La trattoria San Calogero, la pietra di marna della Scala dei Turchi,
la spiaggia di Marinella esistono davvero. Ciò che ha contribuito
a rendere il commissario Montalbano celebre è lì, a portata
di mano, pronto per essere visto e magari usato per farne un set cinematografico.
Una possibilità che però non è stata presa in considerazione
dalla produzione che ha trasformato il personaggio letterario creato da
Andrea Camilleri in un «icona» televisiva, assai apprezzata
dal pubblico del piccolo schermo. Il tutto, con l'avallo proprio del diretto
interessato, lo scrittore empedoclino che non ha battuto ciglio al cospetto
dello «scippo» subito dal paese che gli ha dato i natali. Il
film televisivo, infatti, è infatti ambientato a Ragusa, dove la
marna bianca o lido Marinella non sanno neanche cosa siano. Una «cessione»
per la quale il centro empedoclino sta pagando un prezzo troppo alto in
termini di ritorno economico e pubblicitario. Basta aprire un qualsiasi
settimanale o periodico per vedere gli scorci di Ragusa Ibla e non di Porto
Empedocle, la Vigata originale. All'opinione pubblica viene di fatto «spacciata»
una realtà deformata dell'habitat naturale di Salvo Montalbano.
Per il pubblico televisivo, la pietra di marna bianca non è dunque
a pochi passi da Porto Empedocle, la trattoria San Calogero non è
nell'attuale via Roma, la spiaggia di Marinella non è dove d'estate
vanno a crogiolarsi gli empedoclini. Di fronte allo «scippo»,
il Comune e l'associazione culturale «Il Filo Logico», hanno
dato vita ad un'iniziativa che sa tanto di «operazione verità».
«Dobbiamo riappropiarci della paternità dei luoghi del
commissario Montalbano. In conseguenza del film, Porto Empedocle rischia
di perdere il naturale collegamento con il personaggio ed i suoi luoghi
d'azione. Il telespettatore - sottolineano dal Filo Logico - desideroso
di conoscere la magnifica chiesa barocca che si vede sullo sfondo del commissariato,
andrebbe a Ragusa e non a Porto Empedocle». Per questo, il Comune
e l'associazione hanno creato l'iniziativa «Sulle orme di Montalbano»,
per realizzare un opuscolo da diffondere in almeno 3000 copie, citando
i luoghi e le tradizioni culturali e gastronomiche della vera Vigata.
Francesco Di Mare