MILANO - Vorrebbe un «Montalbano del Nord» e, se potesse,
lo farebbe scrivere a Carlo Emilio Gadda. Ma pensa anche all’«universo
di Carlo Castellaneta» e a una storia di detective ambientata sui
Navigli da portare in tv. E l’idea di Ettore Albertoni, consigliere leghista
del Cda Rai, di un personaggio televisivo del Nord, dopo il Montalbano
di Camilleri, piace ai giallisti settentrionali che nelle strade di Bologna
e Milano fanno vivere i loro protagonisti. «Ma non per controbilanciare
il poliziotto siciliano», precisa Carlo Lucarelli, padre del commissario
De Luca e del sovrintendente Coliandro. Piuttosto, spiega l’autore parmigiano,
«per riscoprire tante buone storie e produrre buoni film, la bellezza
di un romanzo non dipende dalla sua ambientazione». Lucarelli vedrebbe
volentieri in tv il carabiniere Pietro Binda, maresciallo in pensione alla
scoperta di delitti tra i quartieri di Brera e Baggio ideato da Pietro
Valpreda e Piero Colaprico: «Una bella Milano che sarebbe bello portare
in tv». E lo stesso Colaprico racconta come per i lettori sia «divertente
trovare personaggi, luoghi e dialetti che conoscono». Anche se c’è
il «rischio cartolina», avverte Andrea G. Pinketts, autore
noir milanese: «Se la storia è troppo caratterizzata dal punto
di vista geografico, anche Montalbano rischia di dare l’idea stereotipo
della Sicilia che hanno i non siciliani, perciò penso che il commissario
debba essere in movimento: il mio Lazzaro Sant’Andrea potrei farlo girare
da Milano all’Umbria, e così potrebbe fare Camilleri». Che,
per Renato Olivieri, ha il pregio di aver riaperto la strada ad altri commissari,
in tv, anche del passato. «Mi piacerebbe - dice il padre del Commissario
Ambrosio - rivedere il mio personaggio sullo schermo dopo quello cinematografico
di Tognazzi, ma senza alcuna contrapposizione tra Nord e Sud». Anche
a Franco Nero, protagonista di molti polizieschi degli anni ’70, piacerebbe
una fiction del Nord: «Perché no? La tv ha sfruttato sempre
più il Sud: abbiamo sentito parlare romano, napoletano, siciliano,
perciò ben venga qualche storia del Nord, ma solo se fatta bene
e di qualità».
Claudia Voltattorni