La Stampa, 25.10.2002
Su Raiuno da lunedì la decima serie ispirata a Camilleri
«Montalbano sono. Eroe di carne e sangue»
Luca Zingaretti ancora protagonista: «Se la gente mi identificasse con lui ne sarei felice, accadde anche a Gino Cervi con Maigret»

ROMA. La Sicilia degli intrecci oscuri e del mare trasparente, delle lettere anonime e delle questioni di corna, dei ricatti asfissianti e dei morti misteriosi torna a vivere sul piccolo schermo nei quattro film (promosso su Raiuno a partire da lunedì prossimo) tratti dalle opere di Andrea Camilleri «L´odore della notte» e «Gli arancini di Montalbano». Con questo nuovo gruppo di episodi (il primo, presentato ieri sera a Roma presso l´Istituto Superiore di Polizia, s´intitola «Il senso del tatto») la fortunatissima serie arriva a quota dieci ed è facile immaginare quanto un traguardo del genere possa aver influito sulle vite e sulle carriere del protagonista Luca Zingaretti e del regista Alberto Sironi. Per non parlare del curioso rapporto che lega l´autore delle storie alla saga televisiva: «Vedendo come Luca Zingaretti fosse fisicamente così lontano dal mio personaggio - ha scritto Camilleri - e, nello stesso tempo, gli fosse tanto intimamente legato, anche io ebbi una sorta di sdoppiamento. Mi ritrovai, nei suoi riguardi, nella stessa posizione psicologica e affettiva di un nonno verso un suo nipotino: libero da doveri educativi e formativi, che spettano al padre, egli può godere in piena libertà dei progressi di una creatura che gli appartiene e non». Lo scrittore che ieri per la prima volta ha partecipato alla presentazione della serie, ha aggiunto: «Quando ho scritto il primo libro non conoscevo nessun poliziotto perché ero, come dire, dall´altra parte della barricata a gridare "abbasso Scelba e torna a casa Ike". Grazie a Montalbano ne ho conosciuti tanti e più ne conosco più penso di avere indovinato tante cose di questo personaggio». Per l´attore Luca Zingaretti, un tempo scelto dai registi per interpretare ruoli di cattivo a tutto tondo mentre ora appare inevitabilmente adatto a personaggi campioni di salda moralità, la convivenza con il commissario Montalbano è diventata un´abitudine piacevole. Un´abitudine non ancora inquinata da quel tipico astio che rode certi attori quando iniziano a sentirsi troppo schiavi di un personaggio di successo: «Capita a molti di rischiare di finire etichettati - ha dichiarato Zingaretti -: Anthony Hopkins, che pure è un magnifico interprete, sarà ricordato dal grande pubblico soprattutto per il personaggio del professor Hannibal Lecter, così come accadde a Gino Cervi dopo la serie di Maigret. Insomma, se fossi ricordato unicamente per Montalbano sarei felice». Verso il commissario, aggiunge l´attore «mi capita di sentire affetto come se fosse una persona che esiste veramente, gli voglio bene e non solo perchè mi ha dato una grossa notorietà ma perchè mi piace com´è. Se esistesse sarei suo amico». Il commissario televisivo è, come tutti sanno, completamente diverso dal punto di visto fisico, a iniziare dall´età, dal personaggio creato da Camilleri. E questo in linea con una scelta meditata e consapevole, fatta ai tempi delle prime produzioni, quando si pensò che, siccome ognuno dei tantissimi lettori aveva sicuramente creato un proprio, personale Montalbano, era inutile ricercare le somiglianze fisiche. L´importante era il carattere, la personalità. «Ho girato questi dieci film - dice oggi il regista Alberto Sironi - perchè Montalbano mi piace, come piace a tutti coloro che, nella vita, amano le creature umane, con le virtù e i difetti umani. Quando conto i milioni di persone che hanno seguito la serie spero che il segreto del successo sia che Montalbano è un uomo. Un uomo con tutti i suoi difetti, che tiene fede alle sue idee, che non ha paura di perdere». Leggendo Camilleri, dice ancora Sironi, «Montalbano te lo immagini fatto di carne e di sangue: scontroso, anarchico, individualista, goloso, sensuale, ma, alla fine, un eroe. E siccome le storie che racconta Camilleri sono fiabe, dove sarebbe facile mettere eroi e paladini, prendere il personaggio Montalbano dalle pagine dello scrittore e farlo rinascere sullo schermo è stato affar mio». Un affare indubbiamente riuscito visto che i primi quattro episodi, andati in onda tra il `99 e il 2000, sono stati seguiti da una media di oltre sei milioni di spettatori a puntata; che quelli del 2001 hanno avuto uguale successo e che la serie è stata venduta in molti Paesi del mondo, europei, ma non solo. Per questo sul risultato del nuovo ciclo, prodotto per Raifiction dalla Palomar di Carlo Degli Esposti (costo 6 milioni di euro), sono già in tanti a scommettere.
Fulvia Caprara