WayItalia, 3.2002
Il "caso letterario" di Andrea Camilleri

Si racconta in un libro intervista a Saverio Lodato, giornalista inviato de L'Unità, lo scrittore Andrea Camilleri, diventato nel giro di pochi anni un clamoroso "caso letterario". Per la prima volta narra della sua esistenza, avventurosa come una favola, senza segreti od omissioni, ripercorrendo l'infanzia in Sicilia, la giovinezza nel dopoguerra, gli esordi alla letteratura.
E continuando attraverso il suo trasferimento a Roma e il successivo lavoro di regista, cui segue la folgorazione del successo di scrittore, che ha portato spesso la critica a paragoni con il vate della letteratura siciliana Leonardo Sciascia. A questo proposito l'autore del libro riferisce il rapporto che lega Camilleri a Sciascia: "quando sento le batterie scariche, vado dall'elettrauto Sciascia e, rileggendo a caso qualsiasi pagina, ritrovo tutte le energie creative".
''Camilleri - commenta Lodato - e' uno di quegli italiani 'migliori' che questo nostro Paese, inspiegabilmente, è riuscito a tenere nascosto per alcuni decenni''. Il ritratto che emerge è quello di un uomo umile e solare, innamorato della vita: cantore di un mondo che non c'è più, testimone della complessa attualità, uomo di cultura che sa considerare senza schierarsi i vizi del nostro tempo.
Il talento dello scrittore si è rilevato molto prima della sua popolarità, già nel dopoguerra, quando i suoi racconti e gli scritti sul teatro cominciano ad essere pubblicati sulle più prestigiose riviste specializzate del tempo; ma il boom coincide con il commissario Salvo Montalbano, il poliziotto protagonista di numerosi casi giudiziari che ha rimesso in pista il "racconto giallo" italiano, consacrandolo anche in televisione.