l'Unità,
16.11.2002
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Andrea Camilleri parla di alcuni premi letterari come fossero "luoghi
sacri", su cui nascono templi e culti: "Esistono dei premi illuminati"
dice. Quali? "Lo fu, nel 1947, il premio Libera Stampa di Lugano. Era un
concorso di poesia e io vi partecipai. In giuria c'erano personaggi come
Contini e Bo. Dopo circa sei mesi mi arrivò un foglietto di carta
che conservo come una reliquia, diceva che su trecento partecipanti ne
avevano selezionati quindici. Con me avevano scelto Paolini, David Maria
Turoldo, Maria Corti, giovani che in quel momento ancora non erano nessuno...".
E, sì, avevano scelto anche lui, all'epoca ignoto ventunenne di
Porto Empedocle. Il 30 novembre Camilleri, che è diventato nel frattempo
il più clamoroso e il meno precoce dei nostri casi letterari - con
il successo planetario e la traduzione delle sue opere in più di
venti lingue, conquistati alle soglie dei settant'anni - verrà insignito
di un altro di questi premi "illuminati". E' il Mondello, il riconoscimento
siciliano che, con giustificata civetteria, si vanta di aver premiato nei
suoi ventotto anni di attività, nella sezione stranieri, sette futuri
premi Nobel, da Josip Bodskij a Kenzabuto Oe. Il premio - per la sezione
italiani - va al Re di Girgenti, il romanzo storico, ambientato nella Agrigento
di primo Settecento, col quale Camilleri è tornato a una dimensione
più vasta del narrare. Un romanzo sicilianissimo e un editore, Sellerio,
sicilianissimo: esito affatto scontato per un'istituzione, il Mondello,
che è illuminista, oltreché, come dice Camilleri, "illuminata",
e che ha piuttosto fatto intessere all'isola rapporti con la cultura più
continentale e più cosmopolita.Gaddiano nella mole, giacca blu e
cravatta bordeaux, sopracciglioni grigi, l'inventore del commissario Montalbano
ha regalato momenti esilaranti all'uditorio riunito nella sala del palazzo
romano dell'Unesco in occasione della presentazione del Mondello edizione
2002. Schegge surreali sul suo rapporto coi traduttori che nei cinque continenti
da una decina d'anni tentano versioni possibili, in giapponese come in
svedese, di quel suo linguaggio assolutamente sui generis, siciliano saporoso,
colto, sensuale. Prima, aveva ascoltato in silenzio solennissimo - quel
silenzio solenne di chi non ci sente troppo bene - il presidente della
giuria Giovanni Puglisi, mentre elencava la rosa dei premiati di quest'anno.
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Maria Serena Palieri