Andrea Camilleri è come una cassata, e cioè una meravigliosa
torta piena di squisitezze, ma zeppa pure di stucchevoli canditi, ricoperta
infine di glassa, pesante e indigesta, immangiabile perciò in tutto
quel trionfo di zuccheri. E così è appunto Camilleri. Perfetto
nella rappresentazione di due suoi grandi romanzi storici, ovvero <Il
birraio di Preston> e <Il re di Girgenti> che sono la sostanza del pan
di Spagna, stupefacente nell'invenzione di Montalbano, il Commissario ricalcato
sul modello dei grandi eroi da cantastorie che, in questo caso, è
la ricotta della sostanza narrativa. Stucchevole e indigesto dunque, Camilleri
che è un vero interprete della fantasia agrigentina, ci diventa
ogni volta che si avventura nel parco buoi dell'ideologia. Scrisse delle
orribili favolette contro Silvio Berlusconi per esempio, così lagnose
e lugubri, ma così inutili anche, da non saperci che fare. Peggio
della crosta di torta lasciata sul piatto. Una prosa così forzata
che neppure il nervoso Salvo Montalbano, nella peggiore delle punizioni,
potrebbe mai imporre come lettura al peggiore dei banditi.
Pietrangelo Buttafuoco