ROMA. La Sicilia degli intrecci oscuri e del mare trasparente, delle
lettere anonime e delle questioni di corna, dei ricatti asfissianti e dei
morti misteriosi torna a vivere sul piccolo schermo nei quattro film (promosso
su Raiuno a partire da lunedì prossimo) tratti dalle opere di Andrea
Camilleri «L´odore della notte» e «Gli arancini
di Montalbano». Con questo nuovo gruppo di episodi (il primo, presentato
ieri sera a Roma presso l´Istituto Superiore di Polizia, s´intitola
«Il senso del tatto») la fortunatissima serie arriva a quota
dieci ed è facile immaginare quanto un traguardo del genere possa
aver influito sulle vite e sulle carriere del protagonista Luca Zingaretti
e del regista Alberto Sironi. Per non parlare del curioso rapporto che
lega l´autore delle storie alla saga televisiva: «Vedendo come
Luca Zingaretti fosse fisicamente così lontano dal mio personaggio
- ha scritto Camilleri - e, nello stesso tempo, gli fosse tanto intimamente
legato, anche io ebbi una sorta di sdoppiamento. Mi ritrovai, nei suoi
riguardi, nella stessa posizione psicologica e affettiva di un nonno verso
un suo nipotino: libero da doveri educativi e formativi, che spettano al
padre, egli può godere in piena libertà dei progressi di
una creatura che gli appartiene e non». Lo scrittore che ieri per
la prima volta ha partecipato alla presentazione della serie, ha aggiunto:
«Quando ho scritto il primo libro non conoscevo nessun poliziotto
perché ero, come dire, dall´altra parte della barricata a
gridare "abbasso Scelba e torna a casa Ike". Grazie a Montalbano ne ho
conosciuti tanti e più ne conosco più penso di avere indovinato
tante cose di questo personaggio». Per l´attore Luca Zingaretti,
un tempo scelto dai registi per interpretare ruoli di cattivo a tutto tondo
mentre ora appare inevitabilmente adatto a personaggi campioni di salda
moralità, la convivenza con il commissario Montalbano è diventata
un´abitudine piacevole. Un´abitudine non ancora inquinata da
quel tipico astio che rode certi attori quando iniziano a sentirsi troppo
schiavi di un personaggio di successo: «Capita a molti di rischiare
di finire etichettati - ha dichiarato Zingaretti -: Anthony Hopkins, che
pure è un magnifico interprete, sarà ricordato dal grande
pubblico soprattutto per il personaggio del professor Hannibal Lecter,
così come accadde a Gino Cervi dopo la serie di Maigret. Insomma,
se fossi ricordato unicamente per Montalbano sarei felice». Verso
il commissario, aggiunge l´attore «mi capita di sentire affetto
come se fosse una persona che esiste veramente, gli voglio bene e non solo
perchè mi ha dato una grossa notorietà ma perchè mi
piace com´è. Se esistesse sarei suo amico». Il commissario
televisivo è, come tutti sanno, completamente diverso dal punto
di visto fisico, a iniziare dall´età, dal personaggio creato
da Camilleri. E questo in linea con una scelta meditata e consapevole,
fatta ai tempi delle prime produzioni, quando si pensò che, siccome
ognuno dei tantissimi lettori aveva sicuramente creato un proprio, personale
Montalbano, era inutile ricercare le somiglianze fisiche. L´importante
era il carattere, la personalità. «Ho girato questi dieci
film - dice oggi il regista Alberto Sironi - perchè Montalbano mi
piace, come piace a tutti coloro che, nella vita, amano le creature umane,
con le virtù e i difetti umani. Quando conto i milioni di persone
che hanno seguito la serie spero che il segreto del successo sia che Montalbano
è un uomo. Un uomo con tutti i suoi difetti, che tiene fede alle
sue idee, che non ha paura di perdere». Leggendo Camilleri, dice
ancora Sironi, «Montalbano te lo immagini fatto di carne e di sangue:
scontroso, anarchico, individualista, goloso, sensuale, ma, alla fine,
un eroe. E siccome le storie che racconta Camilleri sono fiabe, dove sarebbe
facile mettere eroi e paladini, prendere il personaggio Montalbano dalle
pagine dello scrittore e farlo rinascere sullo schermo è stato affar
mio». Un affare indubbiamente riuscito visto che i primi quattro
episodi, andati in onda tra il `99 e il 2000, sono stati seguiti da una
media di oltre sei milioni di spettatori a puntata; che quelli del 2001
hanno avuto uguale successo e che la serie è stata venduta in molti
Paesi del mondo, europei, ma non solo. Per questo sul risultato del nuovo
ciclo, prodotto per Raifiction dalla Palomar di Carlo Degli Esposti (costo
6 milioni di euro), sono già in tanti a scommettere.
Fulvia Caprara