L'assedio era prevedibile.
Montalbano ha seminato adepti anche a Siracusa, una lunga coda di seguaci
del commissario di Vigata, deus ex machina della saga più famosa
dell'editoria italiana (ed oggi paladino di un'onda nuova di eroi del piccolo
schermo), sovrintendeva l'entrata del cine-teatro Vasquez. L'occasione
era irripetibile, benché non unica (il precedente risale ad un anno
fa): la prima visione nazionale del film per la tv Il senso del tatto,
ovvero la prima puntata della terza serie tratta dalla celeberrima epica
poliziesca firmata da Andrea Camilleri, diretta dal grande Alberto Sironi.
Nel cast il solito gruppo di attori, collaudati, amici nella vita, come
è accaduto per il catanese Davide Lo Verde (Galluzzo) e Pino Mazzotta
(Fazio nella finzione).
Ma ci sono importanti conferme, le new entry premiate dal gradimento
degli abbonati Rai, ad esempio Carmelinda Gentile, la siracusana prorompente
al fianco del bel Mimì Augello (al secolo Cesare Bocci), con un
ruolo minore, nella serie scorsa. Le novità non sono molte, tuttavia,
nel senso che la fedeltà al testo è imprescindibile e la
riduzione televisiva ne tiene parecchio conto. Eppure qualcosa di nuovo
nell'aria c'è. Lo confida il calabrese Mazzotta: ebbene sì,
Fazio si innamorerà, ben presto; un idillio sentimentale destinato
a durare quattro puntate. Montalbano invece manterrà fede al suo
fare burbero, condito da getti generosi, pochi in verità, ma così
assolutamente personali, al punto che è difficile segnare il confine
tra l'uomo e il personaggio. La domanda, venerdì sera, a pochi minuti
dalla visione, circolava di bocca in bocca: «Sarà così
anche nella vita?». Affatto.
L'uomo e il suo personaggio sono vicini come buoni amici, lo ammette
Zingaretti, tra un'intervista e l'altra, «è un caro compagno
che vado a trovare in Sicilia, tutte le volte». Affinità poche,
forse solo la melanconia è il tratto comune. «Ma è
un fatto positivo - spiega il protagonista - E' uno stato d'animo fondamentale.
Qualcuno in passato lo ha pure esaltato. Non è tristezza, però.
E' chiaro che, alla fine, quello che fai nel tuo lavoro non può
corrispondere a quello che sei nella vita di tutti i giorni». Il
buontempone Angelo Russo, cioé Catarella, l'appuntato mezzo tonto
tanto caro a Montalbano, pare invece tenere coerenza. Allegro e alla mano,
ringrazia il suo personaggio, la produzione, il regista, per avergli consentito
un favoloso salto di qualità. «Dopo Catarella - ha affermato
- mi si sono aperte molte porte. Ho anche lavorato con Pieraccioni».
Dal cabaret alla notorietà nazional-popolare il balzo è
stato breve. E ' bastato un provino galeotto. Per la siracusana Carmelinda
è accaduto più o meno la stessa cosa. Alla fine una zoomata
generale sugli attori: Lucia Sardo (nel ruolo di Gnazia Piccolomini) si
presenta abbastanza in ritardo, ma c'è un applauso anche per lei.
Poi le luci si abbassano.
Veronica Tomassini