La Sicilia, 31.10.2002
L'opera musicata da Marco Betta

ROMA - Andrea Camilleri, il best seller di maggior durata della nostra letteratura, più che mai in queste settimane in testa alle classifiche, debutta nel teatro lirico. Si tratta di una nuova esperienza che si richiama nello spirito al suo vecchio amore per il teatro, di cui, prima di diventare romanziere di successo, si è sempre occupato. Soltanto una volta, in passato, aveva avuto modo di accostarsi al mondo operistico: nel 1958 , quando come regista diresse «San Giovanni decollato" di Nino Martoglio musicato dal compositore catanese Alfonso Sangiorgi.
Ora Camilleri si cimenta in prima persona, autore di un suo racconto, «Il fantasma nella cabina», opera in due atti che con la musica di Marco Betta (il compositore siciliano che per otto anni è stato direttore artistico del Massimo di Palermo) va in scena il 13 dicembre al Donizetti di Bergamo, prima tappa di un lungo giro che prevede, tra l'altro, all'inizio del 2003, le tappe di Messina e Catania. Un approccio non limitato a un solo spettacolo poichè parte di una tetralogia che prevede in tutto quattro racconti «leggeri», con personaggi grotteschi, degli otto della serie «Il commissario di bordo» pubblicata da «La Stampa», Questa volta non sarà il famoso commissario Montalbano (la popolare figura che nella sua apparizione televisiva di questi giorni ha richiamato circa dieci milioni di spettatori), bensì il suo collaboratore Cecè Collura che in vacanza su una nave da crociera viene a trovarsi al centro di curiose e bizzare avventure a causa di una vecchia attrice in disarmo.
«Un giallo con un umore e un linguaggio particolari, e con un luogo scenico fondamentale che è il salone di prima classe della nave, dove tutti i personaggi si incontrano e interagiscono, con cambiamenti di scena a vista», ha anticipato Camilleri ieri in una conferenza stampa.
Betta, a sua volta, ha spiegato che l'intento è quello di un dramma lirico da camera (nella struttura simile a «Il giro di vite» di Britten, nel suo genere capolavoro del Novecento), formato di prosa e musica con cantanti (fra questi, Vincenzo La Scola, Katia Ricciarelli, Luciana Serra) che sono anche attori, alle prese con arie, duetti, concertati, e recitazione».
L'idea di Camilleri e Betta, e di Rocco Mortelliti che ha scritto il libretto e cura la regia teatrale, mentre Aldo Sisillo ha il compito della direzione orchestrale, è di realizzare, in diversi periodi, quattro opere tutte legate fra loro, le quali, al tempo stesso, costituiscono ogni volta un'opera compiuta in sè. Le idee musicali si legano ai vari personaggi e percorrono l'intero ciclo, alla maniera di un serial.
Camilleri si è detto lusingato del progetto perchè - ha precisato - «i miei racconti hanno sempre qualcosa di teatrale, un ritmo prettamente scenico, tanto che prima di licenziarli per la stampa li leggo e rileggo ad alta voce, come se li recitassi». Betta, infine,ha aggiunto: «Tutta la letteratura ha una sua musicalità. In special modo, la letteratura di Camilleri le cui pagine hanno un ritmo continuo, preciso e incalzante, al punto da emanare emozioni che paiono avvolte in traiettorie emotive dalle cadenze sinfoniche».
Ettore Zocaro