Un sacco di ceci da tre bajocchi, due guardie borboniche, un vescovo
cocciuto e un vicerè determinato a proseguire sulla sua strada.
Sono gli ingredienti della "Recitazione della controversia liparitana dedicata
ad A.D." di Leonardo Sciascia, che sabato alle 18,30 va in scena in piazza
Fontana a Racalmuto diretto da Giuseppe Dipasquale. Il regista ha scelto
otto attori professionisti e 20 comparse tra la gente del paese per questo
spettacolo che è anche la prima produzione del rinato teatro Regina
Margherita, che riaprirà i battenti a novembre con la direzione
artistica di Andrea Camilleri, dopo la chiusura nel '64 e un restauro iniziato
negli anni Ottanta e durato quasi vent'anni.
«Sciascia non prediligeva la scrittura teatrale - spiega Di pasquale
- eppure in questa commedia del '69 trova la forma dialettica più
adatta per far diventare un fatto insignificante estremamente importante».
E la vicenda, infatti, ruota attorno alla richiesta da parte di guardie
annonarie del viceré di Sicilia, di un balzello su un sacco di ceci
venduti a Lipari per conto della Chiesa, e come tali, allora, esenti da
qualsiasi tassazione. «Un piccolo incidente diplomatico dal sapore
pirandelliano, sorto nella Sicilia del primo Settecento - continua il regista
- che diventa l'occasione di una disputa senza fine, un balletto di scomuniche
che portano alle soglia di uno scisma tra la Chiesa e il governo del Regno».
Nel cast spiccano il viceré di Sicilia Antonio Spinola (Pietro
Montandon), il vescovo di Catania (Angelo Tosto), il canonico Antonino
Mongitore (Gian Paolo Poddighe). L'ingresso è libero.
Laura Nobile