche metro
dal suo nuovo commissariato. Sempre a Vigàta, naturalmente. Ma più
su, dietro la strada che porta verso la roccia bianca e abbagliante della
Scala dei Turchi e poi alle vecchie miniere di sale di Realmonte. Quello
vero forse se la sarebbe squagliata prima della arancine e delle panelle
calde calde per evitare di salutare qualche notabile previsto dal protocollo,
onorevoli signorotti della zona accorsi come sempre per presenziare e rendere
omaggio al suo «creatore» che è di queste parti. Ma
il commissario vero non c´era. Ce n´era un altro però.
Anzi, un´altra. Intanto cominciamo col dire che Montalbano ha cambiato
sesso.
Qui a Vigàta, negli ultimi tempi ne sono successe di tutti i
colori. Dopo trent´anni la polizia non abita più in un condominio
di quel rione polveroso quasi dentro la cementeria, ma ha un nuovo commissariato
che è bello e grande e sta difronte al mare. E poi il commissario
è una commissaria che per certi versi sembra precisa lui, «Montalbano
sono», passionale ma anche pragmatica, curiosa e orgogliosa, un po´
poliziotta e un po´ filosofa. Si chiama in realtà Letizia
Mandaglio, è molto carina, ha come Salvo Montalbano un amore che
viene di tanto in tanto dal Continente e che naturalmente non è
Livia ma un ufficiale dell´Esercito (preferisce l´anonimato)
che fa bonifica nei campi minati del Kosovo. Lei, lui, tante «autorità»
civili, militari e religiose a mezzogiorno di ieri erano tutti qui per
inaugurare e benedire una palazzina di cinque piani, dove finalmente si
sistemerà un drappello di poliziotti agli ordini della commissaria
che ha preso il posto del collega più famoso d´Italia.
Ospite d´onore dell´avvenimento, lo scrittore Andrea Camilleri
che è ritornato nella sua Porto Empedocle-Vigàta per trascorrere
le vacanze estive con moglie, figlie e nipotine. Nella sua nuova stanza
con magnifica vista sul golfo la nuova versione del commissario Montalbano
racconta e si racconta. E´ qui a Vigàta da un paio d´anni
e proprio come il Salvo di carta indaga su quelle piccole grandi storie
che appassionano il poliziotto di una provincia come questa, quelle che
si spingono quasi nel surreale, dentro una sicilitudine spinta al massimo.
«Anche se non sono siciliana comincio a comprendere la mentalità
del posto», risponde lei mentre ci fa visitare il nuovo commissariato
in attesa delle fanfare e dei picchetti d´onore. E´ di Fondi,
provincia di Latina. La sua è stata una carriera sudatissima. Da
agente semplice a ispettore, da ispettore a commissario capo. Primo incarico
da dirigente proprio qui a Vigàta. Ricorda: «Appena sono arrivata
a Porto Empedocle tutti mi hanno subito chiamato commissaria Montalbano...».
Prima Letizia ha conosciuto le figlie di Camilleri, poi lui. Quando si
avvicinava la data per l´inaugurazione del commissariato, il questore
Fulvio Della Rocca ha avuto l´idea di far venire lo scrittore: «Nella
speranza che nel prossimo suo libro faccia fare una figura migliore ai
suoi questori».
Nell´incertezza più assoluta sulla vera identità
del commissario Montalbano che ieri mattina portava la gonna e anche la
divisa, nell´incertezza più assoluta del luogo che sembrava
sì Vigàta ma anche Porto Empedocle, la mattinata di festa
per la polizia è scivolata via tra un discorso e l´altro (tanti
i ringraziamenti al governatore Totò Cuffaro che ha fatto avere
al commissariato denaro e suppellettili) fino all´emozione di Andrea
Camilleri che nel suo paese non ha voluto far parlare il suo personaggio
ma ha preferito farlo direttamente. Così: «Appena qualche
anno fa sarebbe stato inimmaginabile una festa come questa qui in Sicilia,
ma i tempi cambiano. Noi siciliani non siamo molto ben visti, appena accade
qualcosa quaggiù i giornali si scatenano, ci danno un marchio di
particolarità. Io credo però che ci stiamo particolarmente
evolvendo e anche nel profondo». Applausi. Altri squilli di tromba.
La commissaria felice che lanciava sguardi al suo bell´ufficiale.
E Camilleri che si faceva largo tra la folla al buffet con i nipotini al
seguito e ripeteva a tutti: «Voglio mangiare le panelle, voglio mangiare
le panelle».
Attilio Bolzoni