l'Unità, 13.10.2002
Un'opera lirica per il commissario-filosofo di Camilleri

Un racconto di Andrea Camilleri, trasposto in opera lirica. L'idea è venuta al giovane regista Rocco Mortelliti, che ha pensato ad una transcodificazione scenica sui generis di un breve racconto del famoso scrittore siciliano, la cui opera letteraria è apprezzata in tutto il mondo. E così la storia di Cecè Collura, un commissario che non ha tanta dimestichezza con le armi, ma ha una buona "parlantina" filosofica, diventa un'opera lirica. E Camilleri torna in teatro.
Il raffinato ed ironico scrittore siciliano, che per tanti anni ha insegnato all'Accademia nazionale d'arte drammatica, e del quale Rocco Mortelliti è stato allievo, questa volta però, vedrà un suo scritto trasposto in opera lirica, con la musica del maestro Marco Betta. Siciliano anch'egli come Camilleri, che ha composto fra le tante altre cose, le musiche per il film Il manoscritto del Principe, con la regia di Roberto Andò, prodotto da Giuseppe Tornatore e le musiche di scena per le Troiane con la regia e la coreografia di Micha van Hoecke, dal 1994 è direttore artistico del teatro Massimo di Palermo. Mortelliti siciliano, non è. Ma è allievo di Camilleri, ed ha scritto e diretto il film La strategia della maschera, uscito nel '99. La sua passione per il cinema, non ha mai offuscato il suo amore per il teatro. Oltre ai tanti lavori teatrali, gli piace citare la fondazione del teatro Stabile "Il piccoletto di Roma", nel quale si è distinto insieme ad Ettore Scola.
Da questi incontri intellettuali, è nata l'idea di trasporre in opera lirica Il fantasma nella cabina, uno dei sei racconti de Il commissario di bordo. All'inizio il dinamico Mortelliti voleva farne una serie televisiva, e ne scrisse la sceneggiatura. Trattandosi di un giallo leggero con personaggi grotteschi e sopra le righe, si delinea un contesto molto affine al teatro. Nella sceneggiatura emergono lo spirito, il linguaggio, la musicalità della scrittura di Camilleri.
Matura così l'idea dell'opera teatrale. E Mortelliti si ingegna nel coniugare la prosa con la musica. Mortelliti si ispira anche a Brecht per il teatro "essenziale", spiega il suo progetto culturale. "Vorremmo io e il maestro Betta, farne de Il fantasma nella cabina un'opera agile come quando i nostri comici dell'arte giravano l'Europa con qualche valigia e un baule, ma portavano dentro una grande forma artistica che tutto il mondo ci ha invidiato: la "Commedia dell'Arte". Ho già sperimentato con notevole successo questa idea con Paola Ghigo, quanto mettemmo in scena Il combattimento di Tancredi e Clorinda di Monteverdi".
Mortelliti aggiunge: "in quell'occasione, feci uscire da un baule tutti gli orchestrali, compreso il direttore, mentre eseguivano l'ouverture, anche loro erano parte integrante dello spazio scenico. Nel frattempo, sempre dal baule uscivano pezzi di scenografia che il coro mano a mano componeva in scena. Il palcoscenico, inizialmente vuoto, si era animato con personaggi dentro una scenografia realizzata appunto con elementi di grande suggestione".
Di certo, sarà interessante verificare con quale invenzione scenica Mortelliti trasporrà liricamente il racconto tratto dal Commissario di bordo. Il debutto è previsto per il prossimo dicembre al teatro Donizetti, diretto da Fabrizio Carminati. L'opera lirica farà poi tappa al teatro dell'Opera a Roma, ed ovviamente nei teatri siciliani, a Messina ed a Palermo.
Ma il vulcanico Mortelliti non si ferma qui. Sta lavorando alla sceneggiatura di un film tratto dal romanzo La scomparsa di Patò, di Andrea Camilleri. L'attività culturale di Mortelliti trae così nuovamente ispirazione dal grande scrittore siciliano. Che non è solo il suo maestro di teatro. Ecco il colpo di scena tipico del giallo: Camilleri è diventato il nonno delle due figlie di Mortelliti. Il film, le cui riprese dovrebbero iniziare in primavera, dovrebbe essere prodotto da Palomar (la stessa società, guidata da Carlo degli Esposti, che edita il famoso sceneggiato tv della serie incentrata sul commissario Montalbano). Ma Mortelliti, camilleriano e pirandelliano, chiosa ironicamente: "sul film sarei più cauto, con l'aria che tira in Italia, in un vidiri e svidiri, può svanire tutto...".
A buon intenditor, poche parole.
Salvo Fallica