La Repubblica, ed. di Palermo, 16.11.2002
Premiata ditta Camilleri
Un riconoscimento dopo l'altro per l'autore del commissario Montalbano

Ieri pomeriggio a Roma, in Campidoglio, ha ricevuto il premio "Circeo"; il 30 novembre, a Palermo, sarà insignito del "Mondello" per il suo capolavoro, "Il re di Girgenti"; il 20 dicembre a Grotte, a due passi dalla patria di Leonardo Sciascia, ritirerà il premio "Racalmare" per l´intera produzione letteraria.
Con buona pace dei detrattori e dei colleghi invidiosi, per Andrea Camilleri, «tra i rari autori contemporanei in grado di suscitare l´interesse di un pubblico vasto ed eterogeneo» come si legge nella motivazione della giuria del Mondello, è tempo di gratificazioni e riconoscimenti. E di consacrazione quasi universale, se si tiene presente che da pochi giorni è approdato in libreria il Meridiano Mondadori dal titolo "Storie di Montalbano" (49 euro), che raccoglie tutti i gialli e un´antologia di racconti con al centro sempre il leggendario commissario di Vigàta.
L´introduzione è firmata da un italianista dello spessore di Nino Borsellino, mentre la cronologia è curata dallo scrittore Antonio Franchini: si tratta di quasi duemila pagine di puro godimento letterario, di sano intrattenimento medio-alto.
Se ne consiglia la lettura ai tanti docenti di scrittura creativa, genitori di striminziti raccontini: forse riusciranno a riconciliarsi con la scrittura e con i lettori.
Certo, all´autore de "Il birraio di Preston" bastava già lo straordinario successo di pubblico riscosso: milioni di copie vendute, romanzi tradotti in lituano e in giapponese, una proliferazione di tesi di laurea, volte a indagare il miracolo di una lingua, fatta di uno strano ma felicissimo miscuglio di italiano e siciliano, che supera facilmente lo Stretto lambendo le Alpi. Soprattutto ora che il commissario di Vigàta, con le azzeccate sembianze di Luca Zingaretti, ha varcato la soglia del tubo catodico, tenendo incollati ai teleschermi più di dieci milioni di spettatori a volta, pronti a ripetere in coro: «Montalbano sono!».
Per non parlare ancora delle versioni fumettistiche e multimediali dei polizieschi di Camilleri: a proposito, a dicembre uscirà il terzo cd rom di Montalbano, edito da Sellerio e dedicato questa volta a "La voce del violino".
Va però ricordato che il successo a Camilleri è arriso tardi: la sua attività di romanziere comincia nel 1967-68, con lo sfortunato "Il corso delle cose", rifiutato allora da numerosi editori. Dopo quasi dieci anni la piccola casa editrice Lalli lo pubblica, il che induce Camilleri a scrivere il secondo romanzo, "Un filo di fumo", edito da Garzanti nel 1980. "La strage dimenticata" è del 1984: ma fin qui solo pochi, tra cui Angelo Guglielmi, si accorgono della sapienza narrativa e del genio creativo dello scrittore di Porto Empedocle.
È nel 1992 che Camilleri, tornando al romanzo, comincia a conquistare i suoi lettori, con "La stagione della caccia", seguito da altri titoli, il cui successo immediato e senza precedenti appartiene ormai agli annali della letteratura. Come si vede, dunque, il favore del pubblico Camilleri l´ha conquistato col tempo, come dire faticando e meritandoselo. Ma al consenso dei lettori non è corrisposto, in questo decennio, quello dei critici, pronti ad arricciare il naso o a scrollare le spalle, ogni qualvolta un´opera del nostro ha conquistato la vetta delle classifiche di vendita.
Oggi sembra che le cose stiano lentamente cambiando, ma il Campiello o lo Strega forse non arriveranno mai. Tempo fa Fruttero e Lucentini, sulle colonne della "Stampa", auguravano a Camilleri la Gran Croce di commendatore della Repubblica italiana: chissà, forse i nostri uomini politici, per una volta, saranno più attenti degli studiosi.
Salvatore Ferlita