Gazzetta del Sud, 15.12.2002
A Bergamo «Il fantasma nella cabina» di Marco Betta
Piace l'opera lirica tratta da Camilleri

BERGAMO – Non è il «Parsifal». Non è l'«Aida». Non è nemmeno una operina di Britten. «Il fantasma nella cabina» di Marco Betta, andato in scena in prima assoluta al Teatro Donizetti, è un divertissement in due atti di poco meno di due ore di musica, una angelica commediola musicale tinta di giallo, un piacevole intrattenimento per una domenica pomeriggio quando le sale cinematografiche sono troppo piene. Il colore giallo è di rigore trattandosi di un testo preso da un racconto di Andrea Camilleri ridotto in libretto da Rocco Mortelliti il quale si è anche riservato il lavoro di regia e un piccolo ruolo «di carattere» in palcoscenico. L'operazione è stata accolta dal pubblico con giusto gradimento (per una volta pieno, il Donizetti). Adesso l'aspetta una lunga tournée lungo tutta la penisola. In gennaio approderà a Messina, al Vittorio Emanuele (il ruolo della Ricciarelli sarà ripreso da Denia Mazzola). La strana storia de «Il fantasma nella cabina» si svolge a bordo di una nave da crociera, dove Cecè Collura, ispettore di bordo alle prime armi (una «controfigura» di Montalbano) deve risolvere, e risolve, il mistero di un fantasma che mette in subbuglio i passeggeri. La verità: sono state le smanie di un'attrice in disarmo e un accordo doloso di lei con una Compagnia di navigazione rivale ad architettare il tutto. Marco Betta, che da tempo compone musica per la prosa e per il cinema, ha dato a questo lavoro (opera vera non è) un taglio da sceneggiato televisivo. dal podio, Aldo Sisillo ha da dirigere soprattutto estesi commenti sinfonici, un bel preludio melodico, un valzer che ritorna come un leitmotiv. Il testo è quasi integralmente parlato, eccezion fatta per alcune arie affidate ai tre interpreti principali: il commissario, l'attrice, una giornalista. Chi canta, in realtà, è solo il commissario: Vincenzo La Scola, tenore come è noto di bellissima voce e qui interprete eccezionale con l'atout della sua genuina parlata siciliana che gli fa costruire un personaggio riuscitissimo. Per i due ruoli femminili sono state chiamate Katia Ricciarelli e Luciana Serra. Il rispetto per le passate glorie di questi due nomi impedisce di entrare adesso in giudizio che diventerebbero irrispettosi, anche se Katia conserva in palcoscenico una presenza magnetica. Nel cast anche Fabio Previati (ruolo parlato) e Paola Ghigo, che canta canzoni anni Quaranta. Chi ha esperienza di vacanze «in mare», in questo allestimento ne recupera piacevolmente l'atmosfera. Il taglio della scena è gradevole, luminoso, ben costruito. Italo Grassi ha disegnato scene e costumi che odorano di acqua salata: c'è brezza marina dappertutto ed è davvero splendido l'impatto con la grande elica nel profondo delle acque. La regia di Montelliti è una giusta combinazione di thrilling, spensieratezza, ironia, con una garbata incursione nel patetico.
Carla Maria Casanova