Messaggero
Veneto, 6.2.2002
Scrittori contro il premier
Salone di Parigi. Tabucchi e Consolo attaccano. Zeffirelli insorge
ROMA – Vincenzo Consolo e Antonio Tabucchi, parlando anche a nome di
Andrea Camilleri e Umberto Eco, hanno ieri confermato a Parigi il loro
rifiuto di far parte della delegazione che rappresenterà il governo
Berlusconi al Salone del libro, previsto nella capitale francese dal 22
al 27 marzo. La loro presenza alla manifestazione sarà solo a titolo
personale.
I due scrittori hanno motivato questa loro decisione, esprimendo una
preoccupata avversione per l’attuale assetto politico nazionale e dando
anche voce a un diffuso disagio dell’intero mondo culturale. «Anch’io,
come Andrea Camilleri, non voglio rappresentare questo governo italiano
– ha detto Consolo –, perchè non ha niente da spartire con la cultura».
Parole salutate da un grande applauso del pubblico, presente nella sala
dell’Istituto italiano di cultura, dove Consolo aveva chiesto di parlare.
In una intervista a Le Monde, Tabucchi ha espresso con durezza la convinzione
che nell’Italia di Berlusconi si stia assistendo «a una caduta della
democrazia», che sta assumendo un suo carattere «formale»,
ma «non sostanziale».
Esponendosi a prevedibili reazioni, lo scrittore ha chiamato in causa
anche il presidente Ciampi, con la tesi che il capo dello Stato, avallando
Berlusconi, rischia di avere «lo stesso ruolo che ebbe Vittorio Emanuele
III con Benito Mussolini». Oltre al duce, Tabucchi ha evocato Hitler
e Salazar, che dopo essere stati eletti, come Mussolini, «hanno fagocitato
la democrazia». Lo scrittore non ha mancato di indirizzare a Nanni
Moretti un suo abbraccio virtuale per lo «schiaffo di piazza Navona».
Una prima reazione del governo agli scrittori è stata affidata
ad Alain Elkann, consigliere del ministro Urbani per la promozione della
cultura italiana all estero. Ispirando le sue parole a corde patriottiche,
Elkann definisce «incivili e antidemocratiche» le dichiarazioni
di Eco, Camilleri, Consolo e Tabucchi, perché mettono in discussione
la «legittimità di un voto democratico» che ha portato
Berlusconi al governo.
A Elkann fa eco un Franco Zeffirelli ancora più eccitato, che
accusa gli scrittori di essere «quattro scellerati», di «mediocre
statura civile». Nel mirino è inquadrata anche la Tasca, ministro
francese della cultura, che non vuole Berlusconi alla cerimonia di inaugurazione
del Salone del libro. Zeffirelli dice che «non è degna di
ricoprire la carica che le hanno affidato» e, interpretando anche
«Ciampi, Berlusconi e tutti noi», si augura «un chiaro
e inequivocabile gesto riparatorio in nome della Francia».
Renato Venditti