Gazzetta di Parma, 6.2.2002
Eco, Tabucchi e Camilleri «Non andremo a Parigi a nome di questo governo»

ROMA - Gli scrittori Umberto Eco, Antonio Tabucchi, Vincenzo Consolo e Andrea Camilleri non faranno parte della delegazione italiana al Salone del libro di Parigi, «perché il governo Berlusconi non ha nulla a che vedere con la cultura».
Lo ha annunciato ieri a Parigi lo stesso Consolo, in occasione della presentazione della manifestazione, che quest'anno è dedicata all'Italia, respingendo l'invito degli organizzatori a entrare nella rappresentanza ufficiale, anche se tutti e tre parteciperanno a titolo personale.
«Non vogliamo rappresentare il governo italiano», ha detto Consolo parlando anche a nome dei colleghi, «perché non può esserci cultura in un paese senza democrazia né democrazia senza cultura». Ed ha dichiarato di essere d'accordo con il ministro francese della cultura, Catherine Tasca, che la settimana scorsa aveva detto di non gradire la presenza di Silvio Berlusconi alla manifestazione.
«Sono con lei», ha detto l'autore siciliano, «non si può stringere la mano a Berlusconi».
«Incivili e antidemocratiche le dichiarazioni che Eco, Camilleri, Consolo e Tabucchi hanno fatto a Parigi sul governo del nostro Paese. Questi colleghi dovrebbero sapere che la differenza di patente di democrazia si vede proprio quando si è all'opposizione», ha reagito Alain Elkann, consigliere culturale del sottosegretario ai Beni culturali Vittorio Sgarbi.
Ma per la deputata della Margherita Franca Bimbi della Commissione Cultura della Camera, la posizione espressa da alcuni scrittori «molto amati e apprezzati in Italia e all'estero è la punta dell'iceberg di un disagio più ampio delle persone del mondo della cultura e della formazione, a fronte di un clima culturale che sembra voler allargare lo spoil-system a tutti i settori e al tentativo di omologazione che alimenta una crescente diffidenza nei confronti delle diversità».
Ricorda poi le iniziative spontanee di diecimila professori che sono scesi in piazza a Firenze per protestare e i 609 professori che a Padova hanno acquistato una pagina del giornale locale per spiegare la loro contrarietà alla riforma Moratti. «Questo governo non ama la critica intellettuale», conclude Franca Bimbi, «per questo gli intellettuali non lo amano».
M. M.