MILANO - “Andrea Camilleri è uno degli ultimi grandi scrittori
italiani di confine: la soglia non è quella insulare [della Sicilia],
ma quella tra tradizione e modernità”. Con queste parole Giovanni
Puglisi, rettore dell’Università Iulm [Istituto universitario di
lingue moderne] di Milano ha aperto la cerimonia di conferimento della
laurea honoris causa in lingue e letterature straniere ad Andrea Camilleri.
Uno scrittore, si legge nella motivazione ufficiale del riconoscimento,
che iscrive “la Sicilia e la sua anima culturale nella più ampia
e più moderna cultura europea”. L'onorificenza, spiega Puglisi,
va condivisa, almeno moralmente, con Elvira Sellerio, fondatrice della
prestigiosa casa editrice palermitana che da anni pubblica i romanzi dello
scrittore.
Quello a Camilleri è un riconoscimento rivolto prima di tutto
al suo ruolo nella cultura siciliana, e alla sua raffinata ricerca linguistica,
che lo accomuna per molti aspetti a Carlo Emilio Gadda. Un pastiche
linguistico sospeso tra dialetto e lingua nazionale, ma che non rende la
lettura difficoltosa o pesante. "I traduttori stranieri si divertono a
lavorare sui miei libri", scherza lo scrittore durante l'incontro con la
stampa. "Un traduttore francese ad esempio è ricorso al dialetto
normanno per tradurre il verbo tampasiare, che in siciliano significa quel
ciondolare per la casa la mattina, pigramente, fermandosi davanti a un
quadro storto per raddrizzarlo, o fissando una cartolina senza leggere
cosa c'è scritto dietro la foto".
Camilleri ha esordito come scrittore nel 1978 con Il corso delle
cose, dopo trent’anni passati nel mondo del teatro, lavorando come
regista, sceneggiatore e docente di regia all’Accademia di arte drammatica
di Roma. Dal 1980 inizia con il romanzo Un filo di fumo la serie
ambientata nell’immaginaria cittadina siciliana di Vigata (in realtà
Porto Empedocle, luogo natale dello scrittore). Ma è dal ’92, quando
esce, da Sellerio, La stagione della caccia, che Camilleri conosce
il successo di pubblico che ha oggi. La Vigata del passato lascia il posto
a quella dei nostri tempi, e alle indagini del commissario Montalbano (a
partire dal romanzo La forma dell'acqua, del 1994), personaggio
familiare al pubblico italiano di massa anche grazie alle serie televisive
con Luca Zingaretti, di cui sta per uscire la nuova serie con gli episodi
L'odore
della notte, Il gatto e il cardellino, Gli arancini di Montalbano
e Amore e Fratellanza, diretti dal regista Alberto Sironi.
Alex Dall'Asta