La Sicilia, 10.3.2002
Il «caso Camilleri» è chiuso

«Tornerò a scrivere, e ancora a scrivere finchè potrò! Sono soddisfatto di questi due incontri a Palermo che mi hanno visto attivo protagonista insieme a personaggi illustri che hanno parlato delle mie opere. L'occasione è stata utilissima per illuminarmi su cosa sto facendo».
Con queste parole ieri mattina, nella giornata conclusiva dedicata ad Andrea Camilleri, lo scrittore, in presenza di parecchi traduttori provenienti dalla Spagna, da New York, dalla Francia e da Zurigo ha salutato Palermo.
Ma cosa caratterizza Andrea Camilleri? Molti si chiederanno qual è il segreto del suo successo... In pochi anni è diventato un vero e proprio caso letterario: è riuscito ad imporre il dialetto siciliano nell'alta letteratura del terzo millennio.
«Non c'è pagina in cui non ci sia la presenza viva di Camilleri – ha detto il professore Nunzio La Fauci – la sua lingua è privata, familiare. Ogni lettore riesce ad entrare a casa dell'autore».
«Nessuno meglio di lui – ha proseguito Antonino Buttitta, preside della facoltà di lettere e filosofia, che ha ospitato l'incontro – può rappresentare la nostra isola e la nostra cultura. Riteniamo che oggi Camilleri a parte le sue rinomate qualità di scrittore, sia coerentemente rappresentativo della Sicilia, soprattutto per la sua grande creatività».
«Il Caso Camilleri», come è stato denominato il convegno è stato dunque risolto e può essere consegnato alle patrie lettere.
Alessandra Galioto