Dire Montalbano oggi vuol dire Sicilia. Partendo per un viaggio che
parte da Porto Empedocle (dove è nato Andrea Camilleri, il “papà”
del commissario) e tocca Tonnara di Scopello, Favignana, Tonnara di Capo
Passero, il Castello di Donnafugata, il Castello di Porto Palo fino a Tindari,
dall’altra parte dell’isola. Attraverso le sue tradizioni, la sua cucina,
il suo dialetto. “C’era, proprio a mezza strata tra i due paìsi,
un viottolo di campagna, ammucchiato darrè a un cartellone pubblicitario,
che portava a una casuzza rustica adirrupata, allato aveva un enorme ulivo
saraceno che la sua para di centinara d’anni sicuramente li teneva” (da
“La gita a Tindari”).
Fenomeno letterario, caso editoriale, successo televisivo.
I libri di Andrea Camilleri sulle indagini del commissario Montalbano,
pubblicati dalla Sellerio, hanno venduto 5 milioni e mezzo di copie solo
in Italia e sono stati tradotti in più di 20 Paesi. Camilleri per
la Sellerio equivale circa i due terzi del fatturato della casa editrice
palermitana che nei suoi bilanci ha due distinte voci di fatturato: una
per gli introiti derivanti dalla produzione camilleriana, l’altra per i
restanti titoli in commercio.
I libri sul commissario sono stati già oggetto di cinque serie
televisive firmate dalla Palomar di Carlo Degli Esposti. Fiction di grande
successo per gli ascolti -solo la prima puntata dell'ultima serie,"Il senso
del tatto",andata in onda lo scorso 28 ottobre su Raiuno in prime time
ha registrato un audience di più di 9 milioni di telespettatori,
per uno share del 33.5%- e per introiti -si calcola che la Rai grazie a
Montalbano,impersonato da Luca Zingaretti ha incassato intorno a 9.5 milioni
di euro, mandando già più volte in replica le prime serie
(si veda “punto.com” del 31 ottobre scorso) -.
Montalbano, un mondo? “Prima di tutto – dice Antonio Sellerio, che
ha trent’anni di vita come la casa editrice fondata dalla mamma Elvira
e di cui è il responsabile commerciale – è uno dei migliori
gialli scritti in Italia, ma la mia è sicuramente una visione parziale”.
[…] “Il commissario piace – afferma Antonio Sellerio – perché, oure
se si imbatte in casi eccezionali (gli omicidi), va a scontrarsi con i
problemi quotidiani di tutti noi, dalle piccole ingiustizie agli ostacoli
della burocrazia”.
La consacrazione del successo del commissario schivo, spigoloso e dal
forte senso morale arriva nell’anno 1998 quando diventa fiction e la Mondatori
pubblica la raccolta di racconti “Un mese con Montalbano”. “La serie tv
– afferma il giovane Sellerio – è un vero spot della bellissima
Sicilia. Si vedono posti così belli che a volte neanche noi siciliani
conosciamo. A me è capitato di non saper rispondere ad amici che
mi chiedevano dov’erano quei posti così suggestivi”. Luoghi da cartolina
scelti con cura e attenzione nella fiction tv dallo sceneggiatore Luciano
Ricceri. “Nella mia solitudine di Chicago, Vigàta ha cominciato
a brillare come una stella” (da “Un mese con Montalbano”). Vigàta,
meta amena, non esiste. È frutto della fantasia di Camilleri.
Ci sono più viaggi ora in Sicilia. “Tindari è un caso
particolare – spiega Sellerio -. È un luogo di pellegrinaggio con
un santuario dedicato alla Madonna. ma in generale tutti i luoghi rappresentati
nella fiction e che compaiono nei titoli di coda dello sceneggiato hanno
un flusso turistico rilevante. Ma soprattutto c’è stata una grande
promozione della trattoria San Calogero”. L’osteria di Montalbano esiste
veramente. Si trova a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, al numero
2 della centrale via Roma. E si chiama, proprio come nei romanzi, “San
Calogero”, dal nome del cuoco e dell’amatissimo patrono di questa parte
di Sicilia. “Mentre ‘ rivela Sellerio – la trattoria dove si gira la fiction
è a Ragusa”.
“Gesù, gli arancini di Adelina! […]” (da “Gli arancini di Montalbano”).
“Non mi risulta che esista un brand degli arancini di Montalbano – informa
Sellerio -. Ma c’è un rilancio dell’immagine dei prodotti gastronomici
siciliani. Le pasticcerie di Palermo hanno incrementato i contatti ondine”.
“Oggi ho preparato la pasta, sa, quella con le milinzane fritte e la ricotta
salata. Gesù!, fece Montalbano assettandosi” (da “Il ladro di merendine”).
Un invito a gustare tutte le pietanze siciliane, quali commensali del commissario.
Sul
sito vigata.org c’è un elenco di tutte le pietanze di Montalbano
con relative ricette. Intanto per interagire con lui sabato è
uscito il terzo cd rom con il cartone animato del commissario. A febbraio
per la Sellerio uscirà “Il giro di boa” con accadimenti che daranno
un nuovo corso alla sua vita. “Montalbano sono. Dovrei dire pronto, ma
non lo dico. Sinceramente, non mi sento pronto” (da “La gita a Tindari”).
Ornella Petrucci