La Repubblica, 28.7.2002
LA CURIOSITÀ
Nel nuovo commissariato di Porto Empedocle al posto del leggendario Montalbano è arrivata la "continentale" Letizia Mandaglio
Camilleri a Vigàta tiene a battesimo la commissaria
Lo scrittore: " Noi siciliani non siamo ben visti ma ci stiamo evolvendo"
Cerimonia in gran pompa e festa di paese, con tutte le autorità civili e religiose

PORTO EMPEDOCLE - Quello vero a un certo punto si sarebbe spazientito un po´. Troppa confusione. Troppi squilli di tromba. Troppe chiacchiere. Troppa cerimoniosa la cerimonia. Per fortuna lì sotto c´era quel mare di colore verde che nemmeno un forte vento riusciva a gonfiare, proprio il mare che piace tanto a lui e proprio lì a qualche metro dal suo nuovo commissariato. Sempre a Vigàta, naturalmente. Ma più su, dietro la strada che porta verso la roccia bianca e abbagliante della Scala dei Turchi e poi alle vecchie miniere di sale di Realmonte. Quello vero forse se la sarebbe squagliata prima della arancine e delle panelle calde calde per evitare di salutare qualche notabile previsto dal protocollo, onorevoli signorotti della zona accorsi come sempre per presenziare e rendere omaggio al suo «creatore» che è di queste parti. Ma il commissario vero non c´era. Ce n´era un altro però. Anzi, un´altra. Intanto cominciamo col dire che Montalbano ha cambiato sesso.
Qui a Vigàta, negli ultimi tempi ne sono successe di tutti i colori. Dopo trent´anni la polizia non abita più in un condominio di quel rione polveroso quasi dentro la cementeria, ma ha un nuovo commissariato che è bello e grande e sta difronte al mare. E poi il commissario è una commissaria che per certi versi sembra precisa lui, «Montalbano sono», passionale ma anche pragmatica, curiosa e orgogliosa, un po´ poliziotta e un po´ filosofa. Si chiama in realtà Letizia Mandaglio, è molto carina, ha come Salvo Montalbano un amore che viene di tanto in tanto dal Continente e che naturalmente non è Livia ma un ufficiale dell´Esercito (preferisce l´anonimato) che fa bonifica nei campi minati del Kosovo. Lei, lui, tante «autorità» civili, militari e religiose a mezzogiorno di ieri erano tutti qui per inaugurare e benedire una palazzina di cinque piani, dove finalmente si sistemerà un drappello di poliziotti agli ordini della commissaria che ha preso il posto del collega più famoso d´Italia.
Ospite d´onore dell´avvenimento, lo scrittore Andrea Camilleri che è ritornato nella sua Porto Empedocle-Vigàta per trascorrere le vacanze estive con moglie, figlie e nipotine. Nella sua nuova stanza con magnifica vista sul golfo la nuova versione del commissario Montalbano racconta e si racconta. E´ qui a Vigàta da un paio d´anni e proprio come il Salvo di carta indaga su quelle piccole grandi storie che appassionano il poliziotto di una provincia come questa, quelle che si spingono quasi nel surreale, dentro una sicilitudine spinta al massimo. «Anche se non sono siciliana comincio a comprendere la mentalità del posto», risponde lei mentre ci fa visitare il nuovo commissariato in attesa delle fanfare e dei picchetti d´onore. E´ di Fondi, provincia di Latina. La sua è stata una carriera sudatissima. Da agente semplice a ispettore, da ispettore a commissario capo. Primo incarico da dirigente proprio qui a Vigàta. Ricorda: «Appena sono arrivata a Porto Empedocle tutti mi hanno subito chiamato commissaria Montalbano...». Prima Letizia ha conosciuto le figlie di Camilleri, poi lui. Quando si avvicinava la data per l´inaugurazione del commissariato, il questore Fulvio Della Rocca ha avuto l´idea di far venire lo scrittore: «Nella speranza che nel prossimo suo libro faccia fare una figura migliore ai suoi questori».
Nell´incertezza più assoluta sulla vera identità del commissario Montalbano che ieri mattina portava la gonna e anche la divisa, nell´incertezza più assoluta del luogo che sembrava sì Vigàta ma anche Porto Empedocle, la mattinata di festa per la polizia è scivolata via tra un discorso e l´altro (tanti i ringraziamenti al governatore Totò Cuffaro che ha fatto avere al commissariato denaro e suppellettili) fino all´emozione di Andrea Camilleri che nel suo paese non ha voluto far parlare il suo personaggio ma ha preferito farlo direttamente. Così: «Appena qualche anno fa sarebbe stato inimmaginabile una festa come questa qui in Sicilia, ma i tempi cambiano. Noi siciliani non siamo molto ben visti, appena accade qualcosa quaggiù i giornali si scatenano, ci danno un marchio di particolarità. Io credo però che ci stiamo particolarmente evolvendo e anche nel profondo». Applausi. Altri squilli di tromba. La commissaria felice che lanciava sguardi al suo bell´ufficiale. E Camilleri che si faceva largo tra la folla al buffet con i nipotini al seguito e ripeteva a tutti: «Voglio mangiare le panelle, voglio mangiare le panelle».
Attilio Bolzoni