Si racconta in un libro intervista a Saverio Lodato, giornalista inviato
de L'Unità, lo scrittore Andrea Camilleri, diventato nel giro di
pochi anni un clamoroso "caso letterario". Per la prima volta narra della
sua esistenza, avventurosa come una favola, senza segreti od omissioni,
ripercorrendo l'infanzia in Sicilia, la giovinezza nel dopoguerra, gli
esordi alla letteratura.
E continuando attraverso il suo trasferimento a Roma e il successivo
lavoro di regista, cui segue la folgorazione del successo di scrittore,
che ha portato spesso la critica a paragoni con il vate della letteratura
siciliana Leonardo Sciascia. A questo proposito l'autore del libro riferisce
il rapporto che lega Camilleri a Sciascia: "quando sento le batterie scariche,
vado dall'elettrauto Sciascia e, rileggendo a caso qualsiasi pagina, ritrovo
tutte le energie creative".
''Camilleri - commenta Lodato - e' uno di quegli italiani 'migliori'
che questo nostro Paese, inspiegabilmente, è riuscito a tenere nascosto
per alcuni decenni''. Il ritratto che emerge è quello di un uomo
umile e solare, innamorato della vita: cantore di un mondo che non c'è
più, testimone della complessa attualità, uomo di cultura
che sa considerare senza schierarsi i vizi del nostro tempo.
Il talento dello scrittore si è rilevato molto prima della sua
popolarità, già nel dopoguerra, quando i suoi racconti e
gli scritti sul teatro cominciano ad essere pubblicati sulle più
prestigiose riviste specializzate del tempo; ma il boom coincide con il
commissario Salvo Montalbano, il poliziotto protagonista di numerosi casi
giudiziari che ha rimesso in pista il "racconto giallo" italiano, consacrandolo
anche in televisione.