La Sicilia, 27.10.2002
Il commissario che piace tanto
L'anteprima al Vasquez della nuova serie di «Montalbano»

L'assedio era prevedibile.
Montalbano ha seminato adepti anche a Siracusa, una lunga coda di seguaci del commissario di Vigata, deus ex machina della saga più famosa dell'editoria italiana (ed oggi paladino di un'onda nuova di eroi del piccolo schermo), sovrintendeva l'entrata del cine-teatro Vasquez. L'occasione era irripetibile, benché non unica (il precedente risale ad un anno fa): la prima visione nazionale del film per la tv Il senso del tatto, ovvero la prima puntata della terza serie tratta dalla celeberrima epica poliziesca firmata da Andrea Camilleri, diretta dal grande Alberto Sironi. Nel cast il solito gruppo di attori, collaudati, amici nella vita, come è accaduto per il catanese Davide Lo Verde (Galluzzo) e Pino Mazzotta (Fazio nella finzione).
Ma ci sono importanti conferme, le new entry premiate dal gradimento degli abbonati Rai, ad esempio Carmelinda Gentile, la siracusana prorompente al fianco del bel Mimì Augello (al secolo Cesare Bocci), con un ruolo minore, nella serie scorsa. Le novità non sono molte, tuttavia, nel senso che la fedeltà al testo è imprescindibile e la riduzione televisiva ne tiene parecchio conto. Eppure qualcosa di nuovo nell'aria c'è. Lo confida il calabrese Mazzotta: ebbene sì, Fazio si innamorerà, ben presto; un idillio sentimentale destinato a durare quattro puntate. Montalbano invece manterrà fede al suo fare burbero, condito da getti generosi, pochi in verità, ma così assolutamente personali, al punto che è difficile segnare il confine tra l'uomo e il personaggio. La domanda, venerdì sera, a pochi minuti dalla visione, circolava di bocca in bocca: «Sarà così anche nella vita?». Affatto.
L'uomo e il suo personaggio sono vicini come buoni amici, lo ammette Zingaretti, tra un'intervista e l'altra, «è un caro compagno che vado a trovare in Sicilia, tutte le volte». Affinità poche, forse solo la melanconia è il tratto comune. «Ma è un fatto positivo - spiega il protagonista - E' uno stato d'animo fondamentale. Qualcuno in passato lo ha pure esaltato. Non è tristezza, però. E' chiaro che, alla fine, quello che fai nel tuo lavoro non può corrispondere a quello che sei nella vita di tutti i giorni». Il buontempone Angelo Russo, cioé Catarella, l'appuntato mezzo tonto tanto caro a Montalbano, pare invece tenere coerenza. Allegro e alla mano, ringrazia il suo personaggio, la produzione, il regista, per avergli consentito un favoloso salto di qualità. «Dopo Catarella - ha affermato - mi si sono aperte molte porte. Ho anche lavorato con Pieraccioni».
Dal cabaret alla notorietà nazional-popolare il balzo è stato breve. E ' bastato un provino galeotto. Per la siracusana Carmelinda è accaduto più o meno la stessa cosa. Alla fine una zoomata generale sugli attori: Lucia Sardo (nel ruolo di Gnazia Piccolomini) si presenta abbastanza in ritardo, ma c'è un applauso anche per lei. Poi le luci si abbassano.
Veronica Tomassini